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Fabio Filippini [Pininfarina]: “L’idrogeno? Una tecnologia collaudata che funziona benissimo!”

In occasione del Salone dell’Auto del Parco Valentino 2016, abbiamo avuto modo di parlare con Fabio Filippini, Direttore Design Pininfarina, del futuro dell’automobile, utilizzando come spunto la Pininfarina H2 Speed concept, scoprendo così che il futuro… E’ già qui!

Torino – In occasione del Salone dell’Auto del Parco Valentino 2016, abbiamo avuto modo di parlare con Fabio FilippiniDirettore Design Pininfarina, di stile e tecnologia applicati all’automotive, scoprendo un universo composto tanto da tradizione quanto da innovazione grazie a modelli come la BMW Pininfarina GranLusso Coupé e la Pininfarina H2 Speed concept (al momento oggetto di un tour europeo): esercizio stilistico quest’ultimo che si propone di esplorare il futuro delle vetture sportive ad alte prestazioni in un mondo sempre più sensibile alle tematiche ambientali.

Elegante e sportiva, la BMW Pininfarina GranLusso Coupé esplora o stile in chiave italiana ma con cromosomi BMW

Vuole parlarci delle vetture esposte?

“Qui abbiamo esposte due auto della storia recente del design Pinfarina: una è la BMW Pininfarina GranLusso Coupé, che è del 2013, e l’altra è l’H2 Speed concept, presentata al Salone di Ginevra di quest’anno. Sono due oggetti totalmente differenti ma che mostrano i due aspetti fondamentali della storia dell’azienda: da una parte la carrozzeria di lusso, tipica della storia Pinfarina (quella dei concorsi d’eleganza, delle auto più esclusive fatte per i Maharajà negli anni ’30, per il Re del Belgio, per Rossellini ecc…), quella delle auto più esclusive fatte in pezzi unici e che rappresenta il risultato di un’alta tradizione artigianale ma ora dotata di una tecnologia moderna ed estrema. E poi dall’altro lato l’H2 Speed concept, che in realtà rappresenta ricerca e innovazione del marchio Pininfarina come azienda che non si limita a curare esclusivamente il design, ma che desidera manifestare la sua attenzione nei confronti dell’innovazione. E dove c’è più innovazione in senso estremo ci sono anche le performance della competizione e della pista. Questi sono i due tipi di auto che abbiamo qui esposte”.

Quali influenze stilistiche hanno condizionato il design di queste vetture?

“Nel primo caso – BMW GranLusso – si tratta di un lavoro di stile applicato ad uno dei marchi più forti al Mondo e dotato di un DNA basato sulle performance, sulla tecnologia e sulla guida. BMW ha chiesto a noi di realizzare un’auto che prendesse spunto da una tradizione fatta di tecnologia, performance e prestazioni ma che ne interpretasse lo stesso in chiave estremamente lussuosa – da lì anche il nome GranLusso – ed elegante. Il tutto unito allo spirito dell’eleganza del Made in Italy, che è tipicamente rappresentato da Pininfarina. Volevano in buona sostanza che noi realizzassimo una vera e propria Pininfarina. E noi volevamo fare una Pininfarina che potesse inoltre portare intrinsechi i valori del marchio BMW. È stato un lavoro di messa a punto sottile, di equilibrio stilistico, insomma: la realizzazione di una Pinfarina, riconoscibile quindi per eleganza, purezza, fluidità e proporzioni estreme, ma che avesse al contempo anche le connotazioni sportive tipiche delle BMW. Cosa che è riuscita perfettamente: l’auto ha avuto moltissimo riscontro da parte di stampa e pubblico – fu presentata a Villa d’Este e poi anche a Ginevra nel 2014 – generando così anche una certa aspettativa nel poter “spingere” l’azienda BMW a creare una nuova tipologia di prodotto in grado di rappresentare uno step evolutivo ulteriore per il loro brand. L’H2 Speed concept è diversa: è un concetto più estremo in cui le prestazioni sono legate ad una tecnologia completamente innovativa ma reale. Quindi l’idea che la passione per l’automobile o per le prestazioni non debba spegnersi o scomparire a causa dei fattori legati all’inquinamento o al consumo e indicare come fare per far sì che la passione, le prestazioni e l’emozione del guidare in situazioni estreme (in pista), possano essere reinterpretate in chiave di innovazione e di guida ecologica. Abbiamo trovato lo spunto in questa nuova motorizzazione a pila a combustibile, che utilizza esclusivamente idrogeno e che emette solamente vapore acqueo a 80°. Quest’auto è per me un nuovo tipo di auto da pista: direi forse la nuova specie che sta trasformando il Mondo. È uno step evolutivo del mondo delle auto ad altissime prestazioni a benzina, che ad un certo momento inizieranno a divenire un po’ difficili da continuare a sostenere. Noi pertanto prepariamo già l’avvenire con un oggetto che è altrettanto bello – dato che è pur sempre una supersportiva – e altrettanto performante, emozionante e dotato di una tecnologia sorprendente. E che in più emette solo acqua”.

Estrema e futuristica, la Pininfarina H2 Speed concept anticipa una supercar a idrogeno a prestazioni estreme

Pare che entro il 2025 la Svezia voglia arrivare a bandire le motorizzazioni termiche… Quali clienti potrebbero esserci per questo tipo di tecnologia?

“Penso che questa tecnologia sia altamente realistica, nel senso che la tecnologia per utilizzare l’idrogeno esiste, è collaudata e funziona benissimo: Green GT ha sviluppato un prototipo e l’ha testato per più di 3 anni, anche con l’aiuto di piloti come Olivier Panis, e quest’auto ha viaggiato per quasi 3 anni su vari circuiti senza mai dare segni di problemi meccanici. La tecnologia esiste: quel che risulta essere ancora difficile è la realizzazione di una rete infrastrutturale per la distribuzione dell’idrogeno, che dipenderà in buona sostanza da una volontà politica e forse anche dagli interessi economici, che potrebbero però essere soddisfatti dalla creazione di nuove fonti energetiche rinnovabili, le quali potrebbero permettere di creare l’idrogeno non mediante l’utilizzo dei combustibili fossili, ma tramite l’energia solare, che permetterebbe così di generare l’elettricità necessaria per comprimerlo e poi per trasportarlo. Ma già oggi questa tecnologia sarebbe molto efficace e anche economica per l’utilizzo in pista o per i tragitti dei veicoli pubblici: gli autobus partono da un punto e rientrano nello stesso. Una stazione che crea l’idrogeno in loco e che non dipende da una distribuzione a rete nazionale. Oppure una piccola stazione per l’utilizzo esclusivo di quelle aziende che fanno consegna e che distribuiscono la distribuzione, ovvero i camion che partono la mattina e che tornano alla sera e che potrebbero essere ricaricati con l’idrogeno, anche perché l’autonomia dei veicoli alimentati con quest’ultimo è paragonabile a quella di quelli dotati di motori a benzina: quest’auto è in grado di viaggiare per 40 minuti a piena velocità su un circuito con prestazioni corrispondenti a quelle di una supercar alimentata a combustibile fossile e necessita di soli 3 minuti e 2 secondi per essere rifornita. La tecnologia penso quindi che esista: bisogna trovare il modo di renderla disponibile sul territorio e di utilizzarla nella maniera più appropriata”.

Cosa potrebbe fare lo Stato?

“Lo Stato dovrebbe, a mio parere, essere presente – e non escludo che lo sia già – un po’ in tutte le tipologie di nuove risorse, tecniche e tecnologiche che permettano di cambiare il nostro fabbisogno energetico. Senza preclusioni o senza indirizzarsi necessariamente verso un unico settore. Poi chiaramente, da questa presenza un po’ “generalistica”, potrebbe focalizzare l’attenzione su servizi o tecnologie maggiormente in grado di portare sviluppo, che potrebbero essere tecnologie molteplici o combinazioni di tecnologie. Ci vogliono molta intelligenza, attenzione e lucidità per trovare la soluzione migliore”.

L’attenzione all’impiego di nuovi materiali è al centro della vision di Pininfarina

In merito ai materiali, quanta ricerca bisogna fare per realizzare qualcosa di nuovo?

“Oggi un’auto si caratterizza per un utilizzo di materiali estremamente molteplice e complesso. Anche le auto di serie hanno parafanghi in materiale plastico, paraurti in materiale composito e una grande quantità di componenti realizzate facendo ricorso a plastiche riciclate o riciclabili. Un’auto è forse uno dei prodotti a più alta percentuale di riciclabilità tra quelli di grande consumo. Chiaro che con l’utilizzo di nuove tecnologie si possono semplificare le cose: un’auto come questa, essendo praticamente priva di liquidi, è pulita anche quando smantellata, dal momento che ha una percentuale molto bassa di oli e liquidi di raffreddamento e che non possiede serbatoi per la benzina. Ci sono tanti nuovi aspetti che possono essere presi in considerazione”.

E il peso scende a causa della mancanza di liquidi?

“Il problema è che i serbatoi sono molto pesanti a causa del loro spessore. Siamo riusciti a fermare l’ago della bilancia a 1.450 kg, che è poco, e corrispondente a quello di un’auto da competizione di livello corrispondente”.

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