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In memoria di Alessio Ghersi.

Nella mattinata di domenica 30 aprile 2023 abbiamo appreso una notizia che non avremmo mai voluto apprendere. Il nostro amico, Alessio Ghersi, Pony 5 delle Frecce Tricolori, ci ha lasciati. Nel turbinio di dolorose emozioni che abbiamo provato, abbiamo tentato di cercare un po’ di lucidità per cercare di ricordarlo soprattutto per un motivo: Alessio era una persona straordinaria e sentivamo di dover cercare di ricordarlo

Come abbiamo già precisato sui nostri Canali Social, non siamo soliti scrivere articoli o realizzare post conseguenti ad una terribile tragedia. Riteniamo non sia il modo giusto per ottenere visualizzazioni, numeri, click. Ma in questo caso un pensiero, un ricordo, ci sembrava assolutamente dovuto. Almeno questo, ad Alessio, glielo dobbiamo. Glielo dobbiamo perché Ale era un amico. Una persona straordinaria. Di quelle più uniche che rare. Era un ragazzo di cuore, dotato di grande sense of humor. Una di quelle persone in grado di illuminare la tua giornata semplicemente standoti vicino. Una di quelle che era impossibile non amare.

Dall’istante in cui la terribile notizia della sua scomparsa è arrivata ai nostri occhi, alle nostre orecchie, dilaniando il nostro cuore e il nostro animo con la forza di un mare in burrasca, abbiamo iniziato a leggere titoli che parlavano di “chi era Alessio Ghersi”. Come bastassero un comunicato stampa ufficiale e qualche informazione biografica per dire chi fosse Ale. Per noi era un amico. Un ragazzo ricco di qualità umane e professionali che nessun discorso riesce a sintetizzare. Era prima di tutto un ragazzo ricco di enorme passione, per ogni cosa che faceva. Noi lo abbiamo conosciuto per la prima volta in una giornata invernale di fine 2018, sull’Aeroporto di Rivolto. Ale stava ancora ultimando le selezioni per divenire membro della P.A.N., dove sarebbe entrato ufficialmente in formazione a partire dall’anno successivo. Un anno nel corso del quale, dato che gli impegni gli sembravano pochi, è divenuto papà per la prima volta e ha anche preso la seconda laurea. Giusto perché nel corso della giornata gli avanzavano 5 minuti di tempo libero. Questo giusto per darvi un’idea vaga di chi fosse davvero Alessio Ghersi. Una di quelle persone sempre in grado di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Perché? Perché la sua passione lo portava ad andare sempre oltre il semplice concetto di “dovere”.

Era una persona incredibilmente curiosa. Ho letto di un suo professore che, ricordandolo, ha dichiarato che era uno di quelli che a fine lezione si avvicinava sempre alla cattedra per saperne di più. E sì. Alessio era proprio così. Un ragazzo di un’intelligenza rara, ma non solo. Era incredibilmente appassionato. Di tutto quello che faceva e che lo interessava. E credetemi: di interessi ne aveva mille. Ed era proprio questa passione a spingerlo ad approfondire, a mettersi in gioco, a sfidarsi continuamente, in tante, tantissime cose nella sua vita. Non solo come pilota militare (di Eurofighter prima e delle Frecce Tricolori poi), ma era la radice più profonda del suo io, della sua persona.

Amava le moto, le auto, la velocità. Tutto quello che dava emozione e che richiedeva all’essere umano di sfidare sempre sé stesso in cerca di un miglioramento, della perfezione. Amava gli orologi: li conosceva profondamente, li ammirava e li collezionava. Parlavamo in continuazione di quali acquisti ci sarebbe piaciuto fare su cosa mettere al polso o in garage. Amava la musica e in particolar modo la chitarra. E sempre perché gli impegni non erano ancora abbastanza per lui, dopo essere divenuto papà per la seconda volta, ha deciso di fare anche il chitarrista in un gruppo musicale in cui suonava con i suoi colleghi delle Frecce Tricolori: i “The Clueless”. Letteralmente traducibile come: “Gli Incapaci”. Sì, perché sia Alessio che i suoi colleghi sono sempre stati così: incredibilmente umili in ogni aspetto della loro vita. E “incapaci”, credetemi, non lo sono mai stati. Neanche lontanamente. Ma la loro rara umiltà li ha sempre spinti ad essere così. Tutti i 10 di quella meravigliosa squadra d’eccellenza di cui Alessio si sentiva incredibilmente orgoglioso di fare parte.

Era ovviamente un grande appassionato di aviazione, un padre e un marito come già da altri scritto (peraltro con una famiglia meravigliosa). Ma Ale era, prima di ogni cosa, una persona incredibilmente piacevole da frequentare. Uno di quelli sempre con la battuta pronta, sempre con il sorriso in volto, sempre pronto a scherzare di tutto e di tutti. Con tutti. Era questa, a mio vedere, la più grande qualità di Alessio. Riusciva a metterti immediatamente a tuo agio mentre gli stavi accanto. E aveva la capacità di trasmetterti in maniera contagiosa un’energia incredibilmente positiva. Era questa la cosa che a noi tutti piaceva di più di lui. Ci facevamo delle gran risate ogni volta che ci vedevamo o che ci sentivamo. Aveva una capacità di metterti di buon umore fuori dal comune. È sempre stata una cosa evidente fin dal primo momento. Da quando ci siamo conosciuti per la prima volta a Rivolto nel novembre del 2018, fino a quando ci siamo visiti per l’ultima volta a febbraio di quest’anno, sempre a Rivolto, la sera prima a mangiare, bere e scherzare come eravamo soliti fare, e in base il giorno dopo per farci da Cicerone nel corso di una bellissima visita in Aeroporto.

Certo, poche righe non possono bastare per dare un’idea di chi fosse davvero Alessio Ghersi. Ci sarebbe moltissimo altro da scrivere su di lui. Forse non basterebbe un’enciclopedia per restituire l’idea di chi realmente fosse una persona straordinaria e ricca di interessi come lui. Per noi era un amico. Ed è tutto quello che abbiamo bisogno realmente di sapere. E ci mancherà.

Mi mancherà. A me che scrivo in primis. Mi mancherà scherzare con lui di tante cose per messaggio come eravamo abituati a fare, perché come ho detto prima, la cosa più bella che potevi fare con Ale era proprio questa: ridere, scherzare.

Le informazioni generiche sono quelle rilasciate dall’Aeronautica Militare nel suo Comunicato Stampa ufficiale: “Il Capitano Ghersi, 34 anni, originario di Domodossola, ricopriva attualmente la posizione di 2° Gregario destro, Pony 5, all’interno della formazione delle Frecce Tricolori. Era entrato in Aeronautica Militare nel 2007 con il Corso Ibis V dell’Accademia Aeronautica. Dopo le scuole di volo era stato assegnato al 4° Stormo di Grosseto, dove aveva conseguito la qualifica di pilota combat ready sul velivolo Eurofighter, svolgendo attività di difesa aerea sia in ambito nazionale sia in missioni NATO. Selezionato successivamente per le Frecce Tricolori, avrebbe a breve preso parte alla sua quinta stagione acrobatica con la Pattuglia Acrobatica Nazionale”. Questo insieme alle prime vaghe informazioni relative all’incidente che ce lo ha brutalmente e ingiustamente, troppo presto, portato via.

Ma questo a noi non va proprio di pensarlo. Preferiamo pensare a come ha vissuto e come vivrà per sempre nel cuore di tutti coloro che lo hanno amato. Compresi noi. Compreso me. Chi era Alessio Ghersi? Era un amico. Un nostro amico. Un mio amico. E mancherà. Tantissimo.

“Un pilota non muore. Vola solo più in alto”

Cieli blu amico mio…

Alessandro.

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