Lamborghini Countach. Icona Ribelle. [RETROSPETTIVA]
Nel 50° anniversario dall’inizio della produzione della Lamborghini Countach, vi portiamo alla scoperta di una vera icona, un monumento al design d’avanguardia che, ancora oggi, ipoteca i primi posti nelle classifiche delle auto più affascinanti della Storia dell’Automobile
Ci sono auto che segnano il loro tempo e poi c’è la Lamborghini Countach, incarnazione del lusso estremo, della velocità e di una bellezza senza eguali nella storia dell’Automobile. Tenetevi ben ancorati alla vostra sedia perché oggi [dopo avervi raccontato, in una nostra retrospettiva dedicata, della Diablo], nel 50° anniversario dall’avvio della produzione, vi portiamo alla scoperta di un capolavoro di ingegneria che ha ridefinito l’idea stessa di supercar, divenendo leggenda.
PERBACCO!
Perbacco! È questo il significato del nome di quest’auto, derivato da una espressione del dialetto piemontese “contacc!” per indicare stupore e meraviglia e che, come confermato anche da Marcello Gandini, veniva usata spesso come intercalare da parte di un operaio durante la realizzazione del prototipo. Quel nome sposava con eleganza le linee tese, gli spigoli vivi e le proporzioni impossibili: la Lamborghini Countach sembrava essere arrivata dal futuro o, meglio, da un altro pianeta. Bassa e larga, con le portiere a forbice e lo sguardo affilato come una lama, sfidava e faceva impallidire ogni canone stilistico tipico del design di quel tempo. Mentre le altre auto sportive rimanevano rigorosamente ancorate a forme più arrotondate e tradizionali, la Countach si ergeva come un’astronave aliena, pronta a sfrecciare sulle strade di tutto il mondo. La nascita di questo capolavoro rappresentò la rinascita della fenice Lamborghini che, dopo l’incredibile successo ottenuto con la Miura, rischiava di ricadere nel baratro. La fiducia della Casa di Sant’Agata Bolognese venne riposta ancora nelle mani di chi aveva già ampiamente dimostrato di avere nelle vene il sangue del Toro: l’ingegnere Paolo Stanzani, che ne curò la parte meccanica, e lo stesso “padre” della Miura, Marcello Gandini. L’obiettivo era chiaro: superarsi ancora una volta, plasmando la migliore vettura mai prodotta prima. Fu questo il cardine del connubio alchemico tra forme coniche filanti e curve, che avrebbero consacrato il modello agli altari del design d’avanguardia.
STILE E TECNICA
La vettura venne svelata a Ginevra nel 1971 con la sigla LP500 come “Idea Car”, un progetto audace che, forse con troppo ottimismo e voglia di osare, montava un motore V12 di 4.971 cm cubici con una potenza di 440 CV a 7.400 giri al minuto. I problemi di surriscaldamento e affidabilità spensero gli entusiasmi di questo tentativo, indirizzando la scelta verso il collaudato V12 progettato da Bizzarrini. Motore a parte, era nata colei che avrebbe rinnovato l’essenza delle sportive di Sant’Agata Bolognese. La Countach era divenuto il sogno proibito, tutti fremevano per averne una, tanto che Lamborghini dovette correre contro il tempo per riuscire a soddisfare le migliaia di richieste, trasformando il prototipo in una vettura di produzione. La versione di serie debuttò solo nel 1973 in un esemplare di colore verde brillante al Salone di Parigi. La LP 400, (sigla LP volta ad indicare la posizione del motore longitudinale posteriore) montava un 4.0 V12 da 375 CV, cambio manuale a 5 marce e una velocità massima dichiarata di 315km/h; il tutto per soli 152 fortunati proprietari. Un dettaglio stilistico e tecnico che ha reso celebre i primi modelli costruiti nel 1974 era il taglio sul tettuccio, necessario per fare spazio allo specchietto retrovisore in stile “periscopio” che le ha proprio dato il nome di Countach Periscopio: la più rara, costosa e ricercata tra quelle prodotte, specialmente per la purezza delle sue linee, prive delle grandi prese d’aria e soluzioni aerodinamiche che si sarebbero viste nelle versioni successive.
Nel corso della produzione, la Lamborghini Countach non ha mai smesso di evolversi e, nel 1978, fu riproposta con la sigla LP400 S e prodotta in 235 unità, facilmente riconoscibile rispetto al modello precedente per la gommatura a profilo ribassato e per l’eliminazione della scanalatura sul tetto. La S era più leggera e con un assetto ancora più estremo, tanto che furono segnalati problemi per la testa dei passeggeri. A seguito del clamore generato da alcune modifiche apportate alla sua LP400 S da parte del ricco magnate canadese e proprietario del team Wolf F1 Racing Walter Wolf, la Casa del Toro aggiunse tra gli optional l’iconico alettone posteriore a forma di “V”. Naturalmente, la maggior parte dei proprietari ordinò la vettura con questo alettone, benché di fatto riducesse la velocità massima della vettura di almeno 16 km/h.
Nel 1980 Lamborghini si trovò a fronteggiare una situazione economica complessa, dovuta a un calo di vendite e a problematiche di gestione finanziaria. Questo periodo di crisi aprì la strada a nuovi investitori, che acquisirono il controllo del marchio e iniziarono a ristabilirne le finanze e il prestigio. Durante questo rinnovamento, venne introdotta la Countach LP5000S, che si differenziava dai modelli precedenti per l’aggiornamento del motore, con la cilindrata aumentata a 4.8 litri e una potenza di 375 cavalli. Pur conservando il caratteristico design, l’incremento della potenza e della coppia migliorava l’esperienza di guida e rendeva l’auto più performante su strada. La LP 5000S ebbe un buon successo commerciale, contribuendo a riportare Lamborghini su una base più solida e a preparare la strada per modelli successivi ancora più avanzati.
Il 1985 rappresenta un anno di svolta per Lamborghini: mentre Ferrari è prossima a presentare la sua Testarossa, simbolo di potenza e innovazione, Lamborghini non poteva permettersi di rimanere indietro. È in questo contesto che venne introdotta la Countach LP5000 QV (Quattrovalvole), un modello equipaggiato con un motore V12 da 5.2 litri e testate a quattro valvole per cilindro. Questa innovazione migliora le prestazioni del veicolo, ma consolida anche la posizione di Lamborghini nella competizione con la storica rivale. L’ultima Countach, la 25° Anniversario, venne presentata nel 1988 per celebrare i 25 anni del Marchio, chiudendo, di fatto, un capitolo irripetibile della storia dell’automobilismo. Lanciata in un’epoca in cui l’idea di velocità e lusso aveva ancora un’aura quasi proibita, la Countach si congedava proprio mentre il mondo stava entrando nell’era dell’elettronica e della tecnologia avanzata. Numerose furono anche le versioni speciali, ma la sua essenza restava immutata: pura, selvaggia. Perfetta nella sua imperfezione. Per celebrare il cinquantesimo anniversario dal debutto della Countach, nel 2021 Lamborghini Automobili ha presentato una supercar ibrida ispirata al passato e denominata Countach LPI 800-4, prodotta in soli 112 esemplari quale tributo alla denominazione LP112 del primo prototipo firmato Stanzani-Gandini.
THE CANNONBALL RUN
La Lamborghini Countach è diventata un’icona popolare negli Stati Uniti soprattutto grazie al suo ruolo nel film cult “The Cannonball Run” del 1981, diretto da Hal Needham. La LP400 S utilizzata nel film è di colore nero con interni senape, ed è stata allestita con un’ala e due fari di profondità sul muso, 3 antenne e 12 tubi di scarico, nonché due strumenti supplementari davanti al posto del passeggero. Il film era basato su una vera corsa cross-country illegale, con lo scopo di attraversare nel minor tempo possibile gli Stati Uniti, partendo da New York per arrivare a Los Angeles. Il cast era davvero stellare, riunendo diverse celebrità del cinema degli anni ’80. Tra i protagonisti spiccavano: Roger Moore, Dean Martin, Sammy Davis Jr., Farrah Fawcett, Adrienne Barbeau e Tara Buckman. Proprio queste ultime due attrici guidano la Countach con audaci manovre e spettacolare velocità, contribuendo a consolidarne la fama e facendola entrare nell’immaginario collettivo come vera auto dei sogni. Tra le scene più memorabili c’è l’inseguimento iniziale, durante il quale la colonna sonora si fonde con l’iconica melodia del 12 cilindri a carburatori della Countach. Grazie alla sua apparizione nel film, quest’auto è anche diventata un simbolo della cultura cinematografica oltre che di quella automobilistica, tanto da essere commemorata dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
CAPOLAVORO SENZA TEMPO
Se la Miura aveva stupito il mondo intero per le sue linee e il suo DNA tremendamente sportivo, il merito della Countach è quello di aver consacrato il marchio Lamborghini come uno dei produttori di supercar più prestigiosi e iconici al mondo. Affascinante e fuori da ogni schema, la Countach riesce ancora oggi a lasciarti senza fiato, una macchina venuta dal futuro e che, per quello che rappresenta, non potrà mai appartenere al passato. Le sue linee e il suo motore risvegliano il nostalgico ricordo di un tempo in cui l’automobile era sinonimo di libertà assoluta. E forse, è proprio questo che la Countach rappresenta: un sogno audace e indomabile. Un fuoco vivo che non potrà spegnersi mai. Ammiratela, non vi resterà che esclamare a gran voce…Contacc’!!!