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MV Agusta Dragster 800 RR [Prova]: La Grande Bellezza

Abbiamo avuto modo di provare su strada la MV Agusta Dragster 800 RR Euro 4 M.Y. 2017, una moto piena di carattere e connotata da volumi e forme la cui ricercatezza ne elevano il modo d’essere intesa da semplice prodotto industriale ad opera d’arte. E per capire appieno questo concetto, l’abbiamo messa a confronto nientemeno che con la storia dell’arte italiana. Ecco cosa abbiamo scoperto di una moto che viene proposta a partire da 18.490 euro

Che la MV Agusta Dragster 800 RR sia la più estrema, funambolica e “teppistica” moto della gamma Brutale a tre cilindri è oramai un dato di fatto assodato. E molto probabilmente, per via delle proprie soluzioni stilistiche raffinate, anche la più bella. Ogni singola forma, ogni singolo volume, non lascia su questa due ruote nulla al caso. La sportività incontra l’eleganza in un corpo incredibilmente rastremato e valorizzato da stilemi che demarcano con forza tutto l’estro stilistico proprio di una tradizione per il buon gusto unica al Mondo: quella italiana. Una tradizione che affonda le proprie radici in un passato millenario fatto di opere d’arte e architettoniche universalmente riconosciute come alcuni dei massimi esempi delle capacità creative umane. Ed è proprio in questo heritage che il design per cui è famosa MV trova le proprie primordiali origini. Motivo per il quale la nostra prova parte proprio da Casa Bossi, un edificio neoclassico situato nel cuore di Novara – e che deve l’originario splendore delle sue forme nientemeno che ad Alessandro Antonelli, ovvero il “papà” della Mole Antonelliana di Torino – e all’interno del quale ci troviamo ad analizzare il legame esistente tra la tradizione artistica italiana e lo stile inconfondibile che connota ogni moto del costruttore varesino e per cui lo stesso è famoso nel Mondo.

Forme nette e affusolate sapientemente amalgamate tra loro caratterizzano lo stile inconfondibile della MV Agusta Dragster 800 RR. Un design che affonda le proprie origini nientemeno che nella storia dell’arte italiana!

Da Leonardo a Tamburini: come l’arte italiana influenza un design unico al Mondo

Una fama che trova riscontro non appena si va ad osservare la MV Agusta Dragster 800 RR dal vivo: rastremata. Corta, anzi, cortissima. Nessun’altra moto rappresenta un tale oggetto di design in un corpo così minuto. Le forme spigolose si raccordano in maniera perfettamente amalgamata a quelle più tondeggianti in un equilibrio stilistico proprio della tradizione italiana, come ci spiega Angelo Ficarra, curatore delle mostre per il Comune di Novara, che ne descrive così le forme: “La linea di design che emerge è una linea marcata, decisa ma anche morbida. Osservando questo prodotto di stile – che definirei proprio così in quanto va oltre al semplicistico concetto di due ruote – si nota che questo è caratterizzato da una linea morbida che definisce tutta la fiancata della moto e che termina in una punta al posteriore. Osservandola da alcune prospettive la moto è slanciata e presenta un’aggressività che ne caratterizza la forma”, aggiungendo inoltre un parallelismo con alcune delle opere artistiche italiane più importanti: “Sicuramente il design di questa moto risente in maniera evidente di un retaggio culturale e artistico che parte da Michelangelo e che arriva sino ai tempi nostri, sino alla contemporaneità. Dividendo questo percorso per tappe si tocca in maniera assoluta la classicità di Michelangelo e del David in particolare, se vogliamo trovare un’opera nello specifico, perché quegli elementi classici che Michelangelo tocca sono alla base del design italiano contemporaneo. E ci spostiamo poi sicuramente verso l’attenzione per il dettaglio dello stile di Leonardo, che troviamo per esempio ne ‘L’Annunciazione’, in quel quadro con una delicatezza e con una pittura così particolare proprio perché Leonardo, in questo dipinto, arriva a definire il concetto di prospettiva, per esempio. O nella particolarità dei fiori, dei prati e delle ali dell’angelo. Un’altra tappa importantissima per lo sviluppo di questo design è il Futurismo: non possiamo parlare di design italiano e di queste forme se non parliamo di movimento. E quindi Balla e Boccioni ne sono gli interpreti più ‘spietati’. E poi lo step finale è quello della contemporaneità più recente, quindi il taglio di Fontana e i concetti spaziali: cioè quelle linee così dure ma precise e delicate che non possono non essere contemplate in questo lavoro di design. Una similitudine potrebbe essere inoltre notata con il lavoro di Botero: la forma ‘grossiccia’ dei corpi di Botero va in netta contrapposizione con lo spazio che sta alle spalle delle figure. Oppure, ad esempio, con gli arti inferiori, soprattutto con le gambe. Ecco, questa caratteristica di serbatoio grosso che culmina in una punta mi ricorda molto Botero per esempio”.

Il codino filante termina in una doppia punta dal taglio molto aggressivo sulla MV Agusta Dragster 800 RR, rispecchiando così il carattere di questa moto: aggraziata e muscolosa, riesce a essere tanto guidabile quanto sfacciata

La coda tronca della MV Agusta Dragster 800 RR rappresenta infatti un vero e proprio oggetto di design nel design di questa moto: i volumi tondi del profilo (che viene seguito dai gruppi ottici di coda a LED) si fondono con quelli più vivi e marcati delle “punte” finali osservabili guardando la moto dall’alto, sposandosi inoltre in maniera perfetta con dei cerchi a raggi che da soli farebbero passare ore a lasciarsi rimirare. Scarico ancor più sfuggente (per via dell’omologazione Euro4), gruppo ottico anteriore di derivazione Brutale (qui ancora con lampade a incandescenza, ma che grazie al M.Y. 2018 ha trovato una evoluzione nella tecnologia a LED al fianco di inedite forme ‘Brutale M.Y. 2016 style’), strumentazione minimalistica (con cover caratterizzata da una conformazione semplice ma ricercata), specchietti laterali richiudibili (che conferiscono al manubrio un appeal da motard) e semi-manubri alti con inviluppo volto a conferire soluzione di continuità rappresentano i principali elementi stilistici distintivi di una moto che esibisce con fierezza un motore tricilindrico da 798 cc (con distribuzione a doppio albero a camme in testa, con rapporto di compressione 13.3:1 e con misure di alesaggio per corsa pari a 79 mm x 54.3 mm, nonché capace di 140 CV di potenza a 13.100 giri/min e di 86 Nm di coppia massima a 10.100 giri/min, che valgono a questa due ruote una velocità massima di 245 km/h) – molto “pulito” e libero da un eccesso di cablaggi – incastonato all’interno di un telaio commisto che amalgama in un sol corpo un traliccio in acciaio ALS a delle piastre in lega di alluminio. Il tutto al fianco di un serbatoio divenuto – per la ricercatezza delle sue forme – iconico con la prima Brutale 750 (e da allora costantemente evoluto allo scopo di rimanere al passo coi tempi) e ad un codino che fonde in un unico insieme la sella del pilota a quella del passeggero (con impunture a vista), nonché a dei foderi della forcella in tinta con la carrozzeria (come i rivetti apposti sui cerchi) e a dei fianchetti posti ai lati del radiatore che fanno andare a braccetto estetica e funzione.

La nostra amica Krystyna posa sulla MV Agusta Dragster 800 RR nel corso del servizio fotografico realizzato in occasione della prova di questa moto. Seguitela sul suo account Instagram ufficiale@krystyna_mat

A metà strada tra la naked e la sportiva con un solo obiettivo: divertire

Impostata, “chiusa” e vocata al dinamismo: la triangolazione di guida della MV Agusta Dragster 800 RR si pone a metà strada tra quella di una naked funambolica e quella di una sportiva “da sparo”

E ad un linguaggio estetico tanto ricercato quanto minimal la MV Agusta Dragster 800 RR fa corrispondere una posizione di guida che non lascia spazio ad alcun tipo di compromesso. La triangolazione in sella è decisamente “chiusa” e raccolta e si pone a metà strada tra quella di una naked e quella di una sportiva. Il corpo viene caricato in avanti grazie ad un manubrio sdoppiato con semi-soluzioni regolabili tanto in avanti quanto all’indietro e che presentano un grado di apertura e di inclinazione inferiore rispetto a quello di una naked di pari categoria (facendo così immediatamente percepire al pilota un maggior grado di sportività). La sella è rigida, ma non eccessivamente scomoda. Inizia a far percepire la propria inclinazione sportiva solo dopo un certo lasso temporale trascorso su due ruote. Lo spazio ovviamente è risicato, ma permette al pilota di muoversi in scioltezza su di essa nel corso della guida, assecondando – insieme al resto dei comandi – l’impostazione marcatamente vocata al dinamismo di questa moto, come confermato anche da una “chiusura” delle gambe che richiama da vicino l’universo delle più veloci e performanti carenate. L’effetto vela risulta quindi il dazio da pagare per una guida più vocata al divertimento che alla prestazione pura alle alte velocità di percorrenza, dove per non risentire troppo della resistenza aerodinamica il pilota non ha altra soluzione che non quella di richiudersi in posizione fetale avvolgendo con il proprio corpo il serbatoio. Ed è anche la manovra più consigliata per trasferire quanto più carico possibile verso un avantreno altrimenti molto leggero e che richiede una certa abilità nell’essere gestito. Traduzione: la MV Agusta Dragster 800 RR è una moto per riders sicuramente esperti. Nonostante abbia completamente perso on-off ed erogazione brusca propri delle prime MV Agusta, ha preservato in maniera marcata tutto l’esuberante carattere di queste ultime. Il che è assolutamente un bene, a patto di ricordarsi di essere ai comandi di una moto a cui è doveroso dare del Lei.

Un’elettronica sopraffina gestisce una moto vocata al divertimento più assoluto e che incastona – come un prezioso tesoro – al cuore di un telaio commisto un tricilindrico da 798 cc capace di 140 CV di potenza e 86 Nm di coppia

Motore, elettronica e ciclistica da riferimento

L’esuberanza del tricilindrico varesino (raffreddato ad acqua e ad olio tramite radiatori separati e dotato di corpi farfallati full drive by wire Mikuni, di bobine pencil-coil dotate di tecnologia “ion sensing” e di controllo di detonazione e misfire) viene (in parte) tenuta a bada da un sistema elettronico integrato di tipo MVICS 2.0 (Motor & Vehicle Integrated Control System) con sei iniettori, oltre che da una centralina di controllo motore Eldor EM2.0 al cui fianco lavorano 4 mappe motore e un Traction Control ad 8 livelli di intervento, nonché un cambio elettronico di tipo MV EAS 2.0 (Electronically Assisted Shift up & down). A chiudere il cerchio troviamo una frizione multidisco in bagno d’olio a comando idraulico con dispositivo antisaltellamento meccanico e un cambio estraibile a sei rapporti con ingranaggi sempre in presa. Di prim’ordine anche la ciclistica: davanti troviamo infatti una forcella Marzocchi oleodinamica a steli rovesciati da 43 mm di diametro (in alluminio e con trattamento DLC) con foderi anodizzati e con sistema di regolazione esterno e separato del freno in estensione, in compressione e nel precarico della molla, mentre al retrotreno svetta un monoammortizzatore Sachs regolabile in estensione, in compressione e nel precarico della molla. A “contrastare” l’esuberante carattere da mare in tempesta del propulsore della MV Agusta Dragster 800 RR è un impianto frenante composto da pinze radiali Brembo a 4 pistoncini con dischi da 320 mm di diametro davanti e da una pinza Brembo a due pistoncini con disco da 220 mm di diametro dietro, al cui fianco lavora un sistema ABS Bosch 9 PLUS con RLM (Rear wheel Lift-up Mitigation). Da 17” i cerchi: gommati 120/70 all’anteriore e 200/50 al posteriore.

Sono gli spazi di Casa Bossi a fungere da teatro per la contestualizzazione statica della MV Agusta Dragster 800 RR nel corso della nostra prova. L’edificio neo-classico italiano progettato da Alessandro Antonelli (situato nel cuore di Novara) ci ha infatti consentito di eseguire un vero excursus all’interno della storia dell’arte italiana – in cui il linguaggio stilistico di questa moto trova le proprie origini – insieme ad Angelo Ficarra, curatore dell mostre per il Comune di Novara

Muscoli a vista per una guida viscerale

Un motore onnipresente, divenuto ora più gestibile in termini di erogazione, è al centro assoluto dell’esperienza di guida della MV Agusta Dragster 800 RR, che non si dimentica mai di portare il pilota all’interno di un Universo esperienziale fatto di emozioni forti e di divertimento totale e assoluto

Preso posto in sella alla MV Agusta Dragster 800 RR ci si sente quasi dei giganti: si percepisce in maniera demarcata di trovarsi al di sopra di una moto particolarmente minuta. Tutto è rastremato al minimo essenziale e l’impostazione di guida – come precedentemente anticipato – è protesa in avanti, caricata, chiusa e di chiara estrazione sportiva. La strumentazione è essenziale e minimalistica, ma ciò nonostante mette a disposizione del pilota tutte le informazioni a lui necessarie, sia per la guida che per interfacciarsi con la gestione elettronica e che si va a retro-illuminare di arancione non appena girata la chiave, prendendo così “magicamente” vita e restituendo d’un colpo al guidatore tutto l’elevato carico tecnologico contenuto all’interno della moto. Un giro di chiave, prima dentro, frizione rilasciata (potremo infatti da qui in poi praticamente dimenticarci di tale componente grazie all’ausilio del cambio elettronico – molto preciso negli innesti e piacevolissimo da utilizzare – che ci permette di variare rapporto, senza di essa, sia a salire che a scendere) e iniziamo a puntare la ruota anteriore in direzione delle Colline Novaresi e delle campagne che circondano il territorio nel quale ci troviamo a muoverci nel corso di questa prova. Iniziamo a questo punto a prendere confidenza con una moto che si dimostra profondamente evoluta rispetto alle MV del passatol’erogazione è morbida e progressiva. L’on-off è scomparso praticamente del tutto e la gestione ride-by-wire funziona in maniera impeccabile, permettendo così al pilota di entrare immediatamente in sintonia con una moto ora divenuta più fruibile e meno rabbiosa in termini di erogazione. Il che non significa che i muscoli sono scomparsi: tutt’altro. Nerboruta era e nerboruta rimanela MV Agusta Dragster 800 RR si conferma una body-builder “intrappolata” in un corpo nettamente più minuto rispetto al suo strabordante carattere, ma i cui “muscoli” possono essere ora mossi con maggior grazia ed armonia rispetto ai “movimenti più scoordinati” del passato, traducendosi così in pose più “plastiche” ed eleganti. In cosa si traduce questo nella guida di una due ruote? Si traduce in una gestione del motore direttamente nel polso destro del rider e nel far seguire alla moto esattamente le intenzioni dello stesso: il carattere scorbutico e indomabile delle prime versioni è stato lasciato alle spalle della Dragster 800 RR per giungere ora a noi forte di una maturità concreta e affermata: la piccola naked varesina con animo maxi è ora più guidabile e gestibile in curva grazie ad una fluidità divenuta esemplare.

Impossibile trattenere gli “istinti teppistici” una volta alla guida della MV Agusta Dragster 800 RR. Questa moto si conferma una perfetta compagna di giochi per i piloti più “smaliziati”

Precisa e affilata come la lama di un bisturi nei cambi di direzione, la MV Agusta Dragster 800 RR è una moto estremamente piacevole da guidare: agile, dinamica e veloce. Con un avantreno granitico (sebbene leggero: basta infatti una manciata di gas per puntare il muso verso il cielo, anche in velocità e nonostante si vada con il corpo a caricare la sezione anteriore) e con un motore che – ogni qual volta chiamato in causa – non scorda mai di saper essere feroce. Era e rimane per esperti: una moto a cui è doveroso riservare rispettoso riguardo e nei cui confronti rimane necessario portare assoluto rispetto per non abbandonare la dimensione del divertimento in sfavorevole virtù di palpitazioni cardiache troppo elevate. Funambolica e divertente. In altre parole: da cardiopalma. La MV Agusta Dragster 800 RR soddisfa il palato dei piloti più esigenti in termini di emozioni forti e di piacere di guida. Un piacere di guida radicale e viscerale, che permette al guidatore di entrare in contatto con il vero carattere di questa moto: un carattere che trascende quello dell’oggetto meccanico, trasmettendo così tutta la presenza di un animo. Il motore è pieno, corposo e vigoroso: i 140 CV di potenza e 86 Nm di coppia del tre cilindri da 798 cc si avvertono tutti dal primo all’ultimo, anche se ora erogati in maniera più progressiva e lineare: un risultato dovuto tanto all’introduzione dell’Euro 4 (che ha portato con sé un nuovo punto di fissaggio motore con il telaio – allo scopo di incrementarne la rigidità – un contralbero progettato ex novo – allo scopo di ridurre rumorosità e attrito – ingranaggi di comando della pompa dell’olio e dell’acqua di nuova progettazione e una trasmissione primaria ridisegnata al pari di camme e valvole di aspirazione. Nuovo materiale anche per la guida valvola, a cui fanno il paio inedite molle valvole, un inedito harmonic damper e un cambio di nuova progettazione con innesti rivisti. Novità anche per l’azionamento della leva della frizione, per la meccanica del motorino di avviamento, per i collettori di scarico e per i silenziatori), quanto ad un lavoro operato sul comparto elettronico davvero sopraffino (il MVICS – Motor & Vehicle Integrated Control System – è stato infatti aggiornato, così come la gestione elettronica del motore, la mappatura dello stesso e il controllo di trazione). Ride-by-wire (con inedite logiche di rapporto che legano la rotazione della manopola del gas all’erogazione del propulsore), cambio elettronico EAS 2.0 (aggiornato anch’esso e che lavora con rigore e precisione), traction control, ABS, mappe di gestione del motore. Di tutto, di più. Questa MV Agusta Dragster 800 RR non si fa mancare nulla in termini di dotazione moderna. E al fianco di tutto ciò troviamo un comparto sospensioni sopraffino che lavora egregiamente e un impianto frenante come sempre eccelso in termini di potenza e modulabilità. La già menzionata sella rigida e il pochissimo spazio messo a disposizione del pilota sono i soli veri dazi da pagare per una moto che è puro godimento, che nasce per divertire, emozionare ed entusiasmare. Una moto funambolica, divertente e appassionante. Un gioiello per intenditori e per amanti della guida viscerale, che non tollera neofiti e inesperti. Non è a loro che questo prodotto si rivolge: questa moto è un oggetto per motociclisti “veri”piena di carattere e di muscoli e che viene proposta sul mercato a partire da 18.490 euro. Questo il prezzo da pagare per vivere l’emozione di un oggetto che trasuda passione.

PhotoAlessandro ColomboRiccardo BanfoTommaso Ubezio

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