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Riva Ferrari 32: una Testarossa che sfreccia sull’acqua [RETROSPETTIVA]

A trentadue anni dalla scomparsa di Enzo Ferrari, riscopriamo insieme un capolavoro d’ingegneria dal design unico e che porta il nome di due miti assoluti, il Riva Ferrari 32. Due eccellenze italiane unitesi insieme per dare vita, agli albori degli anni ’90, ad un progetto che unisce la qualità Riva all’esclusivo design Ferrari

Se avete letto il nostro articolo sulla Ferrari Testarossa, potreste avere un sussulto al cuore leggendo questo nuovo pezzo. Sì perché oggi voglio parlarvi di un mezzo pazzesco su cui forse poco si è narrato nel tempo, un motoscafo ad alte prestazioni nato dalla collaborazione tra due eccellenze del nostro Paese: i cantieri navali Riva e Ferrari.

Se siete amanti del piacere che può riservare un’uscita in motoscafo, ma non volete comunque rinunciare alle performance di un’auto sportiva, questo speed-boat potrebbe ancora oggi rappresentare il giusto compromesso, travalicando quel limite fisico che divide la terra dal mare, in un ideale passaggio di testimone che sposa le competenze e peculiarità dei due marchi. Un incontro tra titani, decisamente ambizioso e non privo di difficoltà iniziali, con lo scopo di portare una Ferrari a sfrecciare sull’acqua, in una veste totalmente inedita, ma pur sempre avvolta nel classico mantello colore Rosso Corsa.

FIORI ALL’OCCHIELLO

La nascita del mito Ferrari ha una storia davvero meravigliosa le cui origini sportive risalgono al 1929, ma la tradizione dei cantieri navali Riva pone le sue radici ancora prima nel tempo, con una storia davvero affascinante che vale la pena raccontare. Nel 1842 una violenta tempesta colpì il lago d’Iseo, distruggendo le barche dei pescatori della città, con conseguenze catastrofiche sull’economia del posto. Fu proprio in quella occasione che Pietro Riva, giovane maestro d’ascia, si impegnò in prima persona a ricostruire e riparare quelle imbarcazioni, guadagnando il rispetto dei suoi concittadini; da quel giorno i Cantieri Riva hanno intrapreso un percorso di crescita che li ha portati a posizionarsi ai vertici della nautica mondiale. Dopo quasi 150 anni, la sua Azienda incontra l’eccellenza Ferrari in un progetto che esprimeva, sin dal principio, velocità e bellezza.

Siamo nel 1990 e a Maranello si decide di avviare il progetto voluto dallo stesso Enzo Ferrari, nel frattempo scomparso due anni prima all’età di 90 anni. Lo sviluppo del Riva Ferrari 32 viene curato da Gino Gervasoni in persona, all’epoca a capo dei Cantieri Riva, in stretta sinergia con la Casa di Maranello. L’apporto di Ferrari Engineering è stato fondamentale per la ricerca sui materiali, lo studio dell’aerodinamica e le scelte di design. Il compito dei tecnici Riva, invece, fu quello di filtrare gli input, adeguandoli alle peculiarità della progettazione navale. La collaborazione tra i due team fu certosina proprio al fine di sviluppare una nuova barca che potesse coniugare entrambe le filosofie aziendali ed essere, quindi, all’altezza di sfoggiare entrambi i loghi. I piani elaborati dai due uffici vennero passati ai carpentieri di Sarnico, che procedettero alla realizzazione di un primo prototipo in legno. Il risultato fu sin da subito incoraggiante e, quando il motoscafo riuscì a superare i 100 km/h, ne venne avviata la produzione.

PRESTAZIONI DA SUPERCAR

Con uno scafo di 10 metri, da qui il numero 32 che identifica la lunghezza in piedi, il Riva Ferrari 32 è spinto da due motori BPM Vulcano 400 V8 da 390 cavalli e prestazioni equiparabili a quelle di una imbarcazione da competizione di tipo off-shore, con una velocità massima che tocca i 54 nodi (circa 100 km/h).

Su questo motoscafo nessun elemento è lasciato al caso, l’intenzione era quella di riproporre gli stilemi Ferrari ed in particolar modo del contemporaneo modello Testarossa, da cui eredita gli stupendi “graffi” che avrebbero consacrato quella vettura alla storia, posizionati sulla carena laterale e sulla poppa per areare il vano motori. Il tocco esclusivo è fornito dall’ala di colore nero posizionata sopra la coperta. Si tratta di un elemento funzionale, che ha richiesto un approfondito studio aerodinamico da parte dei tecnici Ferrari per riuscire ad ottenere un effetto portante, alleggerire la barca alle velocità più elevate migliorandone le prestazioni. Anche il parabrezza è davvero minimale, con una fascia nera che completa il profilo della tuga, proprio nell’ottica di quella maniacale pulizia delle linee ma, soprattutto, a vantaggio della performance aerodinamica.

COMFORT DI LUSSO

Salendo a bordo dalla scaletta di poppa si nota come gli spazi siano stati sfruttati al centimetro, il pozzetto presenta uno stile classico ed i sedili del pilota e del co-pilota possono essere ribaltati in modo che la barca possa essere governata stando seduti o in piedi. La strumentazione Riva/VDO è quella di una Ferrari di quegli anni, con tutti i dati a disposizione per sentirsi dei veri piloti, ma con la giusta eleganza che solo un motoscafo Riva riesce a trasmettere. La barca è anche dotata di una cabina a prua che consente brevi gite al lago o alla fonda in una baia del Belpaese. A bordo tutto è ridotto all’essenziale, ma la qualità dei materiali e lo studio degli spazi rendono l’ambiente molto accogliente e piacevolmente vivibile.

La Ferrari Testarossa continua a rappresentare l’essenza del Cavallino Rampante, mentre il Riva Aquarama è tuttora la barca più famosa al mondo, la leggenda dei Cantieri Riva. In quest’ottica il Riva Ferrari 32, prodotto in soli 40 esemplari, è ancora oggi un capolavoro d’ingegneria, esempio di connubio perfetto tra due mondi apparentemente distanti nonché esaltazione di italianità, performance e stile.

Se queste poche righe vi hanno convinto nella scelta, sappiate che il Riva Ferrari 32 rappresenterebbe sicuramente un ottimo investimento, dato che le quotazioni sono destinate a salire nel tempo. Tuttavia, sono le sue stesse peculiarità a renderlo praticamente introvabile. Perciò se dovesse capitarvi, in una calda giornata d’estate, di scorgere all’orizzonte un motoscafo dalle linee affilate e dal colore rosso fuoco, potreste aver visto un Riva Ferrari 32; ritenetevi fortunati e scattate almeno una foto.

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