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Dindo Capello [Audi]: “Ferrari nel WEC? Sarebbe bellissimo batterla!”

Abbiamo intervistato Dindo Capello in occasione di un vis-a-vis con lui. Ecco cosa ci ha detto in merito a WEC e molto altro ancora

Un mito. Un’icona. Anzi, di più. Un vero e proprio simbolo vivente del WEC e della 24 Ore di Le Mans. Stiamo parlando di Dindo Capello. Un Campione sportivo e umano. Un uomo-immagine della Casa dei Quattro Anelli che vanta un palmarès sportivo che definire invidiabile (e che non stiamo qua ad elencare solo per ragioni di spazio e tempo…) sarebbe utilizzare un eufemismo. Un grande del motorsport che ci riceve all’interno del bellissimo Audi Zentrum di Alessandria: un luogo che più che una concessionaria sembra un vero e proprio monumento alla tradizione di Ingolstadt, con elementi architettonici ricercati e ampie superfici vetrate che permettono allo sguardo di cogliere appieno forme e colori dei gioielli gelosamente custoditi all’interno di questo forziere, ovvero l’intera gamma del costruttore tedesco, dalla più fruibile A1 per arrivare sino alla sportivissima nuova R8 (proposta si in versione Spyder che Coupé).

Un vero e proprio tempio al cui interno ci attende – circondato da innumerevoli “cimeli” sportivi che manderebbero in visibilio qualsiasi appassionato di sport-prototipi (dalle fotografie appese sulle pareti al casco da corsa, per arrivare sino alla sorprendente e tecnologica Audi R18 e-tron quattro condotta in gara nel WEC) – il grande Dindo Capello: un campione prima nella vita che nello sport. Un uomo che appena incontri ti sembra di conoscere da sempre da quanto ti mette a tuo agio: una persona semplice, simpatica, modesta e disponibilissima. Uno sportivo vero. Un perfetto rappresentante di quei valori che il motorsport dovrebbe intrinsecamente possedere.

Ci fa accomodare all’interno di un ufficio – solo dopo averci offerto un caffè e aver speso parte del suo preziosissimo tempo in convenevoli – mentre ancor prima di iniziare a fargli qualche domanda i suoi occhi iniziano a raccontarci una storia fatta di successi sportivi, di gare, di vittorie e di tanto duro lavoro che ha portato ai fasti che noi tutti conosciamo. Al che, dopo averci messo perfettamente a nostro agio, inizia a parlarci di WEC, di Audi e di motorsport in un’intervista a 360° sul favoloso mondo dell’Endurance.

L’Audi R18. Una delle vetture che hanno regalato la vittoria a Le Mans a Dindo Capello, fa bella mostra di sé all’interno della concessionaria di Alessandria

Audi domina da anni a Le Mans e nel WEC. Secondo te perché la superiorità dei Quattro Anelli è così schiacciante in questo tipo di competizioni?

Ha dominato fino al 2014. Nel 2015 i nostri cugini della Porsche ci hanno reso la vita difficile vincendo sia il Campionato che la 24 Ore di Le Mans, “fermando” quindi un attimino una supremazia durata per tanti, tanti anni. Il perché di questa supremazia? Credo sia dovuto fondamentalmente a quello che è il focus della filosofia Audi, non solo nelle competizioni ma anche su strada, ovvero l’affidabilità. Quando si consegue quest’ultima si possono cercare poi le prestazioni. Il connubio tra affidabilità e performance fa certamente la differenza, insieme a tutti i test di durata svolti in maniera veramente maniacale (e che ho vissuto in prima persona per tanti anni: una nuova componente viene testata e deve raggiungere un certo chilometraggio – spesso di gran lunga superiore a quello effettuato in gara – per essere poi montata sulla vettura, e se anche poche centinaia di km prima di quanto richiesto questa si rompe, i test ripartono da zero), tant’è che a Le Mans credo di non aver mai visto un’Audi ritirarsi per un problema tecnico”.

Secondo Dindo Capello, un uomo come Fernando Alonso potrebbe portare al WEC molto in termini di competenza e impatto mediatico

Fernando Alonso nel WEC. Cosa potrebbe portare un personaggio così mediaticamente potente (oltre che dotato di talento) nell’Endurance?

Che Alonso sia interessato al WEC, magari per il fine carriera, non è un segreto. Sicuramente è un personaggio che potrebbe essere in grado di dare tanto sia sportivamente che comunicativamente. Il successo di un pilota di F1 che passa alle gare Endurance è molto legato, secondo me, anche all’intelligenza del pilota stesso: Webber ha capito perfettamente che – pur essendo stato un top driver in F1 sino al momento del suo ritiro – in questo mondo è sì la superstar del Campionato ma anche di far parte dei bravi e non di essere il più bravo di tutti. Deve in un certo qual senso farsi un’altra piccola gavetta. In una gara come la 24 Ore di Le Mans si deve veramente lavorare per la squadra, mentre in Formula 1 ogni pilota può essere più “egoista”. Ecco: l’egoismo è sicuramente la cosa di cui ci si deve dimenticare nell’istante in cui si decide di compiere questo passo. In termini di guida e di prestazioni, credo che un prototipo del WEC non restituisca niente di meno rispetto ad una monoposto. Anzi: penso che oggigiorno per un pilota di Formula 1 possa essere molto più divertente guidare un prototipo, data anche la maggior velocità in curva di quest’ultimo”.

Visti i successi nel WEC, Audi potrebbe prendere in considerazione l’ingresso in F1?

Non credo. Ogni anno salta fuori questa notizia. Quest’anno c’è stato proprio un comunicato stampa richiesto dal dott. Ullrich (Head of Audi Motorsport, ndr) che ha sancito in maniera ufficiale che Audi non è interessata alla Formula 1”.

Audi, che ha vinto tanto a Le Mans e nel WEC, non punta al momento alla F1. Lo precisano tanto Dindo Capello quanto i vertici aziendali

Che iter formativo consiglieresti ad un ragazzo che sogna di diventare pilota? Che “scuola” bisogna fare?

Difficile dirlo perché questo mondo è cambiato molto negli ultimi anni. Oggi un bambino di 6 anni può iniziare a correre coi kart: una cosa impensabile sino a qualche tempo fa. Si stanno “bruciando le tappe”. Se pensiamo che Verstappen è a lottare ad armi pari – anzi, in certi sorpassi sembra lui il pilota con esperienza – in F1 con i supercampioni, direi che è difficile dirlo.Oggi tutto si è velocizzato. La curva d’apprendimento dei piloti – anche grazie all’introduzione dei simulatori – si è ridotta. Sicuramente il kart rimane la scuola da cui tutti devono partire. Servono certamente tanto impegno e tanta passione. Dico sempre ai ragazzi che me lo chiedono di non focalizzarsi solo sulla Formula 1. Esistono altre categorie. Io consiglio di fare un’esperienza a 360°: se si ha la possibilità di provare una GT, una Turismo, di guidare sul ghiaccio, di salire su un’auto da rally è bene farlo. Quel che oggi manca è la conoscenza dell’auto o della guida a 360°. Questa mattina sono stato mezz’ora al telefono con Matthias Ekström e, parlando del più e del meno, mi ha detto che si diverte molto di più a fare Rallycross che non con altre tipologie di vettura: lì si guida ancora l’auto e non si è vincolati a tutti i problemi legati all’aerodinamica e alla ricerca della perfezione. Oggi un giovane, secondo me, dovrebbe provare a guidare un po’ di tutto per capire bene la realtà del motorsport. In Francia sotto questo punto di vista sono un po’ più avanti: ogni pilota francese fa un’esperienza più “globale”. Oggigiorno c’è troppa specializzazione”.

Secondo te le Case potrebbero fare più scuola piloti?

Penso che in Italia abbiamo una Casa con un potenziale talmente elevato che potrebbe davvero fare moltissimo per creare un bel vivaio. Ci stanno provando. Negli ultimi anni anche con l’aiuto della Federazione. Spero che a breve i risultati possano arrivare. Non vedere piloti italiani in Formula 1 o nel Mondiale Rally è veramente triste, soprattutto se si pensa al passato e alla scuola piloti che abbiamo avuto: sia nei Rally, ai tempi della Lancia, che in Formula 3, Formula 2 e Formula 3000, quando la scuola italiana dominava. È un peccato vedere che dominiamo ancora nei kart e che il passaggio in auto sia invece poi difficoltoso”.

La Ferrari nel WEC? Porterebbe un surplus unico nel WEC, secondo Dindo Capello, che rappresenterebbe un avversario molto interessante per la Casa dei Quattro Anelli

Contando che sembrerebbe che un prototipo abbia già girato a Fiorano qualche anno fa, pensi che Ferrari potrebbe unirsi al WEC? Se sì cosa potrebbe significare il suo ingresso nell’Endurance?

Per il WEC sarebbe la ciliegina sulla torta. Ferrari è Ferrari. Non ci sono aggettivi per definire il livello di immagine sportiva del Cavallino Rampante: in qualsiasi categoria la Ferrari possa decidere di correre ufficialmente avrebbe la possibilità di portare un surplus alla serie che non ha prezzo. Il sogno di tutti noi appassionati di gare sport-prototipi è quello di vedere un giorno la Ferrari in questo mondo e magari di rivivere quelli che sono stati gli anni d’oro dei prototipi, quando questi avevano un’importanza addirittura superiore alla Formula 1. Con Porsche e Toyota siamo già ad un livello altissimo. Se entrasse la Ferrari sarebbe veramente il top. Noi tutti dell’ambiente non vediamo l’ora che questo marchio possa diventare un nostro competitor. Anche per batterlo!”.

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