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Centouno Navi Forza: ecco i primi rendering del nuovo superyacht italiano con propulsione a idrogetto

Il cantiere italiano ha rilasciato I primi rendering e le prime informazioni ufficiali in merito al  Centouno Navi Forza, superyacht da 28 metri di lunghezza con propulsione a idrogetto

Il marchio italiano ideato dalla designer Manuela Lucchesi e dall’ingegnere navale Marco Arnaboldi, ha svelato i primi dettagli del modello Centouno Navi Forza, superyacht da 28 metri di lunghezza, capace di 60 nodi di velocità massima e con soluzioni tecniche d’avanguardia.

CARENATURA E SISTEMA PROPULSIVO

La forma della carena di questo daycruiser, per esempio, è stata progettata per garantire prestazioni elevate unite ad una buona efficienza. Tre motori MAN 12V da 2.000 CV l’uno accoppiati a idrogetti MJP di nuova generazione e a una costruzione in sandwich composito, danno vita a uno yacht che dovrebbe essere più leggero del 30% rispetto alla media degli omologhi di mercato e con emissioni di CO2 inferiori del 50% rispetto agli stessi.

9.500 litri di carburante permettono al Centouno Navi Forza di promettere 500 miglia nautiche di autonomia a una velocità di crociera di 50 nodi. Inoltre la scelta di materiali eco-compatibili per gli allestimenti interni personalizzabili può far risparmiare l’equivalente di 20 alberi e la maggior parte dei materiali è completamente riciclabile.

Le linee dello scafo e la metodologia costruttiva sono il frutto della lunga esperienza dell’ingegnere navale Marco Arnaboldi, fondatore e direttore di importanti cantieri navali, che dal 1992 utilizza su veloci yacht plananti tecnologie all’avanguardia come la propulsione a idrogetto e la costruzione in sandwich compositi. La costruzione dello scafo, che utilizza carbonio e fibra di vetro in un sandwich ibrido con resina vinilestere e anima in schiuma di PVC ad alta densità, fornisce una struttura leggera e resistente con proprietà meccaniche degne di attenzione.

VANTAGGI E DISTRIBUZIONE DEGLI SPAZI

I vantaggi della propulsione a idrogetto rispetto alla linea d’asse con eliche convenzionali sono maggiore velocità e accelerazione, possibilità di navigare in acque poco profonde, migliore manovrabilità, meno rumori e vibrazioni, nonché minore manutenzione e maggiore durata del motore. Il fatto che non ci siano parti rotanti sott’acqua rende il sistema anche più sicuro delle eliche convenzionali.

Il profilo dinamico e la disposizione della coperta si caratterizzano sugli “fast shadow boats” per la sovrastruttura elegante, lo specchio di poppa aperto e la prua allungata. Il ponte di poppa aperto è caratterizzato da una plancetta fissa, da un prendisole (con sotto lo spazio per stivare un tender) e murate ribaltabili per aumentare la sua superficie e quindi il contatto con il mare. Inoltre, c’è un altro prendisole sul ponte di prua.

Sotto l’hardtop chiuso si trova un salone con la zona pranzo e la plancia di comando, mentre le porte in vetro scorrevoli assicurano l’accesso al ponte di poppa. Per gli ospiti sottocoperta sono previste quattro cabine: una suite armatoriale a tutto baglio a centro barca, una suite VIP a prua e due cabine singole doppie. Le due cabine dell’equipaggio hanno invece l’accesso indipendente a prua. Il layout e l’arredo degli interni possono essere personalizzati in base alle preferenze del futuro armatore. Una caratteristica davvero unica è il parabrezza della plancia di comando che può essere aperto per consentire un libero accesso dal ponte di prua fino alla plancetta di poppa.

DICONO IN MERITO

“Centouno Navi ha una grande rispetto per il mare – dichiara Manuela Lucchesiil design e la tecnologia di Forza sono la combinazione delle esperienze dei fondatori del marchio, che hanno vissuto in riva al mare e sulle barche per tutta la vita”.

“Improvvisamente abbiamo sentito un urto e Marco si è preoccupato pensando avessimo urtato un container galleggiante – aggiunge Manuela Lucchesi – siamo corsi a poppa della barca e abbiamo visto un capodoglio emergere dalla nostra scia. Eravamo molto preoccupati per le sue condizioni quindi, dopo aver verificato che non ci fossero falle nello scafo, Marco ha fatto un giro attorno alla balena per verificare che stesse bene e siamo stati molto sollevati nel verificare che non aveva subito alcuna conseguenza dall’impatto. Se fossimo stati su una barca con eliche, probabilmente saremmo stati affondati e avremmo ucciso o ferito gravemente il cetaceo”.

“Progetto e costruisco barche da più di 30 anni e so cosa vogliono gli armatori – afferma Marco Arnaboldi – velocità ed efficienza sono spesso in cima alla lista perché così possono coprire più miglia in minor tempo e con il minimo impatto ambientale”.

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