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Giorgetto Giugiaro: “L’automobilismo classico? È una festa per gli occhi!”

Abbiamo avuto l’occasione di intervistare Giorgetto Giugiaro in occasione della Poltu Quatu Classic 2018. Ecco cosa ci ha detto

Poltu Quatu – Della Poltu Quatu Classic 2018 abbiamo provveduto a parlarvene nel dettaglio nei giorni scorsi (e in maniera approfondita) nel corso di un report dedicato, oltre che con un servizio speciale incentrato sulla offshore experience che abbiamo avuto modo di vivere nella tre giorni del concorso d’eleganza sardo a bordo dello Chaudron disegnato da Fabrizio Giugiaro, figlio di Giorgetto Giugiaro.

È stato un evento elegante, raffinato, distinto ed esclusivo e che ha permesso a tutti gli appassionati dell’automobilismo storico di vivere le linee senza tempo di numerose vetture che hanno segnato un’epoca in azione sulle strade della Sardegna. Una cornice questa che ci ha dato inoltre l’opportunità di una rapida chiacchierata in compagnia di Giorgetto Giugiaro, designer di fama internazionale. Ecco cosa ci ha detto.

Lei ha disegnato alcune delle vetture più significative della storia automobilistica. Cosa significa per lei stare qui, rivedere le sue creazioni e passare del tempo in compagnia degli appassionati in questa splendida cornice?

“È una giornata particolare, perché permette di osservare 30 di queste meraviglie della bravura dei designer che hanno fatto questo tipo di mezzi straordinari negli anni. In che senso partecipo io? Io ho disegnato questa vettura nel 1963: una Bizzarrini Strada. Quindi mi fa piacere vedere queste vetture qui. Ci sono delle meraviglie incredibili. È una giornata di festa per gli occhi. Anche per pensare a un passato che non ci sarà più, ovviamente, perché le nostre strade non potranno mai più avere queste unicità. Però dare un contributo a questa storia del nostro Paese è importante”.

Cosa consiglierebbe ai giovani designer di oggi?

C’è tanta capacità di progettazione e di ideazione, per cui mi trovo in imbarazzo: sono molti i ragazzi talentuosi nei centri di design e che subiscono anche un po’ la pressione di chi deve gestire questi prodotti. È un Mondo che cambia, ma la creatività è alla base di questo desiderio di fare qualcosa che non c’è. Quindi beati quelli che possono godere di questo momento. Però dare un premio è un po’ difficile!”.

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