Stephan Winkelmann: l’uomo delle luxury cars dietro alla grande scommessa Bugatti
54 anni e una carriera che a un uomo medio necessiterebbe lo spazio di almeno tre vite. È Stephan Winkelmann l’uomo a cui lo scorso anno è stata affidata la grande impresa di far brillare Bugatti come Lamborghini e Audi. Ci riuscirà? Analizziamo il suo profilo per comprenderlo
Nato in Germania (il 18 ottobre del 1964, a Berlino, per la precisione), ma parla perfettamente l’italiano. Ha d’altronde trascorso più di 30 anni in Italia. Chi è Stephan Winkelmann lo si sa benissimo. Presidente della Bugatti (del cui stand a Ginevra 2019 potete vedere tutte le foto live qui) a partire dal 2018, precedentemente in Audi Sport (a partire dal marzo del 2016 e dove fece chiudere la produttività, per la prima volta nella storia della divisione sportiva dei Quattro Anelli, ad oltre 20.000 unità commercializzate), ma solo dopo aver condotto Lamborghini verso i fasti a cui è adesso (cedendo, al termine della sua carriera a Sant’Agata Bolognese, il testimone nientemeno che a Stefano Domenicali) – il suo ultimo periodo in quel di Bologna, nel 2015, si chiuse con un fatturato di 872 milioni di euro e con la produzione di 3.245 unità, ovvero un +28%, per il quinto anno consecutivo di crescita – ed essersi fatto notare prima ancora in Alfa Romeo e in Fiat.
STATUS DI SERVIZIO
Insignito dei titoli più alti della Repubblica Italiana (Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana prima e Cavaliere di Gran Croce poi), ovviamente per via dei suoi strepitosi risultati lavorativi, nonché Tenente riservista dell’Esercito Tedesco (nel quale prestò due anni di servizio nel Corpo dei Paracadutisti) e figlio di un diplomatico, Stephan Winkelmann ha vissuto sia a Torino che a Bologna e si laureò in Scienze Politiche presso l’Università di Monaco di Baviera dopo aver frequentato degli studi universitari anche a Roma. Iniziò il suo percorso professionale nel 1991 nel mondo della finanza, militando poi anche in Mercedes-Benz, per poi approdare nel 1994 in quello che sarebbe divenuto l’attuale Gruppo FCA e affrontare nel 2005 la sfida che gli valse il vero salto della sua carriera professionale, ovvero l’assunzione dell’incarico di Presidente e Amministratore Delegato di Automobili Lamborghini S.p.A..
Ma chi è davvero Stephan Winkelmann? Al di là dei suoi incarichi, della sua formazione personale e professionale, Stephan Winkelmann è l’uomo delle auto dei sogni. ‘The Man’, come direbbero gli inglesi. E il Gruppo VAG questo lo sa benissimo. Ecco perché la scelta della guida della Bugatti è ricaduta proprio su di lui. Perché nessun altro uomo avrebbe forse potuto essere più indicato per questa sfida (forte dei suoi risultati record tanto con la Casa del Toro prima, quanto con quella dei Quattro Anelli poi). Sì, perché la missione che è stata affidata al tedesco con formazione italiana non è affatto delle più semplici, anzi: si potrebbe dire che rasenti l’impossibile. Nell’istante in cui la Veyron ha ceduto in listino il posto all’attuale Chiron, l’azienda alsaziana (con sede a Molsheim) chiudeva il bilancio con un segno spaventosamente negativo. Per ognuno dei 450 esemplari totali realizzati della precedente W16, il Gruppo VAG (che ne è proprietario dal 1998) perdeva infatti 4,58 milioni di euro. Sì, avete capito bene: nonostante il suo ‘importante’ prezzo di listino, la Veyron causava 4,58 milioni di euro di ‘buco’ per ogni esemplare assemblato (e quindi commercializzato). Un risultato inaccettabile per un Gruppo che è abituato ai successi, alle vittorie e ai record di vendita.
L’UOMO GIUSTO AL POSTO GIUSTO
Ed ecco perché la scelta ricadde proprio su Winkelmann (una scelta che Matthias Muller, CEO del Gruppo Volkswagen, all’epoca, commentò così: “Accetto la richiesta di Wolfgang Durheimer di andare in pensione. Lo ringrazio per lo straordinario lavoro svolto nell’arco di 18 anni nell’ambito di diverse funzioni. Stephan Winkelmann fa il suo ingresso in Bugatti come profondo conoscitore della scena delle auto sportive e del settore del lusso. Sono convinto che Winkelmann, con la sua esperienza pluriennale in questi settori, la sensibilità nei rapporti con una clientela esclusiva e una profonda comprensione del marchio, darà nuovi impulsi a Bugatti e condurrà questo speciale marchio verso un futuro vincente”): per guidare il celeberrimo costruttore di auto francesi (la cui fondazione risale al lontano 1909 e il cui 110ennale è stato quest’anno omaggiato dalla Chiron Sport 110 Ans Bugatti) verso traguardi consoni al blasone del marchio. Risultati che sembrano stiano iniziando a dare i primi riscontri. La ‘ricetta’ porta con sé evidenti ingredienti di provenienza Lamborghini: numeri più grandi (si passa dalle 450 unità totali della Veyron alle 500 unità complessive previste per la Chiron, commercializzata peraltro ad un costo maggiore: si parla di circa 3 milioni di euro ad esemplare), serie speciali (come la Chiron Sport), dotazioni aggiuntive (lo Sky View e la telemetria opzionale ne sono un esempio; innalzando ovviamente il prezzo di listino dell’hypercar alsaziana), edizioni in tiratura limitata o addirittura esemplari unici (una scelta questa contestualizzata alla maggior esclusività del marchio), come la recente ‘La Voiture Noire’, e partnership strategiche (l’esempio ne è il super-motoscafo firmato in collaborazione com Palmer-Johnson).
NEL SEGNO DEL SUCCESSO (?)
Il tutto nel segno dell’esclusività e delle prestazioni (al centro di tutti i progetti Bugatti – Chiron, Divo, La Voiture Noire – vi sono infatti l’esuberante W16 quadriturbo da 8.0 litri da 1.500 CV di potenza e 1.600 Nm di coppia ed un valore da indicarsi sul libretto degli assegni, per l’acquisto di un singolo esemplare, equivalente al bilancio di un Comune), mentre continuando a parlare di numeri, i riscontri commerciali – ad ora – indicano quanto segue: 100 esemplari commercializzati al termine del 2018 e un totale di 300 ordini già superati. Troppo presto per farsi qualche idea sull’anno in corso, ma abbastanza per iniziare a desumere che la cura Winkelmann/Lamborghini stia a conti fatti iniziando a dare i suoi primi effetti (tra i clienti illustri troviamo Cristiano Ronaldo, mentre la 100esima unità è stata acquistata da un cliente arabo e caratterizzata da un body in fibra di carbonio blu con finitura opaca, che da solo costa 256.000 euro) al ritmo di 70 vetture prodotte all’anno (parlando della sola Chiron). Ce la farà quindi Winkelmann a compiere anche questa impresa? I feedback disponibili ad oggi sembrerebbero proprio indicare di sì (segnando inoltre, nel 2017, anche una curiosa predominanza di ordini nel Vecchio Continente: il 43% del totale all’epoca). We believe in ‘The Man’!