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Ferrari 458 Italia [Prova]: sulle tracce del mito del Cavallino in pista a Monza

Abbiamo messo alla prova sul tracciato di Monza la Ferrari 458 Italia, modello che ha preceduto in listino l’attuale 488 GTB e che ha dimostrato, a sette anni di distanza dal lancio, di avere ancora tutte le carte in regola per far tremare tutte le dirette concorrenti di settore. Ecco come è andato il nostro test

Una mattinata di sole intenso, di quelle che annunciano con forza l’inizio di un’estate ormai imminente. Un silenzio quasi surreale all’interno di un paddock che da qui a breve si ravviverà parecchio. I prototipi dell’Endurance ai box, pronti per iniziare una sessione di test (che andranno a gommarci per bene l’asfalto). E lei. La Ferrari 458 Italia. Siamo a Monza, ovvero nel più indicato dei luoghi in cui contestualizzare una vettura che porta al di sopra della propria sinuosissima carrozzeria il simbolo del Cavallino Rampante. La pista è infatti una di quelle più storiche e più cariche di densi significati che si possano richiedere. Vuoi perché siamo italiani, e osservare qui contestualizzata un’auto simbolo del Made in Italy ha sempre un suo perché, vuoi perché la Ferrari ha qua raccolto alcune delle doppiette più belle della sua storia (due su tutte: quella del 1988, la prima nel GP d’Italia senza il Drakecentrata da Berger e da Alboreto, e quella del 2002messa a segno da Barrichello e da Schumacher), l’emozione cresce in maniera esponenziale in noi.

La storia dell’automobilismo all’italiana. Ferrari e Monza: un binomio perfetto

All’interno di questa struttura si respira la storia dell’automobilismo con la S maiuscola: la costruzione dell’Autodromo di Monza venne infatti decisa nel mese di gennaio del 1922 da parte dell’Automobile Club di Milano allo scopo di celebrare il 25° anniversario dalla nascita dell’Associazione come diretta conseguenza delle esigenze tecniche e commerciali delle Case costruttrici nazionali che, già allora, miravano all’esportazione. Si sentiva l’esigenza di realizzare un impianto stabile da destinare alle competizioni motoristiche, atto inoltre a consentire lo svolgimento di prove sperimentali di vario tipo. Vennero pertanto inclusi nel progetto tanto dei settori per lo sviluppo delle velocità, quanto delle aree atte alla sollecitazione del complesso degli organi meccanici. A ciò si andarono a sommare i buoni risultati tecnici e sportivi ottenuti dal primo Gran Premio automobilistico d’Italia, disputato l’anno prima sul veloce –  ma non sufficientemente attrezzato – circuito semi-permanente di Montichiari. Era a questo punto necessario trovare una sede più degna per lo svolgimento del GP nazionale. Nacque così il “Tempio della Velocità”. L’inaugurazione avvenne in data 3 settembre 1922, in una giornata di pioggia, alla presenza del Presidente del Consiglio Facta e con la disputa di una gara per vetturette vinta da Pietro Bordino su Fiat 501 modello corsa. Da allora il mito del circuito lombardo iniziò ad alimentarsi per arrivare a divenire la leggenda che noi tutti conosciamo: una leggenda sul cui asfalto ci troviamo oggi a prendere contatto con l’icona automobilistica italiana per eccellenza, ovvero la Ferrari.

Performante e pregna di carattere esuberante. La Ferrari 458 Italia è una vettura che non conosce tempo, anche grazie a delle linee che non vogliono saperne di invecchiare

Un marchio la cui storia inizia in maniera ufficiale nel 1947, quando dal portone di via Abetone Inferiore, a Maranello, uscì la 125 S, ovvero la prima vettura con il marchio del Cavallino Rampante. Da allora le automobili del “Drake” segnarono in maniera indissolubile la storia dell’automotive, grazie a fasti sportivi ineguagliabili e ad un fascino di brand che nel Mondo non trova paragoni. Il tutto maturando un know-how tecnico che nessun altro costruttore sul Pianeta è in grado di possedere. E il risultato diviene evidente non appena ci si avvicina ad una quattro ruote che porta il cognome di Enzo. Fascino, esclusività, forza di brand e immagine sportiva di una Ferrari non hanno eguali. Le vetture della Casa modenese sono uniche: un orgoglio tutto italiano, un bene da tutelare e difendere che dovrebbe essere inserito all’interno del patrimonio dell’UNESCO. Ma ritorniamo a noi: stiamo salendo le scale che portano verso la sala stampa dell’Autodromo dicevamo. Ad attenderci è il briefing degli uomini di Puresport – società che ha messo a disposizione le vetture nel corso di un evento organizzato da Amadeus Italia – con il quale i relativi istruttori vanno ad introdurci tanto il tracciato quanto la vettura. Qualche indicazione generica, qualche “dritta” sulla guida e siamo pronti per scendere ai box, dove ad attenderci – al fianco della Rossa di Maranello – troviamo un furgoncino sul quale effettuare una breve ricognizione della pista resaci finalmente libera dai prototipi Endurance che, come anticipato in apertura, hanno occupato il tracciato prima di noi in occasione di una serie di test.

Stile elegante e sportivo: sulla Ferrari 458 Italia il design va a braccetto con la funzionalità

Rientriamo verso la pit-lane e lei è lì ad attenderci pronta per scattare verso il suo ambiente naturale: la pista. Osservata da vicino la Ferrari 458 è di una bellezza da togliere il fiato: forme affusolate quanto a tratti taglienti, incavi per veicolazione ed estrazione dell’aria, elementi classici e moderni. Tutto sulla V8 aspirata di Maranello è una perfetta fusione di stile e funzionalità: dai gruppi ottici anteriori integrati ai lati di un cofano atto a generare due aggressive cavità in corrispondenza della porzione bassa degli stessi, sino all’estrattore di coda “inglobato” al di sotto di un paraurti dalla cui sezione centrale confluiscono le tre uscite del sistema di scarico, la cui conformazione va a richiamare quella adottata per la fanaleria posteriore, a sua volta incorniciata dalle griglie di estrazione. Fiancate sinuose atte a convogliare l’aria precisamente laddove necessario, tetto “scavato” al centro per lo stesso identico motivo e cerchi a cinque razze a stella (attraverso cui si lasciano ammirare i maestosi impianti frenanti Brembo) completano la seducente caratterizzazione estetica della sportiva modenese, che passeremmo ore a rimirare anche a motore spento.

Il V8 aspirato da 4.5 litri della Ferrari 458 Italia è un trionfo di emozioni. La sua sonorità inconfondibile contribuisce nel coinvolgere il driver in una esperienza di guida senza eguali

La ricercatezza estetico-funzionale manifestata all’esterno diviene ancor più tangibile una volta effettuato l’eccesso a bordo. Tutto all’interno della Ferrari 458 Italia è un vero e proprio trionfo di design: dalla ricercatezza delle forme manifestata dalle bocchette d’aerazione e dalla strumentazione – perfettamente fuse con una plancia che nulla nella disposizione ergonomico-stilistica lascia al caso – al volante sportivo che mette ad immediata portata di mano del pilota tutto il necessario per la guida (dai paddles alle spalle dello stesso sino al “Manettino” per la selezione delle modalità di guida), passando per un tunnel centrale tanto sportivo quanto elegante. Il tutto senza dimenticare i rivestimenti in pelle adornati da meravigliose impunture a contrasto ed ulteriormente valorizzati da elementi metallici che regnano sovrani su tutto il cockpit: quando si prende posto dentro ad una vettura del Cavallino Rampante non si può non notare di avere a che fare con qualcosa di realmente unico.

Ricercatezza meccanica e performance da capogiro

E ad uno sfarzo estetico così marcato non possono che corrispondere in maniera perfetta le performance estreme che la 458, con i suoi numeri da capogiro, è in grado di promettere. Collocato alle spalle del driver, e gelosamente custodito al di sotto di un vetro attraverso cui si lascia, come un prezioso gioiello in vetrina, ammirare troviamo infatti l’esuberante V8 aspirato da 4.499 cc in grado di sviluppare 570 CV di potenza massima ad un regime di 9.000 giri/min e 540 Nm di coppia a 6.000 giri/min (di cui oltre l’80% disponibile a partire da 3.250 giri/min): il tutto per una potenza specifica di 127 CV/litro. Numeri da capogiro che si vanno a tradurre in prestazioni da brivido: grazie anche ad un peso contenuto entro soli 1.380 kg (distribuito al 42% sull’asse anteriore e al 58% sull’asse posteriore) e ad un cambio automatico a sette marce (con paddles al volante) che lavora con la rapidità e la precisione di un robot, la Ferrari 458 Italia è in grado di bruciare lo scatto verso i 100 km/h con partenza da fermo in soli 3.4 secondi di tempo e di raggiungere una velocità massima di 325 km/h. Roba da far impallidire un F-104, o quantomeno in grado di farti sentire come il pilota di questo quando il post-bruciatore si accende per iniziare la fase di decollo.

“Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere”. Iniziamo a divertirci

Un tracciato come quello di Monza non può che esaltare le caratteristiche della Ferrari 458 Italia

Ma come diceva lo stesso Enzo Ferrari, “non si può descrivere la passione, la si può solo vivere”. Motivo per il quale non ci perdiamo troppo ad addentrarci nella descrizione della ricercatezza tecnica e tecnologica della Ferrari 458 Italia (su cui si potrebbe tranquillamente scrivere una tesi di laurea) ma, lasciandoci i box alle spalle, ci incamminiamo lungo la pit-lane per salire a bordo della supercar di Maranello. E lei, mentre si riflette sulle caratteristiche vetrate degli uffici del tracciato lombardo, è lì a motore acceso ad attenderci, grintosa e affascinante come non mai. Reduce di qualche giro già effettuato sulla pista italiana con gli altri ospiti della giornata, la V8 aspirata del Cavallino Rampante emana un odore di preziosi metalli surriscaldati come solo una vettura dal carattere marcatamente racing è in grado di fare. Apriamo la portiera con la massima riverenza che l’approcciarsi alla Rossa impone: il bassissimo profilo del tetto fa scorrere la nostra testa al di sotto di esso, ci accomodiamo e regoliamo sedile e volante dal carattere marcatamente sportivo in modo da trovarci a perfetto agio con i comandi, mentre ancora una volta il nostro sguardo viene attirato dalla perfezione delle forme che l’ambiente circostante mette a portata dell’occhio del fruitore.

Prima dentro, giù gas e via verso il rettilineo accompagnati da una musica da 570 CV

Motore acceso, prima inserita e piede destro che scorre dal pedale del freno a quello del gas: in un attimo la corsia box scivola alle nostre spalle mentre il rettifilo del tracciato monzese inizia a palesarsi dinnanzi allo sguardo: la sensazione è quella di non avere alcun filtro, non ci si sente nemmeno chiusi all’interno dell’abitacolo ma proiettati direttamente sull’asfalto. Un feeling avvertibile grazie ad uno sterzo diretto, che “getta” le ruote anteriori immediatamente “in mano” al pilota, e ad un pedale dell’acceleratore che mette tutta la straripante esuberanza del motore a portata del piede destro, permettendo a quest’ultimo di scatenare letteralmente l’inferno ogni qual volta destinato a richiamare all’appello cavalleria e coppia messe a disposizione dall’unità che spinge dietro la schiena: il know-how sportivo Ferrari si avverte con chiarezza anche solo dopo pochi metri. Nessun marchio al Mondo dispone di un feedback tecnico paragonabile a quello posseduto dal Cavallino Rampante e la cosa diviene palese quando ai sensi umani viene richiesto di lasciarsi completamente stravolgere ed incantare dalla piacevolezza di guida offerta dalla Ferrari 458 Italia.

Come su tutte le Ferrari, anche sulla 458 Italia il Manettino consente di impostare le modalità di guida

I giri del motore iniziano a salire, mentre il rombo cupo del V8 – che inizia a schiacciarci contro il sedile di guida – fa accapponare la nostra pelle nell’allungo verso la prima variante, ove l’impianto frenante Brembo (dotato di un sistema di precarico dei pistoni in grado di contenere in soli 32.5 metri lo spazio di arresto ad una velocità di 100 km/h) viene immediatamente chiamato alla prova prima di far girare con rapidità le ruote anteriori (gommate 235/35) nel destra-sinistra che ci conduce vero la curva Biassono, ove i 570 CV e 540 Nm della sportiva di Maranello possono tornare ad essere con veemenza scaricati al suolo dalla gommatura 295/35 delle ruote posteriori. Quarta, quinta, sesta: le marce entrano con rapidità e precisione e in un attimo ci ritroviamo alla Roggia, ove scaliamo fino in terza accompagnati da un fragoroso quanto “arrogante” boato ogni qualvolta andiamo a scendere di rapporto. La sonorità del propulsore di Maranello è unica nella sua capacità di generare emozione e di coinvolgere i sensi all’interno dell’esperienza di guida.

Giù il gas e l’asfalto scorre via come l’Universo sul Millenium Falcon

Sinistra, destra e si torna a ridare gas nel corso di un corposo allungo che ci porta a reinserire la quarta per percorrere le due di Lesmo – nel mezzo delle quali appoggiamo per un breve istante la quinta – mentre la Ferrari 458 Italia prosegue nel dimostrarci le sue incredibili doti dinamiche: immediata a scorrere verso i cordoli e precisa nel mantenere la corda. La 458 è una vera arma da pista che mette a disposizione del pilota tutto l’heritage maturato dal Cavallino Rampante in decenni di presenza in Formula 1: un heritage sensibile in termini di precisione telaistica, di messa a punto meccanica, elettronica e dinamica della vettura e, non ultima, di prestazione motoristica. L’otto cilindri a V di Maranello è un vero e proprio mostro di performance. Appena fuori dalla seconda di Lesmo, tutta la veemenza dell’aspirato modenese va infatti a palesarsi giù dal Serraglio in maniera analoga a come l’incontenibile Hulk fa quando chiamato a prendere il posto del più mite Bruce Banner: il motore ha un allungo che sembra infinito, una cosa da orgasmo, da brivido vero; una di quelle sensazioni difficili da descrivere solamente con le parole. Ti incolla al sedile mentre l’asfalto dinnanzi a te inizia a volarti via ai lati come l’Universo a velocità curvatura sull’Enterprise o sul Millenium Falcon, per tornare poi a “piazzartisi in faccia” nel corso della violenta staccata che dalla sesta obbliga a scendere fino in quarta per affrontare il leggendario sinistra-destra-sinistra della mitica variante Ascari.

La supercar italiana dimostra un rigore eccellente in curva grazie ad un lavoro di sviluppo davvero certosino

Ci si sente un po’ come Michael SchumacherFernando Alonso o Sebastian Vettel mentre a bordo della Rossa di Maranello l’asfalto dell’Autodromo di Monza ricomincia a scorrere via a velocità ipersonica in direzione della Parabolica. Quinta, sesta: il V8 italiano sembra averne sempre di più. Frenata potente e si scala in quarta per percorrere la velocissima curva che va letteralmente a catapultarci sul rettilineo: qua l’aspirato modenese può andare ad esprimere veramente il meglio di sé. L’allungo è tanto progressivo quanto violento: la cavalleria c’è. E si sente tutta, ma il lavoro di messa a punto operato dagli uomini del Cavallino Rampante fa sì che la Ferrari 458 Italia non risulti essere solo straripante, ma anche ben gestibile e facile da guidare. O almeno, fino a quando il Manettino rimane tarato nella posizione volta a permettere ai controlli elettronici di assisterci nella dinamica di guida. Contrariamente non fatichiamo ad immaginare quanto “manico” la V8 modenese richieda per essere portata al limite. Torniamo a impugnare i paddles posti alle spalle del volante (un pelo corti nella porzione inferiore. Unico vero “neo” che siamo riusciti a trovare in una vettura che rasenta praticamente la perfezione). Quinta, sesta. Non inseriamo il settimo rapporto solo per via delle incredibili doti di allungo dell’unità da 4.5 litri italiana. Nemmeno sul rettifilo di Monza – ove con una vettura di questo tipo (e con dei comuni driver come noi alla guida) si raggiunge una punta di circa 270 km/h – si riesce ad arrivare alla velocità massima di 325 km/h promessa dal costruttore modenese. Quando la prima variante torna a palesarsi dinnanzi ai nostri occhi dobbiamo infatti frenare e scalare di rapporto fino in terza. La frenata è potente, potentissima. Ma anche modulabile se non si esagera con la pressione sul pedale. E mentre sterziamo le ruote anteriori verso destra per inserirci all’interno della prima chicane la vettura ci ricorda tutta la sua bontà progettuale: la 458 non accenna a “scomporsi” minimamente in frenata, confermando tutta la precisione direzionale – tanto in inserimento quanto in uscita di curva – denotata nel corso del primo giro.

Il V8 di Maranello come Le Quattro Stagioni di Vivaldi: un sound italiano unico al Mondo

Allunghiamo di nuovo verso il curvone di Biassono, che riusciamo ora a percorrere più “in pieno” grazie alla maggior confidenza acquisita con la vettura per catapultarci poi nuovamente verso la variante della Roggia, da cui allunghiamo verso la prima e la seconda di Lesmo – che percorriamo con la precisione della lama di un bisturi grazie alle proprietà telaistiche e di messa a punto della vettura – per “picchiare” giù per il Serraglio ed immetterci ancora nella “esse” della variante Ascari, in uscita dalla quale i controlli elettronici (per nulla invasivi) ci permettono per un breve istante di godere di una guida un pelino “meno filtrata” mentre teniamo accelerato per proiettarci verso il rettifilo d’uscita. Il tutto sempre accompagnati dall’esagerata colonna sonora sviluppata dal propulsore di Maranello. Una vera e propria musica per le nostre orecchie: il sound Ferrari è unico, lo si riconosce tra mille. È come una sinfonia di Beethoven, come una composizione di Mozart, di Verdi o di Vivaldiun crescendo emozionale che esplode in un acuto. Una cosa che nel Mondo non ha eguali e che ci coinvolge al punto tale da non farci rendere conto di essere praticamente arrivati al termine di questa incredibile esperienza. Togliamo quindi a malincuore il gas, facciamo raffreddare gomme e impianti, accendiamo le quattro frecce (che vengono attivate da un pulsante che trova posto all’interno del tunnel centrale) e rientriamo ai box. Il motore scende di giri mentre imbocchiamo la corsia che va a ricondurci in pit-lane portando la sinuosa silhouette della Rossa a tornare a riflettersi sulle vetrate dell’impianto monzese. Il sole sta calando e le supercar messe a disposizione per questa giornata devono, come noi, fare ritorno a casa, ove ci accingiamo ad indirizzarci con ben vivo nella mente e nel cuore il ricordo di una vettura che per emozioni, fascino ed esclusività non dimenticheremo certamente mai.

Il fascino del Cavallino Rampante è unico al Mondo. La Ferrari 458 Italia in particolar modo esalta questo charme all’ennesima potenza. La berlinetta italiana è già una vettura ambitissima dai collezionisti di tutto il Pianeta

Concorrenti agguerrite, ma il fascino del Cavallino non ha eguali…

Una vettura, la Ferrari 458 Italia, il cui posto in listino è dal 2015 stato preso dalla 488 GTB (ancora affiancata da 458 Speciale e Speciale Aperta), che grazie all’unità biturbo (la cui cubatura è stata contenuta entro 3.9 litri) mette a disposizione del pilota ben 100 CV in più rispetto all’aspirata da noi provata. Le competitors dirette (McLaren 650S o Lamborghini Huracán, tanto per citarne alcune) sono certamente agguerrite e sicuramente molto interessanti, ma fascino emozionale, immagine sportiva, gusto elegante e preservazione del valore nel tempo del Cavallino Rampante non hanno indubbiamente eguali nel Mondo. A voi la scelta di cosa fare con oltre 200.000 euro a disposizione da investire in una vettura.

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