Alfa Romeo Carabo concept: il futuro delle supercar
Erede della 33 stradale, l’alfa romeo carabo è un prototipo degli anni ’70 che porta la firma di marcello gandini, le cui scelte avrebbero ridefinito per sempre I canoni stilistici delle supercar.
Reinterpretare un capolavoro come l’Alfa Romeo 33 Stradale [di cui potete scoprire il nostro speciale sulla nuova 33 Stradale QUI] non può essere considerata una sfida semplice, ma se a farlo è un designer della caratura Marcello Gandini, il risultato non può che essere straordinario. Se la 33 Stradale incarna l’essenza della velocità vestita d’arte, Alfa Romeo Carabo concept è il colpo di scena, il lampo che squarcia la tradizione e apre al futuro.

DUE VISIONI, UNICA ANIMA
La storia della Carabo è strettamente legata alla 33 Stradale. Nata nel 1968 dall’estro del genio Franco Scaglione, la 33 Stradale era stata prodotta in soli 18 esemplari, dei quali non tutti furono allestiti con la carrozzeria di Scaglione. Cinque telai, infatti, vennero destinati allo sviluppo di prototipi e, tra questi, uno venne destinato a quella che sarebbe diventata la Carabo. Bertone, guidata dal visionario Marcello Gandini, ha un arduo compito: esplorare un concetto di stile completamente nuovo, ridefinendo i canoni estetici dell’epoca. Gandini decide di abbandonare il compasso, prediligendo il righello per disegnare linee spigolose, diametralmente opposte a quelle aggraziate, ma allo stesso tempo muscolose, della 33 Stradale.
Il risultato è un’auto estrema, bassa, con una linea a cuneo, praticamente piatta con il parabrezza anteriore appena pronunciato. Per mantenere la linea affilata e pulita, Gandini disegna dei fari a scomparsa e adotta una soluzione tecnica che sarebbe diventata la sua firma. È con la Carabo, infatti, che Gandini introduce per la prima volta in assoluto le porte con apertura verticale “a forbice”, che sarebbero diventate un simbolo sulle Lamborghini (come ad esempio la Countach). Si tratta di una rivoluzione nei canoni del design, ma la scelta fu dettata principalmente da motivi funzionali. La Carabo era talmente bassa che la visibilità era compromessa da ogni angolo. Inoltre, l’auto non aveva un vetro posteriore, pertanto il guidatore poteva aprire la portiera e guardare per fare manovra. La Carabo non era nata per essere funzionale, il suo obiettivo era quello di rovesciare i paradigmi di stile, facendo invecchiare di colpo tutte le auto dell’epoca quando venne presentata al Motor Show di Parigi. Con la 33 Stradale, la Carabo condivideva il telaio ed il motore V8 da 2.0 litri capace di erogare 230 CV a 8.800 giri al minuto.
COLORE E CARATTERE
Il colore verde iridescente con dettagli arancioni, richiamava il mondo degli insetti Carabidae, da cui la vettura prende il nome. Questo schema audace, che sposa gli angoli netti e le superfici tese, era stato scelto per definire ulteriormente il carattere avanguardistico della Carabo. Pur essendo rimasta purtroppo solo un prototipo, la Carabo non è semplicemente una vettura, bensì un chiaro esempio di maestria stilistica e ricerca dell’eccellenza. Gli anni ’70 ci hanno regalato molte automobili e prototipi che hanno aperto la strada a una nuova era di design automobilistico, dimostrando come innovazione e audacia possano dare vita a icone senza tempo.