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Mazzanti Automobili: come nasce una hypercar di Pontedera

Siamo stati a Pontedera per capire come nasce una hypercar marchiata Mazzanti Automobili e abbiamo scoperto un mondo fatto di passione, lusso, esclusività e… Tanta artigianalità made in Italy!

Pontedera – Un simbolo di artigianale italianità. È questo quel che si propongono di rappresentare le vetture di Mazzanti Automobili, un marchio che fa del preservare la tradizione della cultura automobilistica del Bel Paese la sua mission principale e che – in un’epoca in cui anche le supercar più esclusive sono costrette ad inginocchiarsi alle logiche di mercato e a quelle aziendali dei grandi Gruppi (condividendo quindi con altri modelli in listino degli stessi soluzioni e componenti) – mira a restituire al cliente finale un prodotto unico, altamente emozionale e in grado di rappresentare quell’estro stilistico e progettuale proprio del made in Italy applicato all’automotive che globalizzazione ed economie di larga scala hanno portato un pochettino, negli ultimi tempi, a perdersi.

Pontedera, a pochi km da Pisa, sorge l’Atelier Mazzanti Automobili in cui prendono vita alcune delle hypercar più esclusive del Mondo e che si propongono di portare nell’automotive quell’estro stilistico artigianale italiano tipico di una delle Regioni più belle del Pianeta: la Toscana

La passione legata alla tradizione

Un prodotto esclusivo, ambito, stimato e riconosciuto e che nasce a Pontedera (a pochi km da Pisa), nel cuore della Toscana: una delle Regioni più belle dell’Italia e del Mondo. La vera e propria culla del Rinascimento Italiano, ovvero il periodo artistico universalmente riconosciuto come quello maggiormente florido e proficuo nella storia dell’umanità: evidenziando così lo stretto legame esistente tra questa terra e l’estro stilistico di quei progettisti che – come nel caso di Luca Mazzanti (di cui potrete leggere l’intervista completa nei prossimi giorni) – si ritrovano ad elevarsi ad artisti. E proprio dalla storia di questo luogo deriva il nome Evantra (l’identificativo che sta alla base della famiglia di modelli attualmente presenti all’interno della gamma del costruttore italiano), che deve la sua origine alla tradizione etrusca, demarcando così ulteriormente quel concetto di artigianalità italiana frutto di una tradizione millenaria e già espresso per la prima volta con la Antas, prima one-off pensata per farsi portavoce di soluzioni e stilemi che avrebbero poi contraddistinto tutte le vetture del marchio Mazzanti Automobili.

Stilemi che oggi ritroviamo – elevati all’ennesima potenza – su tutti e tre i modelli attualmente presenti all’interno del listino del costruttore di Pontedera, ovvero EvantraEvantra 771 e Evantra Millecavalli, tre hypercar al contempo tanto simili quanto diverse tra loro e che trovano sì la loro base concettuale comune nell’Evantra “standard”, ma che vanno a distinguersi tanto per soluzioni stilistiche e aerodinamiche dedicate quanto per tipologia (e potenza) del powertrain impiegato: cuore e anima dell’Evantra è infatti un V8 in alluminio aspirato da 7.0 litri (che condivide solo alcune componenti con un’unità di origine americana) in grado di sviluppare 751 CV di potenza e 860 Nm di coppia (+ 20 CV invece per la 771, che mette in campo appunto un totale di 771 CV di potenza), mentre a muovere la “mostruosa” Millecavalli è invece un otto cilindri a V da 7.2 litri biturbo da 1.000 CV di potenza e 1.210 Nm di coppia. Valori impressionanti che valgono alla prima uno 0-100 km/h in meno di 3.0 secondi ti tempo e una velocità massima superiore a 360 km/h e alla seconda uno scatto verso i 100 km/h con partenza da fermo in 2.7 secondi e una top speed di oltre 400 km/h.

In foto la Antas: prima one-off realizzata da Mazzanti e che introdusse stilemi e soluzioni che avrebbero poi influenzato il linguaggio stilistico delle hypercar di Pontedera che sarebbero arrivate a seguire

La fortuna di aver assistito alla nascita della prima Millecavalli!

E proprio la versione definitiva del primo esemplare (di un totale di soli 25 previsti) di quest’ultima era in fase di realizzazione nel corso della nostra visita all’Atelier Mazzanti (finalizzata a comprendere come queste vetture vedono la luce), permettendoci così di essere tra i pochissimi che hanno avuto la fortuna di poter assistere ad un’avanzata fase della “gestazione” di questa esclusivissima e potentissima hypercar italiana, presentata per la prima volta dinnanzi al grande pubblico nel 2016 al Salone dell’Automobile di Torino – Parco Valentino (di cui provvederemo, come di consueto, a fornirvi un dettagliato report live anche dell’edizione 2017, che andrà in scena dal 7 all’11 giugno) in versione semi-definitiva e che arriverà su strada per la fine del mese di giugno praticamente pronta per essere consegnata. Un vero gioiello da vedersi, che esattamente come un prezioso all’interno di un contenitore, vede qui la propria pregiatissima carrozzeria in fibra di carbonio preservata al di sotto di una speciale pellicola protettiva.

In posizione posteriore centrale trova invece posto il vero attore protagonista della Millecavalli, ovvero il powertrain: una mastodontica unità che abbiamo il piacere di osservare all’esterno della vettura fissata su un supporto e montata al di sopra di un telaietto (completamente realizzato internamente) – quest’ultimo verniciato dello stesso colore di molti particolari, come roll-bar e pinze freno (un canone stilistico che sino ad ora il costruttore dichiara essere stato particolarmente apprezzato) – che rimane parzialmente esposto alla vista. Quando posizionato sulla vettura, il propulsore viene poi fissato alla stessa tramite 14 bulloni. Questo V8 è un vero e proprio spettacolo da guardare: un gioiello di ingegneria che ricorda sotto tanti aspetti alcuni grandi capolavori di arte orafa. Le sue dimensioni – grazie anche alla presenza di due gigantesche turbine poste ai lati – impongono rispetto, lasciandoci quasi senza fiato mentre gli scorriamo intorno per rimirarne tutti i curatissimi dettagli della tradizione artigianale di cui questo V8 si fa ambasciatore. Tra questi – come dei gioielli su una corona – gli scarichi prototipali realizzati a mano ed i collettori, che lasciano alla vista saldature e soluzioni che più che di meccanica “sanno” arte scultorea. Sebbene l’azienda possa contare anche su fornitori esterni per la realizzazione di questo impianto – da cui sarà poi “firmata” la versione definitiva dello stesso – Mazzanti preferisce infatti possedere un know-how interno anche in merito a questa componente, allo scopo di valutarne al meglio conformazione e dispersione termica, per dare così al fornitore il disegno della stessa: un disegno che “trasuda” la propria vocazione racing praticamente sotto ogni aspetto, grazie a due wastegate a quattro uscite, al cui centro delle stesse trova spazio una luce intermittente che richiama alla memoria quella impiegata sulle monoposto da Formula 1 e pensata appositamente per quando la vettura verrà impiegata in pista.

Il prototipo della Mazzanti Evantra in azione su strada (di cui vi racconteremo prossimamente la nostra esperienza a bordo dello stesso). Questa vettura è un vero e proprio laboratorio viaggiante su cui sono al momento in fase di sperimentazione alcune soluzioni che verranno poi trasportate su EvantraEvantra 771 e MillecavalliAbbiamo avuto la fortuna di essere stati tra i pochissimi al Mondo a salire a bordo di questa incredibile vettura che, in questo allestimento, è in grado di sviluppare oltre 760 CV di potenza

Artigianalità italiana

Sospensioni MacPherson sia davanti che dietro, dischi carbo-ceramici e trasmissione CIMA (disponibile sia robotizzata che sequenziale a sei o a sette rapporti) completano la dotazione tecnica della Mazzanti Millecavalli, che abbiamo il piacere di osservare in avanzata fase di gestazione mentre i ragazzi del team di Pontedera stanno ancora lavorando su numerose componenti della stessa (come testimoniano i master di alcune componenti che verranno poi passati all’azienda che li realizzerà in fibra di carbonio), una vettura che, per volontà dell’azienda e di colui che l’ha ordinata, promette una certa dose di sana e goduriosa “ignoranza”. Particolari con logo del costruttore in bella vista, scatola esterna del filtro e serbatoio dell’olio (quest’ultimo specificatamente pensato per far fronte a ingombri e necessità di questo modello) realizzati a mano (come praticamente ogni componente di questa vettura) contribuiscono nel conferire a questa vettura quel fascino artigianale ed esclusivo tutto italiano di cui questa hypercar si fa portabandiera. Un fascino artigianale che viene ulteriormente sottolineato da un impianto elettrico completamente realizzato a mano e sviluppato da zero per ogni singolo modello. Un apposito tecnico (dotato di pluriennale esperienza nel settore) studia infatti l’intero cablaggio di queste vetture in base alle specifiche esigenze di ognuna di esse (la Millecavalli necessita infatti di un impianto completamente diverso da quello dell’Evantra): solo quando questo sarà poi stato completamente definito verrà a quel punto commissionato ad un’azienda terza, ma prima di allora l’impianto elettrico viene studiato internamente filo per filo e funzione per funzione.

Gli artigiani Mazzanti Automobili al lavoro su una vettura in fase di allestimento. Prima di montare le componenti definitive sull’auto, hanno a loro disposizione un telaio di prova su cui testare dimensioni e ingombri delle componenti che andranno poi fissate sul modello definitivo

Tutta l’artigianalità di questa vettura è inoltre testimoniata da dime e maquette che vengono impiegate per provare ingombri e dimensioni delle componenti che dovranno poi essere montate sulla vettura definitiva. Un telaio di prova permette infatti l’installazione di una carrozzeria prototipale su cui poter valutare l’assemblaggio delle componenti, cruscotto e interni compresi (nel corso della nostra visita gli uomini Mazzanti stavano lavorando su dashboard e infotainment della Millecavalli, allo scopo di dare forma alle dime per le componenti in fibra di carbonio – che verranno realizzate da una ditta esterna – atte ad ospitare al loro interno questi importantissimi elementi della vettura). Questa struttura permette inoltre di lavorare anche su vano motore e roll-bar integrato nella carrozzeria, esprimendo appieno tutto il valore tailor made di cui il costruttore di Pontedera si fregia: qualora questo avesse infatti la necessità di riprodurre un interno, cambiandolo però nei materiali e nei dettagli per richiesta del cliente, le stampe riproducibili potranno consentirgli di effettuare agevolmente il lavoro necessario allo scopo di meglio ottemperare alle esigenze del customer. Al fianco di questa struttura di prova una porta su cui gli uomini della Casa italiana lavorano per la reingegnerizzazione del sistema alzacristalli e il vero e proprio piatto forte di quest’area dell’atelier toscano, ovvero un prototipo (sui cui siamo stati invitati a salire per provare l’emozione dell’esperienza di guida, da passeggeri, al fianco di Luca Mazzanti e di cui vi parleremo nel dettaglio nelle prossime settimane) che sta facendo km per acquisire dati necessari per lo sviluppo di Evantra (che sarà a breve oggetto di un lieve restyling) e Evantra 771 (per quest’ultima si sta pensando di realizzare anche un motore ad hoc), ma anche per sviluppare una serie di componenti che verranno a breve portate sulla Millecavalli.

Questo insomma il ciclo produttivo volto a dare alla luce una hypercar marchiata Mazzanti Automobili. Ma sono ancora molte le domande e le curiosità che ci attanagliano mentre diamo uno sguardo a questi autentici pezzi di arte motoristica che abbiamo la fortuna di osservare all’interno del loro habitat naturale. Motivo per il quale sottoponiamo le nostre questioni a Niccolò Englaro, Responsabile Sales & Marketing di Mazzanti Automobili.

In foto la Mazzanti Millecavalli: uno dei progetti più impegnativi mai sostenuti dal costruttore di Pontedera nel corso della sua storia e dato alla luce in seguito alla richiesta di un cliente svizzero. Ne saranno assemblate solamente 25

Quanto dura la “gestazione” di una Evantra?

“Una vettura Evantra ‘base’ richiede circa 10 mesi per la realizzazione. La Millecavalli oltre un anno, intorno a 13/14 mesi. La nostra struttura può al momento garantire la produzione di 5 vetture all’anno: quindi noi possiamo iniziare ad assemblare 3 vetture e portarle avanti contemporaneamente. Qualora ci arrivassero tutti e 5 gli ordini lo stesso medesimo giorno noi partiremmo con le prime 3. Quando queste saranno in fase di telaio avanzato (dotate quindi di telaio completato, di interno allestito e con powertrain in fase di lavorazione) saremo in grado di iniziare a produrre le altre 2. A distanza di circa 4/5 mesi da un lotto dall’altro saremmo quindi in grado di prendere in gestione la produzione di tutti e 5 gli esemplari”.

Le vetture Mazzanti Automobili sono prodotti unici al Mondo. Il cliente viene invitato ad osservare la propria automobile prendere forma nel corso della realizzazione allo scopo di comprendere a fondo la filosofia che sta alla base della realizzazione di queste incredibili hypercar da collezione. In foto: un modellino della Evantra, ovvero uno dei tanti gadget presenti all’ingresso dello stabilimento di Pontedera e disponibili per il cliente finale

Quali sono le richieste più frequentemente rivolte dai clienti? E quali le più particolari?

“Le richieste, essendo comunque l’Evantra una vettura già particolare di suo e che nasce da un concetto unico (quello di realizzare auto in pochi esemplari, che divengono quindi pezzi d’arte da collezione, in numero limitato e non ripetibili) non sono per ora molto stravaganti. I clienti richiedono generalmente una costruzione in collaborazione con il sig. Mazzanti. Es: ‘voglio la vettura bianca, ma lascio a lei la scelta sulla tonalità del colore’. Una realizzazione insomma che va molto di pari passo con noi come azienda, in particolar modo con la persona del sig. Mazzanti. Richieste particolarmente stravaganti non ne abbiamo al momento avute, ma impegnative sì: per esempio la Millecavalli in sé è stata per noi una richiesta molto impegnativa. Anche per la realizzazione dell’interno, nel senso che questo è stato studiato con il cliente, il quale ha richiesto di partire da zero. Quello che noi garantiamo – anche senza questa personalizzazione estrema – è comunque l’unicità delle vetture: nel senso che se venissero ordinate due vetture bianche con gli interni dello stesso colore sicuramente i dettagli di un proprietario e dell’altro varieranno di vettura in vettura. Essendo poi l’Evantra un modello che durerà nel tempo (7/8 anni, come solito per questa vetture) e avendo una produzione di 5/6 esemplari all’anno, anche chi avrà un’Evantra ‘base’ (che poi ‘base’ non è mai) entrerà comunque in possesso di un oggetto estremamente esclusivo. Quello che noi definiamo come allestimento standard è la configurazione dell’Evantra che non è né 771 né Millecavalli, ma che può comunque beneficiare di un elevato grado di personalizzazione. Il concetto di Evantra non è avere un’automobile a prezzo finito + optional: si studia nel prezzo finito una configurazione che possa andar bene al cliente. Se poi ci sono richieste particolari, come l’ingegnerizzazione di alcune componenti o il cambiamento di altre, queste andranno poi allora ovviamente a influire su prezzo e tempi di consegna”.

In foto: la Mazzanti Evantra 771, modello che si pone a metà strada tra la Evantra “standard” e l’esuberante Millecavalli. Non si può descrivere a parole la bellezza di questa vettura quando la si osserva dal vivo

Quanto costa una Evantra?

“Una Evantra viene commercializzata ad un prezzo di circa 800.000 euro. Tasse escluse, ovviamente, anche perché vendendo noi in tutto il Mondo il prezzo varia di Paese in Paese. Per una Millecavalli si va oltre il milione di euro”.

Di che nazionalità è il proprietario della Millecavalli? Ci sono anche clienti italiani?

“Il proprietario della Millecavalli è svizzero. A noi fa piacere sapere che la prima Millecavalli rimarrà in Europa. Il mercato italiano è al momento inesistente. Abbiamo clienti italiani ma che non abitano in Italia. Questa è una soddisfazione che vorremmo toglierci: quella di immatricolare una vettura italiana. E speriamo di poterlo fare in breve termine”.

Quali sono i mercati principali di Mazzanti Automobili?

“Producendo noi 5 vetture nell’arco di un anno non possiamo parlare di mercati principali in senso stretto. Andiamo molto forte in Medioriente e nel cosiddetto Far East (Cina e Giappone). C’è molto interesse per le nostre vetture anche negli Stati Uniti, ma ci vorrà un bel po’ per arrivare negli States a causa delle omologazioni. Bisogna valutare la convenienza di un’operazione del genere, soprattutto per chi fa numeri piccoli come noi, però abbiamo tanti seguaci in America, soprattutto a Miami e in California, ovvero dove risiedono i principali collezionisti vetture di questo genere. E poi qualcosina anche in Europa. Abbiamo tanta richiesta dall’Oriente: loro hanno un mercato saturo di vetture italiane che una volta era considerate sinonimo di lusso estremo (come ad esempio Ferrari e Lamborghini). Da quando è arrivata la Pagani ‘a fare breccia’ si è aperto un’altra dimensione nel mondo delle hypercar. Questi appassionati sono quindi alla ricerca di marchi italiani (chiaramente dotati di una storia) ancor più esclusivi: sono collezionisti molto attenti, giovani e che cercano appunto dei nuovi brand che abbiano qualcosa da dire e che rappresentino un nuovo status symbol. Gli appassionati di massa in quei Paesi hanno vetture come Ferrari e Lamborghini: chi vuole distinguersi punta ad altro. A qualcosa di italiano ma di molto più esclusivo”.

Gli interni del prototipo Evantra su cui abbiamo avuto la fortuna di salire a bordo. Sebbene caratterizzato da una veste non definitiva, anzi, impiegata solamente per le fasi di collaudo, questa configurazione del cockpit permette di apprezzare tutto il fascino marcatamente racing, minimalista e prototipale di queste vetture che si propongono di esprimere il fascino dell’artigianalità italiana nel Mondo

Qual è l’età media di un cliente Mazzanti?

“Nell’est i clienti sono giovani: hanno poco più di 30 anni. In Europa e dalle altre parti del Mondo si va dai 45 in su. Sono persone ‘mature’, che hanno un business loro e che sono in grado di dare il giusto valore a una vettura di questo tipo. Conoscono pregi e ‘difetti’ di una vettura artigianale: sono quindi persone in grado di capire il prodotto Mazzanti”.

Dal momento dell’ordine quindi passa più di un anno?

“Più o meno sì, poi dipende. I cambiamenti spesso vengono fatti ‘in corsa’. Noi tendiamo a voler coinvolgere il cliente, compatibilmente con i nostri e con i suoi impegni in primis. Per esempio il cliente svizzero – che è abbastanza vicino – con una media di una volta al mese viene in azienda a vedere lo stato d’avanzamento della vettura. Ma anche altri quando possono, circa una o due volte all’anno, vengono qui”.

L’ordine si effettua direttamente qua in azienda?

“Sì. Noi tendiamo sempre a voler includere il futuro cliente o il collezionista in questa realtà in modo da permettergli di vivere il significato di una vettura Mazzanti. Fargli vedere come nasce una vettura e coinvolgerlo nel progetto, anche perché la filosofia di quest’automobile è legata a quel che vi sta dietro. I clienti rimangono generalmente innamorati della filosofia aziendale: di avere una vettura che nasce in 9 mesi – come una sorta di gravidanza – e di osservare il loro ‘bambino’ crescere mese dopo mese nella ‘pancia della mamma’. E quindi amano venire qui, fare cambiamenti, sedersi sulla vettura, chiacchierare con il sig. Mazzanti, avere la sua opinione e molto altro ancora. Sono tutte cose che chi ha modo di farle (per chi viene dall’Asia non è ovviamente semplice: però c’è anche chi si ritaglia quella volta o due nell’arco della realizzazione per recarsi presso il nostro atelier) le fa. Il messaggio che vogliamo far passare è la filosofia che sta dietro a questo progetto: per volontà del sig. Mazzanti non vorremmo mai arrivare a fare 30/40 vetture all’anno, proprio perché si dovrebbe necessariamente costruire una sorta di catena di montaggio. L’idea è quella di arrivare a un tetto massimo di 10 vetture e mantenere questa filosofia. Chiaro che quando un’Evantra è approvata i processi sono più snelli. Anche i fornitori sanno già che cosa devono fare quando il progetto è completamente approvato, però rimane il fatto che queste vetture vengono realizzate a mano”.

Non si può non essere colpiti dal fascino di una di queste vetture: mentre eravamo a bordo di questo prototipo la gente ci scattava foto e ci faceva filmatiStare a bordo di una Evantra vuol dire sentirsi un po’ come Brad Pitt. Ma quando si va a richiamare il gas la sensazione di esuberante e dirompente potenza lascia, al fascino di sentirsi divi di Hollywood, posto al gusto di sentirsi un po’ Michael Schumacher…

Immaginiamo quali difficoltà avrete avuto con i vari fornitori nel richiedere particolari “customizzati”…

“Il problema, soprattutto nei primi anni, era quello di interloquire con un fornitore e dire: ‘me ne serviranno 5 in un anno di questi pezzi’ oppure: ‘quello dopo non so se sarà uguale a quest’altro’. Adesso, per via del livello che ha raggiunto l’azienda – un livello che anche dai collezionisti è ritenuto solido – tendiamo a invitare anche i fornitori a visitare la nostra realtà di cui andiamo orgogliosi. Perché comunque costruire una hypercar in Italia, ma lontano dalla Motor Valley, è un segnale che vogliamo dare: che lo spirito imprenditoriale italiano non è morto. C’è ancora modo di creare qualcosa che sia in grado di stupire. Abbiamo dei fornitori che ci affiancano, ci apprezzano e vogliono far parte di questo tipo di realtà”.

Handmade in Italy: fatto a mano in Italia. In una sola frase, che campeggia all’ingresso dell’Atelier di Pontedera, è racchiusa tutta la filosofia Mazzanti Automobili

Su quale servizio di manutenzione possono contare i clienti delle vostre vetture

“La manutenzione delle vetture la realizziamo esattamente nel modo in cui questi clienti si aspettano che venga realizzata. C’è chi è arrivato prima di noi e ha ‘settato’ i canoni che dobbiamo rispettare, che comprendono sostanzialmente di interloquire direttamente con il cliente. Noi abbiamo dei punti d’appoggio, delle officine di un certo tipo, con cui abbiamo delle collaborazioni che hanno sostanzialmente il compito di ritirare la vettura al cliente. Molte volte ci muoviamo direttamente da qui per capire qual è il problema, anche se il più delle volte si tratta di manutenzione ordinaria. È uno standard che volevamo garantire e a cui ci siamo dovuti adattare, anche perché chi possiede questa vettura di solito colleziona più vetture. Essendo riconosciuta come un’auto unica questa viene, il più delle volte, usata raramente: quindi si tratta per lo più di ordinaria manutenzione”.

Ansiosi di saperne di più? Restate con noi nelle prossime settimane: il nostro viaggio all’interno dell’universo Mazzanti Automobili non è finito! Nei prossimi giorni, ne vedrete delle belle (hypercar)!

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