Il “quiet luxury” delle due ruote secondo Triumph
Il “quiet luxury” delle due ruote spiegato da Andrea Buzzoni, Country Manager di Triumph Motorcycles Italia
Quando si parla di Triumph Motorcycles, l’immaginario corre immediatamente a una miscela perfetta di eleganza, carattere e heritage britannico. Ma in un mondo dove il concetto di lusso è in continua trasformazione, come si posiziona oggi un marchio come Triumph? Ne abbiamo parlato con Andrea Buzzoni, Country Manager per l’Italia, in una conversazione che tocca stile, identità, esperienza e cultura del prodotto.

Triumph è da sempre sinonimo di eleganza British. In che modo oggi il brand interpreta il concetto di lusso?
“Il lusso secondo Triumph è discreto, non ostentato. È fatto di attenzione ai dettagli, finiture pregiate e scelte stilistiche raffinate che parlano un linguaggio silenzioso ma inconfondibile. È un approccio profondamente britannico, quasi “understated”, dove non serve gridare per affermare il valore. Alcuni nostri modelli, soprattutto le Modern Classic, sono l’esempio perfetto: materiali selezionati, lavorazioni sofisticate, proporzioni equilibrate. È un lusso autentico, mai esibito”.
La moto è un oggetto da possedere o un’esperienza da vivere?
“Oggi più che mai, la moto è un’esperienza. In un’epoca dominata dal digitale e dalla smaterializzazione dei contenuti, salire in sella diventa un atto sensoriale, fisico, reale. È vibrazione sulla pelle, è il suono del motore, il contatto con i materiali. È un lusso “materico”, che coinvolge i sensi e si distingue nel rumore di fondo del virtuale”.
E questo tipo di esperienza è davvero unica, soprattutto con Triumph. Ma allora, che differenza c’è tra possedere una moto di alta gamma e vivere l’esperienza Triumph?
“La differenza sta nella profondità. Spesso si associa il concetto di alta gamma al prezzo. Ma il valore reale non è sempre proporzionale al costo. Triumph non ha bisogno di prezzi altisonanti per esprimere il proprio lusso: siamo “modesti”, nel senso più nobile del termine. Il nostro è un lusso da scoprire, da comprendere, fatto di qualità progettuale e raffinatezza invisibile. È un approccio che richiede competenza, curiosità, cultura del prodotto”.
Chi è il cliente tipo di Triumph?
“Il nostro cliente è trasversale, ma con un comune denominatore: cerca stile e autenticità. Triumph non è solo un brand motociclistico, è un marchio che trasmette un lifestyle. È scelto da chi si riconosce in un certo gusto, in un modo di vivere raffinato, non gridato. E questo vale sia per l’imprenditore cinquantenne sia per il giovane appassionato di naked sportive”.
Spesso si percepisce Triumph come un marchio di nicchia, eppure nel 2024 avete venduto quasi 135.000 moto in tutto il mondo…
“Esatto, è un dato sorprendente. Vendiamo oltre il doppio di quanto fa Ducati, ma l’idea che siamo un brand di nicchia persiste. È un fraintendimento, forse legato proprio alla nostra riservatezza. In realtà siamo un costruttore globale, con una gamma completa e una forte presenza in tutti i segmenti. Ma preferiamo lasciare che siano i nostri prodotti a parlare”.
E infatti, quando si parla di lusso, preferite non enfatizzarlo troppo. Perché?
“Perché il concetto di lusso, nella sua accezione mainstream, spesso è legato a ostentazione, status, esclusione. Noi preferiamo parlare di qualità, di cultura del prodotto. Alcuni modelli come la Rocket 3 o le Scrambler 1200 XE sono veri oggetti di lusso, ma non gridano il loro valore: lo suggeriscono. E questo è un approccio che ci piace. Il lusso più interessante oggi non è quello che esclude, ma quello che coinvolge attraverso conoscenza e passione”.
La Rocket 3 è un caso emblematico, vero?
“Assolutamente. È un oggetto quasi “inutilmente perfetto”, con un motore da 2.500 cc progettato ad hoc, senza economia di scala. Non ha una logica funzionale: è pura emozione, scultura meccanica. E proprio per questo, rappresenta una forma di lusso straordinaria: inutile, quindi bellissima”.
In che cosa consiste oggi la “Britishness” di Triumph?
“La nostra identità britannica è un valore profondo, ma sottile. Non è esibita come nel caso di altri marchi che incarnano l’America o l’Italia in modo quasi caricaturale. La nostra Britishness è eleganza, misura, sobrietà. È possibile indossare una t-shirt Triumph senza avere una moto. È un modo di essere, prima ancora che un modo di guidare”.

E questo spirito elegante si riflette anche nella cultura aziendale?
“Assolutamente sì. Triumph è l’ultimo brand motociclistico realmente britannico, di proprietà britannica, a conduzione familiare. Non siamo parte di un fondo, né di un grande gruppo. Questo permette scelte coraggiose, non dettate dal profitto immediato ma dalla coerenza con la nostra visione. Fare una moto bella e ben fatta, anche a costo di margini inferiori, è un lusso che ci concediamo per rispetto verso chi guida una Triumph”.
Ultima domanda: qual è oggi la più grande sfida per Triumph?
“Mantenere l’equilibrio. Siamo presenti in segmenti molto diversi — dalle naked sportive, alle crossover, alle modern classic — ma riusciamo a essere coerenti perché ogni prodotto è pensato con serietà e autenticità. Che sia una Speed Triple o una Bonneville, Triumph è sempre Triumph: tecnica, affidabilità e stile. Un brand capace di emozionare con sobrietà. E oggi, forse, è proprio questo il vero lusso”.
FOTO: LORENZO SCARPELLINI