McLaren 570S Spider [Prova]: dall’Italia a Barcellona sulla roadster di Woking!
Abbiamo viaggiato da Milano a Barcellona sulla McLaren 570S Spider, ultima nata della gamma Sports Series che va ad aggiungere all’elevato appeal emozionale della coupé il fascino della guida con il vento tra i capelli. In Italia a partire da 214.450 euro
Prendete un fine settimana di inizio autunno che sa di fine estate. Prendete una delle cabrio più ambite e performanti del Pianeta e un weekend in una delle capitali europee più belle del Mondo. Mettete insieme tutto questo e km e km di strade curvilinee, veloci, strette e guidate e otterrete la ricetta di una tre giorni di relax perfetta per una breve fuga dal posto di lavoro al venerdì sera. Al centro di questo break di fine settimana lei: la McLaren 570S Spider, l’ultima nata della gamma Sports Series della Casa di Woking, che prende i contenuti sportivi, funzionali e pratici della 570S (da noi recentemente provata) per reinterpretarli in chiave ancor più emozionale tramite una rielaborazione che mette al centro dell’esperienza sensoriale il piacere della guida en plein air ad alte prestazioni. Ma facciamo un passo indietro. Siamo a Milano nella sera di venerdì 22 settembre 2017 – presso la concessionaria del costruttore inglese del Gruppo Fassina situata in via Ettore Ponti 8 – e stiamo ritirando la vettura che a partire dal giorno dopo ci condurrà dalla sede della nostra Redazione, a Novara, verso il dealer McLaren di Barcellona, ove nella giornata di lunedì 25 è prevista la riconsegna della vettura. Un evento mondano legato alla Fashion Week. Le vie di Milano che scorrono veloci lungo le fiancate della “nostra” supercar e una nottata quasi insonne per l’emozione del viaggio che ci attende il giorno successivo e che passiamo per lo più cercando l’hotel in cui dormire e la strada migliore da fare.
Tre colori dedicati per enfatizzare la bellezza di linee sensualmente sportive
Nemmeno il tempo di accorgersene e arriva così finalmente il mattino: una bella giornata di Sole di inizio Autunno che quasi non sembra tale e che invita a ripiegare il tetto all’ingiù. Ray-Ban d’ordinanza (praticamente obbligati per preservarsi dall’irradiazione solare, dal momento che le alette parasole – trattandosi di una roadster – sono di dimensioni abbastanza contenute) e una piacevole brezza mattutina tra i capelli, bagagli in macchina (che vengono accolti unicamente all’interno del vano anteriore da 144 litri di capienza, dal momento che lo spazio ad essi riservato alle spalle di pilota e passeggero presente sulla 570S coupé viene qui sacrificato per far posto all’hard-top ripieghevole) e muso in direzione del centro di Novara per il tempo di un caffè, ove la 570S Spider non manca di calamitare a sé attenzioni e sguardi, tra cui – ovviamente – il nostro. Seduti fuori al tavolino di un bar, cogliamo infatti l’occasione per lasciarci incantare dal fascino di questa bellissima roadster. Forme e volumi richiamano da vicino quanto già visto sulla coupé, esaltandone però le ammalianti linee sia grazie ad una tavolozza colori che guadagna tre cromatismi dedicati (ovvero il Curacao Blue, il Sicilian Yellow e l’elegante Vega Blue che “veste” l’esemplare che abbiamo in prova), che per via di una serie di soluzioni specifiche adottate lungo il retrotreno e dovute all’adozione del tetto rigido a scomparsa, il quale ha richiesto alcune modifiche allo scudo volto a proteggere il motore e l’adozione di due affascinanti “pinne” poste dietro i sedili e al cui interno trova posto il meccanismo di retrazione dell’hard-top, conferendo – se possibile – ancor più fascino e dinamismo alle già apprezzata e sensuale conformazione della coupé, che dal 2013 – su ogni McLaren stradale – trova ispirazione nella “birthday-girl” del mese, ovvero la P1, che spegne quest’anno (senza accusarle nella benché minima maniera) già cinque candeline sulla torta (nonostante la BP23 si appresti a breve a toglierle lo scettro di McLaren più estrema e performante mai prodotta per l’utilizzo stradale, attingendo a piene mani dall’eredità della leggendaria F1).
Forme sensuali ed eleganti che vengono corrisposte da un abitacolo che conferma la già apprezzata essenzialità sportiva vista sulla coupé, ma qui rielaborata in una chiave più “mondana” – grazie a rivestimenti dedicati – allo scopo di risultare meno “race-oriented” e maggiormente vocata alla fruizione quotidiana e al fascino della guida en-plein-air, proponendo così al fianco dell’immancabile Alcantara e delle apprezzatissime impunture a vista una serie di superfici in pelle con elementi a contrasto di fattura veramente pregevole e che contribuiscono nel conferire alla McLaren 570S Spider un fascino elegante che non fatica a non passare inosservato. Confermatissimi il display TFT da 10” della strumentazione posto dietro al volante sportivo a tre razze (alle cui spalle si ergono i bilancieri del cambio, realizzati in fibra di carbonio al pari di altri elementi dello sterzo) e lo schermo centrale IRIS touchscreen per la gestione di climatizzazione e infotainment, così come anche le casse audio dell’impianto Bowers & Wilkins proposto in via opzionale. Una lieve pressione sul pulsante start posto al cuore di una plancia che, rispetto alla 570S coupé, aggiunge solo il tasto preposto all’attivazione del meccanismo di retrazione del tetto, ed il V8 biturbo prende improvvisamente (e fragorosamente) vita, calamitando così immediatamente a sé anche quell’unico sguardo nel raggio di 10 km che sino ad ora aveva avuto l’insolenza di non prestargli la meritata attenzione. Il sound dell’unità inglese è turbinio di emozioni: corposo, cupo, vigoroso e “arrogante” come ogni buon propulsore che meriti di essere chiamato tale dovrebbe essere. Non si potrebbe chiedere di meglio su una vettura che fa del motore uno dei propri protagonisti assoluti. Un protagonista assoluto che non manca mai di far avvertire la propria presenza in ogni frangente di guida, soprattutto a tetto abbassato: una possibilità questa che – per ovvi limiti fisici – non può essere proposta sulla coupé e che rappresenta uno dei grandi fiori all’occhiello di questa roadster. Il fascino della guida a tetto aperto con motore posteriore centrale non ha eguali al Mondo e permette di avvicinare in maniera netta il pilota ad una delle emozioni più viscerali ricercabili all’interno di una supercar, ovvero quella di sovrastare l’udito, sopra ogni senso, con la prepotente sonorità del motore.
Hard-top ripiegabile con motore posteriore centrale: la garanzia di non passare inosservati!
Se la parte dell’attore protagonista è infatti su questa vettura – al pari che sulla coupé – sempre recitata dal motore, sulla McLaren 570S Spider questo deve (un po’ come Harrison Ford con Sean Connery nel terzo capitolo di Indiana Jones) dividere la scena con un talentuosissimo co-protagonista d’eccezione, ovvero l’hard-top ripiegabile al fianco del propulsore posteriore centrale: un prodigio di ingegneria che più che una soluzione meccanica sembra manifestare il fascino di una vera e propria opera d’arte. In grado di aprirsi e richiudersi in un totale di soli 15 secondi di tempo (e ad una velocità massima di 40 km/h), questo meccanismo rappresenta uno dei gioielli più preziosi alla corona di questa McLaren: l’aggravio di peso – rispetto alla 570S – è stato infatti contenuto in soli 46 kg, senza inficiare così nella benché minima maniera su appeal e prestazioni della coupé, mentre un deflettore in vetro smaltato può essere alzato o abbassato elettronicamente, riducendo l’intrusione del vento in cabina nel primo caso e incrementando la sonorità del V8 all’interno dell’abitacolo (nonché il flusso d’aria nello stesso, anche a tetto richiuso) nella seconda opzione. E agli amanti delle emozioni forti si rivolge lo sport system proposto in via opzionale, che dispone di ESG pensato per incanalare il sound dello scarico all’interno del cockpit. Ma come per ogni cosa bella c’è un dazio da pagare: alle alte velocità il fruscio aerodinamico si fa decisamente sentire e lo spazio che pilota e passeggero possono riservare ai bagagli da portar con sé diviene qui più risicato che sulla 570S a tetto fisso, ma d’altronde era difficile fare altrimenti e comunque a chi cerca maggior capacità di carico (e comfort in termini di isolamento acustico) la gamma Sports Series riserva una soluzione dedicata che si chiama 570GT. Qui l’obiettivo è un altro: sedurre ed emozionare con una vettura dal fascino elegante ma che nulla accetta di sacrificare sull’altare delle prestazioni.
E di questo possiamo immediatamente rendercene conto non appena percorsi i primi metri con il muso puntato in direzione della Spagna: la McLaren 570S Spider sembra non sapere essere una roadster e continua a comportarsi come la sorella coupé da cui deriva. Precisa, reattiva e con telaio (sempre in fibra di carbonio di tipo MonoCell II) e sospensioni (a doppio braccio oscillante, con ammortizzatori a doppia valvola, adattative indipendenti con barre anti-rollio anteriori e posteriori e dotate di molle in acciaio a doppia valvola) appositamente pensati per massimizzare il piacere di guida in curva, questa vettura emoziona, coinvolge e appaga i sensi del pilota mentre questo danza letteralmente tra una curva e l’altra. Una danza assecondata da un servo-sterzo elettro-idraulico incredibilmente diretto, da un impianto frenante carbo-ceramico di serie elevatamente potente e anche piacevolmente modulabile (non appena portato in temperatura), da un Brake Steer pensato per ridurre il sottosterzo, da un Performance Traction Control che ottimizza la trazione in qualsiasi condizione di guida, da un ESC con modalità Dynamic (per permettere la guida in drift) e da cerchi in lega da 19” davanti e da 20” dietro gommati, di primo equipaggiamento, con pneumatici Pirelli P ZERO CORSA. In cosa si traduce questa completissima e incredibile dotazione? In una guida veramente da paura! La McLaren 570S Spider è un fulmine nei cambi di direzione e a livello di sensazioni di guida non sembra voler pagare una virgola di scotto rispetto alla 570S coupé: precisa come la lama di un bisturi lungo le curve della strada panoramica che, fiancheggiando la Costa Azzurra (location perfetta in cui contestualizzare questa vettura), ci conduce verso i più veloci tratti autostradali che ci porteranno poi a scollinare lungo la Costa Brava, questa roadster appassiona e coinvolge con una guida funambolica che, di tanto in tanto, non si fa mancare qualche (goduriosa) derapata di potenza e con un onnipresente motore che spinge sempre con forza a qualsiasi regime. Fluido e regolare nell’erogazione quando necessita di essere più “educato”, il V8 biturbo da 3.8 litri inglese si dimostra sfacciato e prepotente nell’istante in cui gli si permette di “sgranchirsi le gambe”, manifestando così tutta la propria esuberante verve sia con un allungo che sembra infinito che con una coppia motrice tale da arricciare l’asfalto. Grazie ad un rapporto peso-potenza pari a 419 CV per tonnellata (valore indicato su peso a secco), a 570 CV di potenza (a 7.500 giri/min), a 600 Nm di coppia (tra 5.000 e 6.500 giri/min) e ad un cambio sequenziale a sette velocità (e all’immancabile Launch Control), la roadster di Woking mette a disposizione del pilota un potenziale davvero esplosivo: si parla di uno 0-100 km/h in 3.2 secondi, di uno 0-200 km/h in 9.6 secondi e di una velocità massima di 328 km/h (315 km/h con tetto aperto). Il tutto contenendo anche – grazie alla presenza del sistema start&stop (disattivabile) – consumi ed emissioni rispettivamente entro valori pari a 10.7 litri/100km e 249 g/km di CO2.
Eleganza sportiva per il fascino di una città cosmopolita
Numeri che, negli oltre 1.000 km di strada da noi percorsi, vanno a tradursi in un sorriso a 32 denti sulle nostre facce e in emozioni forti percepite dal cuore. I differenti colori e i diversi sapori di paesaggi e territori estremamente contrapposti tra loro (ovvero quelli di tre nazioni e altrettante coste, quelle di Italia, Francia e Spagna) scorrono velocemente sulla schiena della McLaren 570S Spider mentre questa si lascia alle spalle il Sole della nostra Penisola lungo la nottata franco-spagnola (peraltro ben illuminata dagli ottimi gruppi ottici Full-LED, che confermano potenza e profondità del fascio di luce già apprezzato sulla coupé) per andare poi a ritrovare la più radiosa (e vitale) stella della nostra galassia nella caliente mattinata catalana del giorno successivo. La Sagrada Família, Casa Batlló, Parc Güell, La Rambla, il monument a Colom, l’iconico porto di Barcellona, la spiaggia di Barceloneta e il lungomare della Costa Brava accolgono con il sorgere del Sole la roadster di Woking, che dopo il meritato sonno di una lunghissima traversata, inizia a far ruggire il proprio motore lungo le vie di della più famosa città della Catalogna (un’area di 32.114 km² che si estende dai Pirenei al Mediterraneo), che vanta più di un milione e mezzo di abitanti e che trasuda storia, arte e meraviglia architettonica pressoché da qualsiasi angolazione, grazie anche alle numerose opere realizzate dal celeberrimo ed estroverso architetto Antoni Gaudì. Il tempo di una colazione all’ombra della Sagrada Família (basilica cattolica i cui lavori presero il via nel 1882 e tutt’ora in corso di completamento) e ripartiamo alla volta del lungomare. Impostiamo la rotta sul sistema di navigazione, complessivamente agevole e intuitivo in termini di funzionalità, come il resto dell’infotainment (ma perfettibile in termini di precisione e reattività) e iniziamo a percorrere i larghissimi viali dello splendido capoluogo catalano lungo i quali la 570S Spider conferma l’elevata fruibilità già manifestata dalla coupé: pur essendo una vettura sportivissima e vocata alla ricerca delle prestazioni estreme, la roadster di Woking si dimostra infatti una vettura facile da utilizzare e a proprio agio nel traffico e nella quotidianità, aggiungendo però all’estrema versatilità della coupé anche quel non indifferente plus della guida tranquilla col vento tra i capelli in città. Un vero piacere nel corso delle giornate soleggiate, anche per chi ama le performance e l’appeal sportivo delle vetture con vocazioni estreme quale poi questa McLaren è.
Il tutto stando seduti all’interno di un abitacolo che mai (anche a tetto chiuso) opprime o affatica. Sebbene le sedute manifestino nella loro conformazione avvolgente tutta la loro indole sportiva (tant’è che in via opzionale sono disponibili anche con guscio in fibra di carbonio), non stancano minimamente né guidatore né passeggero, nemmeno dopo un viaggio lungo come quello da noi effettuato (salvo brevi soste, abbiamo guidato ininterrottamente dall’Italia alla Spagna!), aggiungendo a quanto elencato anche la funzione memoria per il sedile del conducente e una triangolazione di guida a dir poco perfetta. Oltre ad una strumentazione chiara, semplice e sempre ben leggibile in qualsiasi condizione di luce (e che cede peraltro posto alle immagini della retrocamera posteriore durante le manovre di parcheggio, a loro volta coadiuvate dai sensori). La città sfila agevolmente alle nostre spalle, come il mare al nostro fianco, mentre percorriamo le strade che da Barcellona si diramano lungo la Costa Brava, permettendo così al motore – uscendo dal traffico cittadino – di allungare nuovamente verso regimi di rotazione a lui più consoni rispetto al tranquillo “galoppo” cittadino. Il V8 biturbo inglese è un mostro di potenza e di sostanza: ha una “schiena” esagerata e una progressione sorprendente. Corposo fin dai bassi regimi, esplode passati i 4/5.000 giri/min allungando con veemenza verso la zona alta del contagiri nel corso di un crescendo emozionale che sa di infinito, senza far peraltro avvertire al pilota nemmeno un minimo di turbolag: un effetto quest’ultimo che si poteva (lievemente) percepire invece sulla 570S, confermando così tutta l’estrema bontà concettuale di questa Spider, che non si limita a portare come novità il tetto amovibile, ma che si presenta invece come un prodotto nuovo nella gamma Sports Series, connotato da caratteristiche tecniche, stilistiche ed emozionali dedicate e non semplicemente come una coupé divenuta anche cabriolet. Il tutto grazie anche ad un assetto che nulla fa rimpiangere della proverbiale maggior precisione direzionale delle varianti a tetto fisso: la McLaren 570S Spider è una roadster che vuole fare la coupé. Ed è un’interpretazione che le riesce benissimo: la scoperta di Woking è agile, sempre pronta e reattiva e non permette al pilota di percepire alcuna differenza in termini di capacità di handling rispetto alla 570S da cui deriva, senza costringere così quest’ultimo a rimpiangerla in alcun frangente di guida. Anzi. La variante a tetto apribile di questa McLaren, grazie ad un fascino tutto suo, si presenta forse ancor più carica di fascino e personalità rispetto alla coupé, rendendo così la scelta tra le due versioni assai ardua e forse unicamente limitata alla preferenza tra maggior vocazione all’eleganza o più marcata inclinazione alla sportività. Insomma: tra 540C, 570GT, 570S e 570S Spider, la gamma Sports Series McLaren ne ha davvero per tutti i gusti.
Guerra… A tetto aperto!
Il tempo di qualche scatto e qualche ripresa ed il caldo Sole catalano inizia a calare per cedere posto alla sera e alla rinomata movida di Barcellona, ove le proposte per trascorrere la serata certo non mancano tra ristoranti, locali, pub, discoteche e chi più ne ha più ne metta. Le luci della “city” scorrono veloci riflettendosi sulle sinuose fiancate della “nostra” McLaren 570S Spider mentre, con il tetto rigorosamente abbassato, ci rechiamo a cena in uno dei tanti locali presenti lungo La Rambla senza mai mancare di attirare gli sguardi di tutti i passanti che calcano le vie della città. Ci lasciamo tentare dalle delizie di qualche piatto tipico e allietare dai sapori, dai colori e dai suoni di una delle location più cosmopolite del Mondo per cercare di superare il trauma della separazione che ci attenderà il giorno dopo, quando a malincuore dovremo restituire la vettura nelle mani del legittimo proprietario. Una vettura che ha saputo letteralmente conquistarci grazie al suo duplice carattere: al contempo fruibile nell’utilizzo quotidiano, quanto brutalmente sfacciato non appena si decide di “sciogliere le briglie” di tutti i 570 CV messi a disposizione da un motore che non smette mai di stupire e che si dimostra pieno, reattivo, progressivo e ricco di sostanza in ogni condizione d’utilizzo e che trova un grande alleato nelle capacità dinamiche di una vettura nata per emozionare tra le curve. Una vettura ricca di fascino e di personalità e che ha tutte le carte in regola per sfidare in singolar tenzone competitors come la Porsche 911 Carrera Cabriolet o la Mercedes AMG GT Roadster, che si propongono sì ad un prezzo di listino inferiore a quello della scoperta britannica (rispettivamente a quota 115.241.01 euro e 141.290 euro) – in concessionaria da 214.450 euro – ma rispetto a cui ne devono a conti fatti temere tanto l’appeal quanto le prestazioni di quest’ultima. A voi la scelta insomma, a noi non resta a questo punto che goderci il nostro (meritato, nonché squisito) hamburger presso l’Hard Rock Café di Barça per poi recarci mesti mesti in Aeroporto, da dove rientreremo verso Malpensa per tornare in Redazione con ancora addosso i ricordi di un’emozione che difficilmente potremo mai dimenticare.