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McLaren GT [Prova]: attraverso le meraviglie UNESCO di Piemonte e Liguria con i 620 CV della super-tourer di Woking

Abbiamo viaggiato attraverso le meraviglie UNESCO di Piemonte e Liguria a bordo della McLaren GT per andare a vivere una luxury-experience senza precedenti attraversando scenari da sogno. Ecco come è andata la nostra esperienza. Allacciate le cinture e buona lettura!

IL CONTESTO: DAL PIEMONTE ALLA LIGURIA ATTRAVERSO GLI SCENARI UNESCO

Un’emozione lunga quanto un percorso tra le meraviglie UNESCO. Monferrato, Langhe e una Liguria misteriosa. Sono alcuni degli scenari naturali più belli dell’Italia (e del Mondo) a guidare la nostra prova della McLaren GT, supercar con indole da tourer della Casa di Woking con la quale abbiamo viaggiato attraverso il Nord del Bel Paese alla scoperta di meraviglie architettoniche e paesaggistiche da togliere il fiato per raggiungere poi la città di Genova, ove ad attenderci vi è una esclusivissima presentazione privata dell’OTAM 70HT, presso la sede di OTAM Yachts, e di cui vi abbiamo parlato dettagliatamente nel corso di un articolo ad esso dedicato. Il tutto senza fare nemmeno un km di autostrada. Sono infatti le statali e le provinciali che scorrono da Novara verso Vercelli, passando poi attraverso alessandrino, astigiano, provincia di Cuneo e di Genova a consentirci di godere appieno delle doti dinamiche della super-tourer inglese. Si parte da Kavallotta Golf Academy di Novara per passare poi attraverso le architetture gotiche e medievali vercellesi. Da qui “giù” verso la provincia di Alessandria per arrivare al Castello di Gabiano, splendidamente conservato, imponente per dimensioni e con un parco che ospita al suo interno anche un bellissimo e curatissimo labirinto. Una sosta per il pranzo in un contesto fine e ricercato e poi di nuovo in marcia in direzione della provincia di Asti attraverso curve e rettifili che consentono di godere del massimo piacere di guida che questa vettura è in grado di offrire. È la Basilica di Colle Don Bosco ad accoglierci e a lasciarci qui senza fiato. La sua magnificente architettura ci rende attoniti dinnanzi a tanta solenne bellezza. Da qua scolliniamo attraverso le Langhe per scendere in Liguria, ove ad accoglierci è il Comune di Campo Ligure, uno dei borghi più belli d’Italia, che offre scorci incantevoli e che viene dominato dall’alto dal suo castello. Le luci che illuminano il lungomare e il buio della notte ci danno invece il benvenuto a Genova, dove il giorno successivo andremo a goderci il piacere di un’uscita in mare a bordo di uno yacht con caratteristiche da speedboat. E a completare la nostra luxury-experience ci sono gli accessori che portano le firme di CAVÓ e BEEL 1973, a suggellare così un’esperienza indimenticabile per colori, odori, sapori e sensazioni. Di quelli che solo un Paese come l’Italia è in grado di offrire e che panorami e prelibatezze enogastronomiche provvedono a sublimare.

DATI TECNICI: 620 CV DI V8 AL SERVIZIO DEL TOURING

In uno scenario di tanta bellezza emerge con forza una grande protagonista: la McLaren GT. Bellissima, imponente per le sue dimensioni e per la sua presenza in strada. Le sue linee sono a tratti dolci (molto più morbide rispetto a quelle a cui ci ha abituato nel tempo la Casa di Woking) e a tratti muscolose. È un connubio di eleganza e di potenza dal “sapore” tipicamente britannico e che brilla per l’armonioso (e sensuale) senso di velocità che è in grado di trasmettere. Sotto un profilo stilistico ad emergere con forza sono il gigantesco (e spiovente) lunotto posteriore (con funzione soft-close di serie e sistema di apertura e chiusura elettrico opzionale), le grandi prese d’aria (davvero molto belle e massicce) poste alle spalle delle (scenografiche) portiere ad apertura diedrale, i gruppi ottici minimalistici e i mastodontici cerchi da 20 e 21 pollici di diametro (rispettivamente davanti e dietro e gommati di primo equipaggiamento con gli egregi pneumatici Pirelli P ZERO) alle cui spalle si staglia un impianto carbo-ceramico che sarebbe in grado di fermare anche un TIR (molto potente, ma migliorabile per modulabilità). Estrattore e feritoie di vario genere e sorta sublimano uno styling che non manca di attirare a sé sguardi ed attenzioni con magnetismo da top model. Ma la parte da attore protagonista, su una vettura come questa, non può che essere recitata da una componente: il V8 biturbo da 4.0 litri. Si tratta di un’unità (identificata con il codice interno M840TE) che sviluppa 620 CV di potenza e 630 Nm di coppia (un valore quest’ultimo, disponibile al 95% già tra 3.000 e 7.250 giri/min) e servita da una trasmissione a doppia frizione a sette rapporti, molto rapida in termine di cambiate e molto precisa in termini di innesti. Grazie ai suoi 405 CV per tonnellata di rapporto peso/potenza, la super-tourer britannica accelera da 0 a 100 km/h in 3.2 secondi e da 0 a 200 km/h in 9 secondi. Vantando inoltre una top-speed di 326 km/h. La raffinatezza tecnica di questa vettura (che ferma l’ago della bilancia a 1.530 kg di peso) è sublimata da un telaio monoscocca MonoCell II-T in fibra di carbonio, nonché da una dotazione di prim’ordine: al servizio del sistema troviamo infatti delle sospensioni in alluminio a doppio braccio oscillante con ammortizzatori idraulici in grado di fornire il continuo controllo di smorzamento (Proactive Damping Control). Il controllo dell’impianto avviene tramite un algoritmo del software (Optimal Control Theory) di ottimizzazione e gestione sviluppato per la 720S e sfrutta un input veicolato da sensori che “leggono” la strada interpretando quello che accadrà dopo (con capacità precognitive quindi), con un tempo di reazione di soli 2 millisecondi. Tre i driving mode (per telaio e motore e che lavorano in maniera indipendente l’uno dall’altro tramite regolazioni dedicate) messi a disposizione per assecondare le diverse esigenze d’impiego: Comfort, Sport e Track (quest’ultima indubbiamente la più divertente e vocata a sorridere a chi letteralmente ama la guida sportiva).

Ma insieme al motore, sulla McLaren GT, emerge con forza un altro grande attore co-protagonista: la capacità di carico. Sì perché la super-tourer inglese mette a disposizione degli oggetti ingombranti ben 570 litri di capienza tra davanti (150 litri) e dietro (420 litri). Ci potete mettere sia la sacca da golf che gli sci in compagnia di due trolley e molto altro. E no, non stiamo scherzando. Provare per credere. I due occupanti vengono confortevolmente coccolati da un abitacolo che li accoglie all’interno di uno spazioso (per una supercar) ambiente pregno di luce naturale (anche grazie al gigantesco lunotto posteriore e ai montanti di coda con inserti in vetro), che peraltro può essere incrementata grazie al tetto in vetro elettrocromico opzionale in luogo del pannello in fibra di carbonio proposto di serie. In pieno stile McLaren, l’abitacolo emerge per pulita razionalità. Non ci sono fronzoli, tutto è (sportivamente) minimalistico, eppure al contempo molto curato. Una soluzione che attinge a piene mani dall’estrazione corsaiola del marchio e dall’esperienza maturata in F1 dallo stesso. Le sedute contenitive sono comode e confortevoli e l’attenzione dedicata alla ricarica dei device mobili (nonché agli oggetti di piccole dimensioni) è più che ottima per due occupanti. L’interfaccia uomo-macchina è tutta affidata agli schermi e ai controlli touch-screen. La strumentazione TFT con schermo da 12.3” mantiene il pilota aggiornato su tutti (ma davvero tutti) i parametri della vettura (che vengono gestiti in maniera rapida da dei satelliti posti alle spalle di uno sterzo estremamente “pulito” e perfetto per diametro e impugnatura), mentre il display posto al centro della plancia (che meriterebbe maggiori dimensioni in verità e che potrebbe essere più rapido ed intuitivo) permette di rapportarsi con i sistemi di bordo e consente l’interfaccia con i dispositivi mobili. E se volete ancora di più, tra le opzioni c’è anche l’impianto premium Bowers & Wilkins con 12 altoparlanti e subwoofer in CFRP e altoparlanti midrange in Kevlar.

BREVI IMPRESSIONI DI GUIDA: DA TOURER AD ASTRONAVE IN TRE CLICK

Sormontata la soglia del telaio a vista messa allo sguardo dall’apertura diedrale della portiera si viene accolti in una triangolazione di guida a dir poco impeccabile e che fa tesoro di tutta l’esperienza accumulata in anni di competizioni nella top class dell’automobilismo sportivo (la Formula 1, ovviamente). La seduta è bassa, come è giusto che sia e le gambe stanno distese verso una pedaliera che vuole ricordare (vagamente) le monoposto da F1 (la gamba sx viene infatti un po’ “costretta” dal passaruota come a ricordare il box in cui stanno gli arti inferiori di un pilota di vetture Formula. Chiunque si sia mai seduto dentro ad una di queste vetture capirà cosa intendiamo dire). Tutto ovviamente è ampiamente regolabile in base alla statura del driver (in via opzionale i sedili sono dotati di regolazione elettrica ed anche di riscaldamento), a cui viene “messo in mano” uno sterzo estremamente preciso e diretto e che è un vero piacere da impugnare. Alle spalle di questo i paddles che seguono il volante nell’arco di tutta la sua corsa ed una strumentazione molto completa ed al contempo essenziale e che varia la sua infografica in funzione della modalità di guida inserita (bellissima quella proposta dalla Track, che riduce le informazioni al minimo essenziale come su un’auto da corsa al pari di come – tramite soluzione a configurazione variabile – fa la 720S, dando così più spazio ai giri motore ed ai principali parametri di guida). Una cosa che emerge con forza, su questa e su tutte le altre vetture McLaren, all’interno dell’abitacolo, è l’estrema attenzione riservata alla qualità dei materiali ed in particolar modo alle superfici metalliche: davvero sopra la media di tutto l’automotive moderno (segmento luxury compreso, ovviamente) prodotto “in serie” (teniamo fuori dalla metrica di giudizio – per ovvie ragioni – le hypercar prodotte in tiratura limitata che sono una cosa a parte). Il V8 – posto al di sotto del vano bagagli posteriore e collocato in posizione centrale – prende vita tramite pressione del pulsante start posto al centro del tunnel. E lo fa con un ruggito d’accensione che immediatamente fa accapponare la pelle e mettendo istantaneamente in chiaro di che pasta questa super-tourer è fatta. Ma bastano pochi metri per prendere confidenza con la vettura. La McLaren GT infatti non sbatte tutti i muscoli in faccia al conducente, anzi. La vocazione a macinare km è stata messa al centro di questo progetto. L’unità turbocompressa inglese non invoglia infatti a spingere da subito come con altre vetture della Casa di Woking, questo per via di un’erogazione più “ruvida” rispetto alla maggior elasticità dimostrata fino ad ora da 570S, 570S Spider e 720S che abbiamo avuto la fortuna e il piacere di provare.

Il che non significa per nulla che la sostanza manchi, anzi. Semplicemente l’8 cilindri britannico invita di meno ad approfittare delle sue esuberanti capacità rispetto a come le analoghe unità inglesi ci hanno nel tempo abituato, questo proprio per invitare il conducente a godersi di più il viaggio (con bagagli al seguito) che le sole esuberanti performance di cui la McLaren GT è capace. Almeno, finché il driving mode impostato rimane quello Comfort per telaio e motore. In tale modalità inoltre, anche il sound in abitacolo non diviene troppo invadente, anzi: mette gli occupanti al centro di un universo in cui a brillare è anche il comfort acustico. Il che, anche su una vettura di questo genere, non è necessariamente un male, soprattutto se dovete fare tanti km. Ma basta un semplice click (o due se insieme al motore volete cambiare la risposta del telaio o viceversa) e la supercar inglese inizia a dimostrarvi in maniera chiara di cosa è capace. La modalità Sport per il powertrain varia immediatamente la risposta del motore rendendolo più pronto, mentre quella analoga per l’handling irrigidisce le sospensioni allo scopo di rendere la vettura ancor più incline ai rapidi cambi di direzione. Tra quelle disponibili questa è infatti quella più indicata per divertirsi in strada. I controlli elettronici rimangono infatti sempre attivi e vigili a tutelare – come un buon padre – gli eventuali errori del driver consentendo a quest’ultimo di divertirsi in sicurezza. Ed anche la presenza del sound del motore in abitacolo inizia a farsi decisamente più sentire. Il cuore inizia a battere forte e la dimensione di “comfort zone” proposta dalla precedente modalità viene immediatamente spazzata via da quella ora impostata. Il propulsore diviene ora più graffiante e invita a danzare in rapida successione tra i cambi di direzione disegnando così un gran sorriso sul volto del pilota. Un’inarcatura tra le labbra che è destinata ad incrementarsi di gran lunghezza se si fa quel passo ulteriore verso le modalità Track per motore e telaio. Se il cuore del pilota della McLaren GT è infatti pronto a proiettarsi oltre la paura – possedendone però le dovute capacità tecniche – la vettura saprà ripagarlo con tutto quel che esso troverà al di là di questa staccionata: una dimensione di touring elevata ad un livello di velocità mai vista sino ad ora. In Track il buon padre lascia spazio al mostro che è in sé: la GT si scatena a e i controlli vengono in gran parte disabilitati al fine di rendere la guida quanto più pura e meno filtrata possibile. Le sospensioni si impostano verso la taratura più rigida possibile e il V8 è una pistola carica pronta a sparare. Se sapete guidare per davvero e amate le emozioni forti, qui troverete pane per i vostri denti: la GT è ora una nave spaziale che viaggia in curvatura. Lo spazio e il tempo si comprimono intorno a voi. Le curve si succedono alla velocità della luce e i cambi di direzione (complice anche uno sterzo direttissimo) sono a dir poco fulminei. La super-tourer inglese dimostra la precisione di un bisturi: al pilota basta pensare di impostare una traiettoria che la vettura immediatamente la percorre facendo battere il cuore all’impazzata. Ed il propulsore inizia a cantare tanto da far impallidire qualsiasi tenore. Che macchina eccezionale. Non c’è altro modo per definire questa GT. È semplicemente una vettura pazzesca, incredibilmente precisa e dotata di un carattere che se lasciato a briglie sciolte scatena più una tigre che un purosangue da corsa.

CONCLUSIONI: IL TOURING NON È MAI STATO TANTO VELOCE

Insomma: se il marinaio che è in voi ama tanto il mare calmo, quanto quello in burrasca, questa vettura saprà darvi tutte le soddisfazioni di cui eravate in cerca grazie ad un eccellente lavoro di sviluppo operato dai tecnici e dai tester McLaren. Difficile avere tra le mani una vettura tanto confortevole quanto in grado di trasportare così tanti bagagli e con prestazioni anche solo lontanamente paragonabili a questa. Impossibile trovare qualcosa di analogo in questa categoria. Un po’ come disse M a Bond in Casino Royale: “sapevo che lei è lei”. La McLaren GT è una certezza. In questo segmento, con queste caratteristiche, c’è solo lei. Il resto è visto, è noia. Lei inaugura una nuova era di touring ad alta velocità in una maniera mai vista prima d’ora (solo la 570GT aveva tentato qualcosa di analogo, ma rispetto a quest’ultima questo modello mette a disposizione ben 200 litri di bagagli in più. Non proprio robetta). Se volete viaggiare con tanti bagagli al seguito e non siete disposti a sacrificare niente (ma proprio niente) sull’altare della sportività (nonché del sex-appeal di una supercar biposto), questa è senza ombra di dubbio la vettura che fa per voi. Il prezzo di tanta meraviglia? In Italia si parte da 203.000 euro. E se ora avete l’acquolina in bocca, non vi resta che godervi il video in apertura (nonché sfogliare la gallery che trovate in calce) per sapere di più in merito al nostro viaggio e alla prova della McLaren GT. E non è finita qui. Perché da ora potrete vivere in prima persona le emozioni che abbiamo vissuto noi. Questa luxury-experience sarà infatti prossimamente acquistabile. Volete saperne di più e restare aggiornati? Scriveteci a: redazione@motoridilusso.com per diventare voi i protagonisti di una grande, imperdibile e indimenticabile esperienza!

UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A: | SPECIAL THANKS TO:

MCLAREN AUTOMOTIVE; CASTELLO DI GABIANO; KAVALLOTTA GOLF ACADEMY; CAVÓ; BEEL 1973; OTAM YACHTS

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