Abbiamo messo alla prova lungo i rilievi collinari piemontesi la Maserati GranTurismo MC M.Y. 2018, scoprendo così una vettura dal cuore esuberante con sound d’altri tempi e che non vuole saperne di invecchiare. In listino a partire da 131.563 euro (GranTurismo Sport)
Dodici anni. Pochi nel lasso di una vita. Niente se confrontati con la storia dell’Uomo, del Pianeta o dell’Universo. Parecchi però per un’automobile sul mercato. Ma non quando questa si chiama Maserati GranTurismo. Lo si può chiedere a chiunque e chiunque lo potrà confermare: le linee di questa sport-tourer se ne fregano del calendario e non conoscono età e tempo. E in Maserati questo lo sanno bene, motivo per il quale la punta di diamante nella proposta sportiva della gamma del costruttore modenese si presenta (in attesa della Alfieri che dovrebbe arrivare nel 2020) rimodernata ma rimanendo fedele a sé stessa. Forti di questa premessa, ci troviamo in una mattinata primaverile, che già sa di estate, presso la concessionaria RossoCorsa di Milano a prendere in consegna la Maserati GranTurismo MC M.Y. 2018, ovvero la variante più sportiva e prestante dell’offerta GranTurismo. La troviamo lì ad attenderci, vestita – come una bella donna in abito da sera – di un color Rosso Trionfale a cui fa pendant – come un bel paio di scarpe per la stessa – un interno nero a contrasto. Non ci si può non sentirsi emozionati mentre il rombo cupo del V8 italiano prende vita in concessionaria per lasciarsi alle spalle le vie trafficate della città mentre si punta il muso in direzione delle più divertenti (e meno trafficate) strade provinciali mentre il (cattivissimo) muso della GT italiana punta in direzione del Piemonte. Un Sole cocente alto in cielo e dei colori spettacolari di una natura rigogliosa. È questa la condizione nella quale, dicevamo, ci troviamo a calcare l’asfalto al fianco di una vera icona dell’automobilismo italiano. Nel mirino i rilievi collinari viticoli del Nord-Italia, con i loro tratti guidati, i loro cromatismi incantevoli e i loro profumi inconfondibili. Questo lo scenario che siamo andati questa volta a privilegiare per contestualizzare una vettura che non stonerebbe affatto inserita nella cornice di un quadro e che, proprio come il personaggio partorito dal genio visionario di Oscar Wilde, sembra avere un alter-ego nascosto in un dipinto in soffitta ad invecchiare al posto suo.

Classe da diva e muscoli da sex symbol

Muscolosa, filante, aggressiva e al tempo stesso elegante e connotata da forme senza tempo. In una sola parola: italiana. Gli stilemi tipici della tradizione automobilistica del Bel Paese sono qui elaborati allo stato dell’arte: poche vetture, come questa, riescono infatti a ‘indossare’ con leggiadria un abito fatto di linee presentate al Mondo ben 12 anni fa (ricordiamo che la GranTurismo debuttò in società al Salone di Ginevra del 2007) senza volerne sapere di accusare i segni di un tempo che scorre per tutti inesorabilmente e senza pietà. Ma in questo la GT del Tridente è così. È come Nicole Kidman, Monica Bellucci, Jennifer Aniston: una diva che non vuole saperne di pagare dazio tanto al calendario quanto all’orologio. Le sue forme sensuali sono quelle di una star hollywoodiana di alta classe in abito da sera: una di quelle mai scontate e mai volgari, che dopo anni riescono ancora a farti battere il cuore, a farti girare la testa. Quelle che ti sposeresti da tanto che te ne innamori, quelle che ne valgono la pena. E lo stesso dicasi per i suoi muscoli. Perché a seconda di da dove la si osservi, questa Maserati GranTurismo MC M.Y. 2018 riesce ad essere altresì diversa: ammaliante, seducente e femminile o forte, aggressiva e mascolina. Ma non sono i muscoli stroppianti di un anabolizzato Dwayne Johnson (per i più: ‘The Rock’) o di un esagerato Ronnie Coleman. Nossignore. Sono a loro volta quelli di un eterno Tom Cruise, di un Brad Pitt, di un Robert Downey Jr.. Quelli di un fisico snello ed esplosivo, che non smettono di affascinare e che consacrano la stella a divo. Quelli che ti fanno rock star o sex symbol. Quelli che sopravvivono all’immaturità del ragazzino per giungere nella loro forma adulta a quelli propri di un uomo. È così la GranTurismo. Una vettura adulta, matura. Un riferimento saldo e adamantino nel mondo degli amanti delle supercar. Una certezza in un’epoca di insicurezze. Un baluardo di inamovibile bellezza e di design. In una sola parola: un’icona.

Lo sguardo ‘feroce’ di gruppi ottici filanti e allungati (ora dotati di proiettori allo xenon e di tecnologia LED) incorona una maestosa calandra esagonale con profilo cromato e al cui centro svetta (come un diamante incastonato in un anello d’oro) con fierezza il logo del Tridente (a sua volta metallizzato). Prese d’aria, griglie di estrazione e feritoie di vario tipo vanno a suggellare la ‘firma sportiva’ del ¾ anteriore della GT modenese, che va con estrema sapienza stilistica ad amalgamarsi a delle fiancate nettamente più ‘dolci’ e tondeggianti, che mettono in mostra cerchi da 20” (alle cui spalle si stagliano le pinze rosse dell’impianto frenante e gommati con pneumatici 245/35 davanti e 285/35 dietro), oltre alle cover degli specchietti retrovisori e ai passanti delle maniglie in fibra di carbonio. Un materiale quest’ultimo ripreso anche dallo spoiler posteriore, che sovrasta una sezione di coda ‘massiccia’ e muscolosa, dominata da due grandi gruppi ottici (dotati, in parte, di tecnologia LED) separati da un piacevole inserto cromato e da un paraurti che integra al suo interno le feritoie di estrazione con disegno a ‘branchia di squalo’ e un estrattore con griglia metallica al cui interno trovano posto due grintosissimi terminali di scarico cromati.

Spirito sportivo e comodità da tourer

Rivestimenti in pelle adornati da eleganti impunture a vista e da inserti a contrasto, dettagli in fibra di carbonio, elementi metallici e un sempre piacevole orologio analogico al centro della plancia. Tantissimi gli elementi all’interno della Maserati GranTurismo MC M.Y. 2018 che richiamano al mondo della sportività e della classicità. Le sedute anteriori (qui dotate di gusci in fibra di carbonio) e posteriori sono di estrazione marcatamente corsaiola, così come anche le cornici e i dettagli in CFRP (un materiale che viene ripreso anche per i paddles fissi posti alle spalle della corona) di strumentazione (analogica coadiuvata da un quadro digitale) e volante. Decisamente meno in linea con quanto elencato sino ad ora la pulsanteria in eccesso, la retroilluminazione verde della stessa, la conformazione del volante e il sistema di controllo della climatizzazione all’interno dell’abitacolo, forse troppo anacronistici e in stridente contrasto con un sistema di gestione multimediale invece molto moderno e con la cura generale manifestata dai preziosi dettagli copiosamente presenti all’interno dell’abitacolo. Impianto audio Harman/Kardon, regolazioni elettriche dei sedili (con funzioni di memoria) e loghi a vista completano la caratterizzazione estetica del cockpit della GT del Tridente in grado di accogliere (comodamente) al suo interno fino a quattro persone.

Cuore aspirato con cromosomi Ferrari per un sound da brivido

Difetti, quelli in precedenza elencati, che passano in secondo piano non appena si va a girare la chiave (anch’essa rivedibile in termini di stile) per dare vita al propulsore della Maserati GranTurismo MC M.Y. 2018, permettendo così al suo boato sordo e cupo di pervadere all’interno dell’abitacolo. Fin dal minimo la sonorità del V8 da 4.691 cc di origine Ferrari (capace di 460 CV di potenza a 7.000 giri/min e di 520 Nm di coppia a 4.750 giri/min – oltre che di un regime di rotazione massimo di 7.500 giri/min – valori questi che vanno a tradursi in uno 0-100 km/h in 4.7 secondi di tempo e in 301 km/h di velocità massima) è così: vibrante, fragoroso, possente. È una cosa che ti scuote il cuore e che ti pervade l’animo. È un trionfo di emozioni, una cosa d’altri tempi. Quella dell’8 cilindri aspirato è una frequenza che ti entra fin dentro le ossa, che passa attraverso il sistema nervoso e che si manifesta – sin dal minimo – in una pelle d’oca. È un turbinio esperienziale che mette sottosopra l’organismo e che permette al pilota di immergersi in una dimensione fatta di pieno coinvolgimento sensazionale. Portiamo a questo punto le mani verso un volante composto da elementi in fibra di carbonio e in pelle microforata a contrasto e dotato di una buona sagomatura in corrispondenza delle 9:15, ma che presenta una corona lievemente più spessa del necessario e rivedibile in termini di estro stilistico (al pari di altri dettagli di questa componente, sotto molti aspetti un po’ di vecchia concezione). Ben raggiungibili i paddles fissi posti alle sue spalle e con cui andare a richiamare le marce al comando quando si necessita di provare il sano gusto di farlo.

Danzare tra i vigneti collinari mentre si cambiano le modalità di guida

Prima dentro e giù gas. Iniziamo a percorrere il tratto asfaltato che dalla SS32 ci porta – passando attraverso la SP17 – lungo i toboga della SP18 e che da Oleggio ci fanno quindi scollinare in direzione di Suno passando attraverso i rilievi collinari (e ricolmi di vigneti) di Mezzomerico. Il panorama viticolo (e il clima primaverile) scorre ai nostri lati mentre iniziamo a imboccare questa lunga sequenza di curve, prima in modalità di guida ‘Normal’ e poi nella più “pepata” modalità ‘Sport’. L’assetto globalmente rigido delle sospensioni (a doppio quadrilatero) ci consente di impostare con rigorosa precisione le traiettorie (a tal fine è disponibile il sistema Skyhook, che adatta la configurazione degli ammortizzatori alle condizioni stradali), grazie anche ad uno sterzo estremamente diretto (ma un po’ rigido e affiancato da un servosterzo idraulico) e ad un telaio sincero e di indiscussa bontà progettuale (ma che inizia ad accusare un pochino il peso degli anni). Il sound del plurifrazionato Maserati (con cromosomi Ferrari) continua piacevolmente a permeare all’interno dell’abitacolo. In barba a qualsivoglia tipo di insonorizzazione, è questo uno dei grandi piaceri che si va a ricercare in una vettura di questo tipo: la sinfonia di un maestoso V8 italiano che accompagna a tempo ogni singolo richiamo del gas è infatti qualcosa di impagabile e a cui difficilmente si potrebbe mai voler rinunciare.

Un’esplosione di emozioni

E il tutto (mentre le lancette di tachimetro e contagiri analogici – affiancati al centro da una strumentazione digitale piccola ma ben visibile – scorrono sempre più verso l’alto) corrisposto da una sostanza d’altri tempi: pieno, corposo, ‘arrogante’ e possente. In una parola: esagerato. L’otto cilindri Maserati è un trionfo di sostanza: pieno fin dai bassi, esplode in un allungo brutale quando si oltrepassano i 3/4.000 giri/min. Poche auto, oggigiorno, riescono ancora ad essere ‘sincere’ così. Per non parlare di quel che succede quando si attiva il driving mode ‘Sport’ (perfettibile solo in termini di interfaccia con il pilota: il cambio modalità di guida è testimoniato solo dalla comparsa della scritta ‘Sport’ sul display quando attivata, ma che non viene corrisposta da ulteriori variazioni grafiche sulla strumentazione, né da luci che di retro-illuminazione del pulsante): la sonorità diviene ancor più rabbiosa e prepotente, assecondando così appieno una risposta del comando del gas a dir poco fulminea ed istantanea. La coppia è tanta ed è immediatamente disponibile, traducendo così tutta la grande pienezza di questo motore in una immediata ed esagerata sostanza, che va poi ad esplodere in un allungo brutale quando si passano i 3.000/4.000 giri/min. Le sospensioni (lavorando in maniera congiunta a dei cerchi da 20” di diametro gommati 245/35 davanti e 285/35 dietro, nonché con pneumatici Pirelli PZero di primo equipaggiamento) continuano a ricalcare i saliscendi del tratto collinare novarese mentre continuiamo a goderci il panorama che scorre via ai nostri lati da una triangolazione di guida pressoché ineccepibile (se non per il fatto che si scontra con un tunnel centrale lievemente invasivo per il gomito destro nella seduta più ribassata), nonché marcatamente puristica e sportiva.

Sul veloce rimane un aereo

Il cambio (di tipo MC Auto Shift, firmato ZF, a sei rapporti e con cinque modalità d’impiego: automatica normale, automatica sportiva, manuale normale, manuale sportiva e per bassa aderenza) lavora con rigore e precisione al pari dell’impianto frenante che, nonostante il peso non propriamente piuma della vettura (1.873 kg a vuoto), si dimostra estremamente potente quanto modulabile, permettendo al pilota di non avvertire nella benché minima maniera il valore indicato dall’ago della bilancia nel corso del trasferimento di carico conseguente alla frenata. Una magia inconfondibilmente dovuta alla firma Brembo, ma anche ad un lavoro di sviluppo che, nonostante lo scorrere degli anni, si dimostra davvero certosino: la precisione del telaio, unita all’assetto rigido e ad un differenziale meccanico a slittamento limitato dice certamente la sua in merito. Il limite di tutto questo? Solo il misto stretto: è questa l’unica condizione in cui la supercar modenese dimostra al momento il peso dei suoi anni in termini di dinamica di guida. Non male dopo 12 anni di onorata presenza sul mercato. Ma basta solo che le condizioni stradali virino verso il guidato veloce per permettere alla Maserati GranTurismo MC M.Y. 2018 di trovare e conseguire il riscatto: nelle curve veloci e sui lunghi rettifili la V8 italiana è ancora una vera e propria ‘arma’. L’allungo del motore è brutale, al punto da incollare il pilota al sedile facendolo sentire quasi pronto a saltare nell’iperspazio da un momento all’altro e il sound esagerato e arrogante viene accompagnato da scoppiettii di rilascio da pelle d’oca commisti ad un tuono roco e profondo.

Comodi a 300 km/h

E il tutto senza dimenticare lo spazio per gli occupanti delle file posteriori (le sedute sono comode, lasciando molto spazio sia per le gambe che sopra la testa dei passeggeri che stanno dietro: una cosa più unica che rara su vetture di questo tipo), per i bagagli (il vano riservato ad essi è infatti in grado di accogliere sino a 260 dm3) e l’attenzione da riservare a chi desidera godersi il comfort di bordo: l’impianto audio della Maserati GranTurismo MC M.Y. 2018 è infatti firmato Harman Kardon (con 10 altoparlanti alimentati da un amplificatore da 900 W e 12 canali di Classe D) ed è supportato dalla tecnologia AuraVox per la regolazione dell’audio, mentre il sistema di infotainment (compatibile con le funzioni di mirroring Apple CarPlay e Android Auto per smartphone) MTC+ (Maserati Touch Control Plus) con schermo ad alta risoluzione da 8.4” affiancato, nella consolle centrale, da un selettore rotativo, permette di controllare tutte le varie funzionalità di bordo in tre modi: dal già menzionato touchscreen, dal selettore rotativo o tramite i comandi vocali di Siri. Non mancano ovviamente la connettività Bluetooth di serie, il lettore di schede SD, la presa USB e una porta Aux-In. Una serie di soluzioni, queste, a loro volta affiancate nell’abitacolo da degli inserti in Dark Chrome e in Eco Chrome – oltre che da una lunga sfilza di elementi in fibra di carbonio qua presente a profusione – e da godersi comodamente seduti su delle sellerie rivestite (su ambedue le file) in pelle Poltrona Frau e con impunture e loghi ricamati a vista. L’incantevole quanto rigogliosa luce arancione del tramonto cede a questo punto – nel corso della cosiddetta orange hour – posto all’oscurità della notte (ben illuminata dalla tecnologia Xenon commista a quella LED) mentre dai tortuosi tratti collinari – che con i loro colori viticoli sanno un po’ di montagna – della provincia novarese facciamo a questo punto rientro verso la nostra Redazione situata nel cuore del centro storico.

Il bello di non conoscere età

Una vettura dal carattere molto trasversale insomma questa Maserati GranTurismo MC M.Y. 2018: coniuga lo spirito turistico della grand tourer con quello marcatamente sportivo della supercar. Tanto nell’estetica quanto nella sostanza: le linee più aggressive e ‘feroci’ si amalgamano sapientemente con quelle più tondeggianti e morbide, dando così vita ad un equilibrio stilistico suggellato da un’ampia fruibilità interna (a bordo della GT modenese si sta veramente comodi anche in quattro) e da un motore straripante capace di un sound d’altri tempi in grado di fare la felicità di qualsiasi appassionato di automobili sportive. È proprio questo fattore così visceralmente emozionale il grande punto di forza di questa Maserati: il suo carattere esuberante – fatto di voce roca e cupa e di scoppiettii (propri solo dei motori aspirati di grande cubatura) – va a braccetto con un equilibrato estro stilistico senza tempo tipico della tradizione italiana. Non è da tutti portare con classe 12 anni di presenza sul mercato. E alla GranTurismo questo riesce in pieno. Affascina ancora da qualsiasi angolazione e non vuole proprio saperne di passare inosservata quando incrociata in velocità in strada o parcheggiata da qualche parte: possedere e guidare questa vettura significa ancora oggi essere al centro di tutte le attenzioni, il che di per sé vale fino all’ultimo centesimo i 131.563 euro da cui si apre il listino (nella più ‘basica’ versione Sport) della sportiva con anima da tourer del Tridente, un prezzo che si alza ovviamente per la versione MC da noi provata e con tutti gli accessori sulla ‘nostra’ vettura installati. Un dazio tutto sommato non eccessivo per mettersi in garage una vettura che, come Dorian Gray, non riesce proprio ad invecchiare.
VIDEO-MAKING: LEONARDO ZENNARO