Paolo Casati
Un petrolhead al Fuorisalone
Paolo Casati, fondatore di Fuorisalone.it, ci racconta la sua passione per il design “a motore”. Compreso quello elettrico…
Paolo Casati è il co-fondatore di Studiolabo, agenzia creativa milanese attiva nel design, nella comunicazione e nell’organizzazione di eventi. È l’ideatore e direttore di Fuorisalone.it, piattaforma di riferimento per tutto ciò che ruota intorno al design milanese, e fondatore del Brera Design District, cuore pulsante della Milano Design Week. Con il suo lavoro, Casati ha contribuito in modo decisivo a trasformare questa settimana in un fenomeno culturale e urbano di risonanza internazionale.
Lo abbiamo incontrato durante la Design Week, alla House of BMW, per parlare di motori, design e di un tema a lui molto caro: l’esperienza come forma contemporanea di lusso.

Sei un grande appassionato di auto e moto. Che legame c’è tra il mondo del design e quello dell’automotive nella tua vita?
“I due mondi, per me, sono da sempre intrecciati. Questa passione mi accompagna da sempre: si è evoluta, ma resta centrale. Oggi la vivo soprattutto attraverso il vintage. Insieme ad alcuni amici abbiamo fondato il Milan Custom Garage, dove recuperiamo vecchie auto e le rimettiamo in pista. Abbiamo un debole per le Enduro e, personalmente, ho sempre avuto un amore speciale per la Porsche 911: un sogno che prima o poi spero di realizzare. Amo il fascino dell’heritage, ma al tempo stesso mi incuriosiscono le nuove tecnologie. In fondo l’auto è anche questo: un equilibrio tra passato e futuro, tra estetica, prestazioni ed emozione. Un’icona, esattamente come accade nel design”.
Hai citato delle vere leggende su due e quattro ruote. Quali sono le auto che ami di più?
“Senza dubbio la Lancia Delta Integrale Evoluzione e la Porsche 911 fine anni ’60: due pietre miliari. Io al momento ho una Land Rover Serie II del ’65 a benzina, in fase di restauro. E poi ci sono i giocattoli del cuore, quelli che condivido con gli amici: Panda 4×4 Sisley, auto sportive anni ’90… c’è un grande ritorno a quegli anni, anche a livello di gusto. Un mio amico ha appena venduto la sua Porsche per passare a una Toyota Yaris GR: è pazzesco quanto questi nuovi mezzi, pur moderni, riescano a mantenere un’anima analogica. È la sfida dell’elettrico e dell’endotermico che convivono. Il bello è proprio questo mix”.
Nel tuo lavoro ti occupi di esperienze, emozioni, design. Che cosa rappresenta per te il lusso in relazione al mondo dell’automotive?
“Per me il vero lusso è l’heritage, il valore della storia e dell’identità. Le auto che ci fanno battere il cuore sono quelle che diventano icone, spesso grazie alla loro forma. Il design, del resto, è forma e contenuto insieme.
Il lusso non è tanto “possedere” qualcosa, ma viverla nel modo giusto, al momento giusto. L’auto giusta nel posto giusto: ecco il vero lusso. Immagina una vecchia Land Rover che percorre la litoranea in Sardegna, o una cabriolet leggera nelle Baleari. Sono immagini che raccontano una bellezza che va oltre l’oggetto”.

E nella tua Milano? Che mezzo scegli?
“Oggi, a Milano, uno scooter elettrico è forse la soluzione più sensata. Le normative stanno limitando la circolazione dei veicoli storici: non si può più girare con una Vespa anni ’70, ed è un peccato. Però mi sto consolando con un nuovo giocattolo: il mio CO2”.
Prime impressioni?
“È una bomba. Ti lancia da fermo, è scattante e aggressivo. Ha una linea fortissima e un’agilità che ti conquista subito. Non è solo uno scooter: è un oggetto di design a tutti gli effetti”.
Cosa lo rende tale, secondo te?
“Sicuramente la forcella, le sospensioni posteriori, il monobraccio con la ruota posteriore “libera”… sono dettagli che gli danno una personalità unica. E poi quei tagli netti e decisi: lo rendono contemporaneo, muscolare, quasi da collezione. Ma soprattutto la possibilità di farne un custom, di personalizzare e modificare alcune parti per renderlo unico e personale”.