Stefano Guindani
L’icon maker che cercava il lato umano. Dell’automobile
Stefano Guindani è universalmente riconosciuto come “il” fotografo delle celebrities. Il suo obiettivo ha catturato star del cinema, icone della moda e personaggi di spicco dello spettacolo con uno stile inconfondibile, capace di restituire non solo l’immagine, ma anche l’anima dei suoi soggetti. Tuttavia, c’è un aspetto meno noto del suo lavoro che merita di essere raccontato: il suo contributo straordinario al mondo dell’automotive di lusso.
Da Lamborghini a BMW, passando per altri grandi nomi dell’industria, Guindani ha saputo tradurre in immagini la potenza, l’eleganza e l’essenza dei brand più esclusivi del settore. Il suo sguardo ha dato vita a campagne che vanno oltre la semplice estetica, trasformando ogni scatto in una narrazione visiva che esalta il design, la performance e l’emozione del movimento.

Qual è stato il progetto più emozionante della tua carriera?
“L’ultimo progetto realizzato con Banca Generali dal titolo “Time o Change” che racconta la situazione attuale nel perseguire gli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu, un progetto sfidante e molto difficile da realizzare ma che mi ha dato tanta soddisfazione perchè nasce da un impegno sociale oltre che artistico”.
Come descriveresti il tuo stile fotografico quando si tratta di catturare automobili?
“L’ultimo progetto realizzato con Banca Generali dal titolo “Time o Change” che racconta la situazione attuale nel perseguire gli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu, un progetto sfidante e molto difficile da realizzare ma che mi ha dato tanta soddisfazione perchè nasce da un impegno sociale oltre che artistico”.
Qual è stato il progetto più emozionante della tua carriera?
“L’ultimo progetto realizzato con Banca Generali dal titolo “Time o Change” che racconta la situazione attuale nel perseguire gli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu, un progetto sfidante e molto difficile da realizzare ma che mi ha dato tanta soddisfazione perchè nasce da un impegno sociale oltre che artistico”.
Come descriveresti il tuo stile fotografico quando si tratta di catturare automobili?
“Direi che e’ una ricerca di luci, linee, e geometrie”.
Qual è stato il progetto più emozionante della tua carriera?
“L’ultimo progetto realizzato con Banca Generali dal titolo “Time o Change” che racconta la situazione attuale nel perseguire gli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu, un progetto sfidante e molto difficile da realizzare ma che mi ha dato tanta soddisfazione perchè nasce da un impegno sociale oltre che artistico”.
Come descriveresti il tuo stile fotografico quando si tratta di catturare automobili?
“Direi che e’ una ricerca di luci, linee, e geometrie”.
Quanto conta l’ambientazione nel tuo lavoro? Preferisci scenari urbani, naturali o location particolari?
“L’ambientazione nelle foto di auto è fondamentale, perchè serve a creare il mood che sto cercando. Lo scenario urbano, metropolitano, underground è il mio preferito, ma amo anche lavorare nella natura incontaminata. In generale, credo che comunque dipenda dal modello di auto e dal tipo di comunicazione si vuole ottenere”.
Quali dettagli di un’auto cerchi di mettere in risalto nei tuoi scatti?
“Sicuramente le sue forme e le sue linee, per esaltare il lavoro del designer, col quale preferisco sempre confrontarmi prima di scattare. Poi mi lascio inspirare da quello che vedo e cerco di riportarlo nell’immagine”.
Quali sono i principali elementi che consideri per rendere un’auto “viva” nelle tue fotografie?
“Sicuramente la presenza umana può aiutare, ma credo che la cosa che la renda più “viva” sia la dose di sogno, di immaginario che si va a cucirle addosso”.
Che ruolo giocano l’illuminazione e le condizioni atmosferiche nei tuoi scatti?
“Personalmente amo la blue-hour, ma dura molto poco (circa 1 ora dopo il tramonto e un ora prima dell’alba, nel momento atmosferico migliore)”.
Quali sono le sfide principali che affronti durante un servizio fotografico di automobili?
“Possono essere diverse, dalle corse contro il tempo per cercare di catturare la luce esatta che desidero, al dover preservare in ogni modo l’auto prototipo da occhi indiscreti (anche nascondendo la camera), alla chiusura delle strade, alla riproduzione fedelissima del colore delle auto che a volte è sfidante”.
Hai mai lavorato in condizioni estreme?
“Una volta ho scattato alle Isole Svalbard a -15°”.
C’è un’auto o un brand che sogni di fotografare ma non ne hai ancora avuto l’opportunità?
“Non ho mai scattato per Ferrari”.

Il lusso è un canone estetico? Come si deve rappresentare, secondo te, la lussuosità di un’auto?
Citando Giorgio Armani: “il lusso non si fa notare, si fa ricordare”. Anche l’immagine dell’auto o di un brand deve avere lo stesso concetto”.
Come immagini il futuro della fotografia automotive e il tuo ruolo in esso?
“Credo che ci stiamo dirigendo verso un futuro in cui l’automobile assumerà diverse funzioni, tra cui il lavoro, lo svago e il sogno. Ritengo che la fotografia abbia il compito di raccontare al meglio queste realtà. Per quanto mi riguarda, desidero continuare a realizzare immagini che catturino un attimo di vita con l’auto come protagonista”.