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Lamborghini Huracán Tecnica [Prova]: tra i colli bolognesi coi 640 CV del Toro

Sportiva come nessun’altra e con un sound (e un motore) d’altri tempi. Abbiamo passato una giornata tra i colli bolognesi in compagnia di Lamborghini Huracán Tecnica. Ecco come è andata la nostra esperienza. Allacciate le cinture e buona lettura, nonché buona visione!

IL CONTESTO: DA SANT’AGATA BOLOGNESE A CASTEL SAN PIETRO TERME PER VIVERE UN’EMOZIONE PIÙ BOLOGNESE CHE MAI

Sant’Agata Bolognese – Il sole che si erge nelle campagne bolognesi. L’aria un po’ frizzantina di una primavera che stenta ad arrivare e tanta, tantissima emozione in corpo. E lei. Gialla. Che ci aspetta dinnanzi all’ingresso della sede storica della Casa del Toro. Stiamo parlando della Lamborghini Huracán Tecnica, ovvero l’ultima evoluzione della V10 da 5.2 litri del famosissimo costruttore di supercar italiano (se si esclude la STJ realizzata in tiratura limitatissima a 5 unità) e che segna il canto del cigno di questo modello prima dell’unveiling della sua erede a 10 anni esatti dalla sua presentazione al Salone di Ginevra. Un’emozione grande, grandissima. Di quelle che si provano solo nel ritirare vetture come queste in degli spazi che raccontano una storia significativa come solo quelle italiane sanno essere.

Qua infatti è dove, da dopo quella famosissima provocazione avvenuta da parte del Drake nei confronti di Ferruccio Lamborghini, hanno iniziato – e continuano tutt’ora a distanza di decenni – a vedere la luce dei sogni chiamati Automobili Lamborghini. Come ben sapete infatti, la leggenda narra che nel 1962 Ferruccio Lamborghini, che all’epoca produceva ‘solamente’ trattori, si recò da Enzo Ferrari per fargli notare che le sue frizioni potevano essere, diciamo così, migliorate. Pare che quel che ne scaturì fu una conversazione abbastanza accesa tra i due che culminò con un Drake tonante con qualcosa come: “lei si preoccupi dei trattori che alle automobili sportive ci pensiamo noi!”. Non lo avesse mai detto. O forse: per fortuna che lo ha fatto! Un anno dopo, nel maggio del 1963, prese vita una leggenda che da 61 anni arriva fino ai giorni nostri. E arriva fino a qua, dove noi oggi ci troviamo ad avere il piacere e l’onore di prendere in consegna uno dei più recenti capolavori del Toro, ovvero proprio la Huracán Tecnica, che rappresenta appunto l’apice dell’evoluzione di questo modello, nonché lo stato dell’arte del V10 aspirato secondo Lamborghini e in compagnia della quale andremo a passare una bellissima giornata ricca di emozioni tra i colli bolognesi.

Un mito. Un sogno. Un’icona che per chi vi scrive rappresenta la fiamma che accese quella grande passione che lo ha portato oggi qui ad essere dove è ora. La prima immagine. Il primo ricordo che personalmente ho di un’automobile è proprio quello di una Lambo. Una Countach. Nera. Su due pagine in apertura di un servizio giornalistico di una nota rivista automobilistica italiana in un numero di fine anni ’80. Ero appena un bambino, ma quel design realizzato seguendo una linea unica, così anticonvenzionale, così estremo e diverso, mi folgorò immediatamente. Un’emozione intensa, che a distanza di oltre 3 decenni va oggi a concretizzarsi nella presa in consegna di una 10 cilindri aspirata del Toro. La notiamo brillare sotto al sole da oltre il vetro mentre compiliamo i documenti per la presa in consegna. E l’emozione cresce forte in noi mentre chi di dovere a Sant’Agata Bolognese ci conduce verso di lei consegnandoci le chiavi. Una veloce ma dettagliata spiegazione della vettura. E poi. E poi quella leva della pulsantiera di derivazione aeronautica che si solleva. Ed il pulsante start che la porta alla vita. Come il tocco di Dio nei confronti di Adamo. Come a segnare il passaggio da ‘oggetto’ a qualcosa di vivo, con un cuore, con un’anima. Ed il 10 cilindri a V di grande cubatura che squarcia l’aria con il suo ruggito. Roco, cupo, intenso. Basta quella ‘vibrazione’ al minimo per scuotere un animo. Per ricordarci che alla fine, è per emozioni come queste che viviamo. E sono emozioni come questa che ci fanno sentire vivi. Una giornata, dicevamo, di quelle che non si dimenticano nella vita. Di quelle che si racconteranno a chi verrà come qualcosa di indelebile affinché questa emozione viva in loro come in noi e come in voi che ci leggete. Mettiamo la prima cliccando verso di noi con il paddle di destra mentre il plurifrazionato italiano inizia a spingere forte alle nostre spalle. Dinnanzi a noi solo la strada. I rettilinei, le curve, i tornanti. E una location da sogno nel navigatore, ovvero Palazzo di Varignana, dove andremo a goderci il tempo che abbiamo da trascorrere in compagnia di questo sogno che tanti fa sognare.

DATI TECNICI: V10 DA 640 CV E TRAZIONE POSTERIORE

E da dove si può iniziare a descrivere una dream-car come Lamborghini Huracán Tecnica se non dal suo cuore pulsante? Posto alle spalle di pilota e passeggero in posizione longitudinale-posteriore, il 10 cilindri a V di 90° da 5.204 cc italiano (con lubrificazione a carter secco e con raffreddamento ad acqua e ad olio a flusso incrociato, nonché dotato di alberi a camme di aspirazione e scarico a regolazione variabile continua con rapporto di compressione di 12,7:1 e con misure di alesaggio e corsa rispettivamente pari a 84,5 x 92,8 mm) sviluppa 640 CV di potenza a 8.000 giri/min e 565 Nm di coppia a 6.500 giri/min che ‘spalmati’ su 1.379 kg di peso a secco (distribuiti al 41% davanti e al 59% dietro) vanno a tradursi in un rapporto peso/potenza di 2,15 kg/CV. Numeri che da soli mettono in chiaro la vera quintessenza di quest’auto, che diviene ancor più eloquente quando tradotti in prestazioni: 0-100 km/h in 3,2 secondi; 0-200 km/h in 9,1 secondi e 325 km/h di velocità massima dichiarata. La scheda tecnica parla di 4.567 mm di lunghezza; di 1.933 mm di larghezza; di 1.165 mm di altezza e di 2.620 mm di passo. Il telaio combina alluminio e fibra di carbonio mentre la scocca abbina alluminio a materiale composito. Le sospensioni sono indipendenti, a doppio triangolo, con molle in acciaio e ammortizzatori idraulici a controllo elettromagnetico “MagneRide”. Il servosterzo è di tipo elettromeccanico, mentre il cambio LDF è a doppia frizione (doppio disco da 187 mm di diametro) a 7 velocità con caratteristiche di cambiata variabili tramite il sistema ANIMA. I cerchi sono da 20” (con inedito disegno esagonale) e sono gommati di primo equipaggiamento con pneumatici Bridgestone Potenza Sport nelle misure 245/30 davanti e 305/30 dietro e alle cui spalle troviamo l’impianto frenante carbo-ceramico con dischi ventilati CCB da 380 x 38 mm all’anteriore e da 356 x 32 mm al posteriore a loro volta lavorati da pinze fisse monoblocco in alluminio a 6 pistoncini davanti e a 4 pistoncini dietro. La trazione è completamente posteriore, mentre il vano bagagli è da 100 litri (a cui si sommano numerosi vani portaoggetti in abitacolo e il giusto spazio alle spalle dei sedili) e il serbatoio ospita fino a 80 litri di carburante. Le ruote posteriori sono sterzanti e con un rapporto di sterzata diretto e con sistema di ripartizione della coppia e fanno il paio ad un Performance Traction Control System modificato e ad una configurazione specifica delle sospensioni. In base alla modalità di guida selezionata – STRADA, SPORT o CORSA – ciascun sistema è calibrato per offrire una risposta differenziata. Il sistema LDVI (acronimo di Lamborghini Dinamica Veicolo Integrata) controlla ogni aspetto del comportamento dinamico della vettura integrando sistemi e configurazioni per garantire un precontrollo in logica “feed-forward” allo scopo di restituire una dinamica di guida praticamente perfetta. Le opzioni disponibili includono porte in fibra di carbonio, bulloni delle ruote in titanio e apposite cinture di sicurezza a 4 punti particolarmente adatte all’impiego tra i cordoli. L’alettone posteriore fisso completa la dotazione di Tecnica, mentre il suo design aerodinamico contribuisce in modo sostanziale a migliorare del 35% la deportanza posteriore rispetto a Huracán EVO RWD senza aumentare la resistenza aerodinamica, che anzi risulta ridotta del 20%, con un miglioramento dell’equilibrio aerodinamico, maggiore stabilità in frenata e più velocità in curva. Anche il sottoscocca è stato ottimizzato grazie a nuovi deflettori aerodinamici.

Aperta la portiera si viene accolti da un ambiente complessivamente ben rifinito e dominato da pellami con impunture a vista, superfici in Alcantara, tanti elementi tecnologici e da una pulsanteria minimalistica e di derivazione aeronautica. L’unica nota stonata è rappresentata da qualche plastica di troppo. Praticamente perfetta la triangolazione di guida (completamente regolabile), anche se a lungo andare la seduta affatica un pochettino e fa il paio ad un volante perfetto per diametro e spessore e che è un piacere da impugnare. La strumentazione digitale è stata aggiornata e viene affiancata da un display centrale per il controllo delle funzioni di bordo con interfaccia HMI riprogettata. Il quadro strumenti riduce i colori e pone l’accento sulla leggibilità grazie a un nuovo “arco” che si apre davanti al conducente. Lo schermo del tunnel centrale consente agli occupanti di accedere a tutti gli elementi, incluse le funzioni LDVI visualizzate in tempo reale e a tutte le funzioni di connettività, come Apple CarPlay, Android Auto e Amazon Alexa. Traendo ispirazione dalla STO, l’HMI include un sistema di telemetria connessa e diari di bordo che registrano destinazioni e tempi in pista, connessi all’app UNICA. Molto ampia, ovviamente, la scelta di colori e finiture, standard e optional. Oltre agli otto colori standard per gli esterni, attraverso il programma Ad Personam sono disponibili più di 200 opzioni di verniciatura aggiuntive, nonché nuove finiture interne in Alcantara create appositamente per la Tecnica e ulteriori opzioni esclusive, come motivi e colori per le cuciture, o ancora la possibilità di far ricamare, in vari colori, il motivo “Tecnica” sulla seduta. In aggiunta alle opzioni esclusive pensate per questo modello, il programma Ad Personam di Lamborghini offre ai clienti la possibilità di personalizzare la loro Huracán Tecnica con una gamma di colori e finiture pressoché illimitata.

BREVI IMPRESSIONI DI GUIDA: SOUND DA BRIVIDO E DINAMICA VEICOLO PERFETTA!

È indubbiamente il sound ad emergere sopra ogni aspetto una volta alla guida. E fin dall’accensione. Il timbro dell’aspirato naturale da 5.2 litri è qualcosa di viscerale e che penetra le ossa per arrivare sino alla matrice del cuore. Fin dalla modalità STRADA. E quel che appare a sua volta subito evidente è l’elevato feeling di guida che questa vettura restituisce. Basta fare pochi metri e sembra di conoscerla da sempre. In modalità STRADA il sound (tanto fuori quanto in abitacolo) è decisamente più educato, restituendo anche ottimo comfort acustico. Il motore è molto elastico e ‘tondo’ in erogazione. In tale driving mode il sistema a ruote posteriori sterzanti restituisce stabilità e manovrabilità: un obiettivo al cui raggiungimento concorrono anche la ripartizione della coppia e il P-TCS (acronimo di Performance Traction Control System). Sia il motore che il cambio sono tarati in modo tale da garantire una guida confortevole per l’uso quotidiano. Ed anche l’assetto risulta molto permissivo nei confronti delle asperità del manto stradale e nella guida di tutti i giorni. Ma non appena si ‘switcha’ in SPORT ecco accadere il finimondo: il timbro del motore diviene incredibilmente profondo e cupo, quasi da far gelare il sangue nelle vene. La tonalità rauca è accompagnata da estasianti scoppiettii allo scarico e l’allungo diviene ora davvero brutale, specialmente una volta passati i 5.000 giri/min. L’erogazione diviene nervosa, brusca, da farti aggrappare al volante e da lasciare senza fiato per quanto il V10 allunga ora con veemenza. La risposta al pedale è immediata e anche le cambiate ancor più fulminee e l’assetto garantisce percorrenze precise e chirurgiche. In questo driving mode il sistema bilancia l’azione delle ruote posteriori sterzanti e del P-TCS, mentre la ripartizione della coppia rende la vettura agile e reattiva. L’elettronica di gestione veicolo lavora con inesorabile precisione e rende praticamente impossibile perdere il posteriore anche nelle uscite di curve più vivaci. Ed in questo il know-how Audi diviene evidente. A discapito del suo nome, il driving mode CORSA sembra quello più bilanciato tra tutti: restituendo la stessa sonorità della modalità precedente ma anche una miglior gestione elettronica d’erogazione, confermando così la finalità per cui tale impostazione nasce: massimizzare l’efficienza tra i cordoli, restituendo un balance perfetto tra sportività e guidabilità allo scopo di ottimizzare l’efficacia (e centrare quindi l’obiettivo dei tempi sul giro). In questa modalità di guida il propulsore è calibrato per offrire una risposta dell’acceleratore ottimizzata per la pista e cambiate rapidissime, mentre il sistema LDVI controlla tutti gli impianti e le funzioni per restituire massima precisione e agilità, incluse la massima aderenza laterale e longitudinale garantite, rispettivamente, da ripartizione della coppia e P-TCS.

Complessivamente assetto e telaio sono molto precisi e rigorosi. E lo stesso vale anche per i controlli. La gestione veicolo è incredibilmente perfetta e interviene sempre anche nelle impostazioni più sportive, rendendo la vettura estremamente gestibile praticamente da chiunque, a patto di non disabilitare i controlli di stabilità ovviamente. Il cambio è sempre estremamente rapido e chirurgico negli innesti e fa il paio ad uno sterzo incredibilmente diretto e praticamente perfetto sia per diametro che per impugnatura e con paddles fissi alle sue spalle che coprono bene i movimenti delle mani nella corsa del volante senza allontanare le stesse dalla sacra posizione delle 9:15. Degno di nota anche l’impianto frenante, che brilla soprattutto per la sua incredibile potenza. Un risultato assicurato anche da una nuova gestione del raffreddamento dell’impianto di derivazione racing.

CONCLUSIONI: UN SOGNO PENSATO PER CREARE EMOZIONI IN CHI SI VUOLE EMOZIONARE

Insomma, se quello che cercate in una supercar sono temperamento, sound e emozioni d’altri tempi, nonché un design da urlo e tecnologia d’avanguardia, nonché anche quel (sano) gusto di essere sempre al centro dell’attenzione ovunque andiate, Lamborghini Huracán Tecnica potrebbe essere esattamente l’auto che fa per voi, nonché l’occasione perfetta per mettersi in garage il V10 aspirato di Sant’Agata Bolognese prima che questo vada fuori produzione (per lo meno: così come lo conosciamo oggi) e rappresentare così un vero e proprio gioiello da collezione da investimento. Il prezzo di questo sogno italiano? Si parte da 193.033 euro (tasse escluse). L’esemplare da noi provato, con gli optional installati, sta a quota 229.452 euro (tasse escluse). Inoltre, se volete vivere in prima persona le emozioni da noi provate, potete contattarci all’indirizzo: mdldolcevita@gmail.com per acquistare i nostri pacchetti esperienziali che ripercorrono le orme dei nostri luxury-experience-test!

UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A: | SPECIAL THANKS TO:

AUTOMOBILI LAMBORGHINI; PALAZZO DI VARIGNANA; I GO TRAVEL; MONTURVE; THE SECRET GATE; LEVEL MERCHANDISING; FAST PRIVATE JET

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